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Amatrice, un paese cancellato dal terremoto

24 Agosto 2016 0 Di Pietro Nigro

Il centro storico di Amatrice completamente distrutto. Crollato l’hotel Roma, dove almeno settanta turisti attendevano la festa di compleanno dell’amatriciana.

Amatrice, un paese distrutto dal terremoto

Non è l’epicentro del terremoto che questa notte ha colpito l’Appennino a cavallo delle province di Rieti e Ascoli Piceno. Ma Amatrice, che fino a ieri era la patria dei bucatini all’amatriciana, oggi praticamente non esiste più. A certificarlo, il sindaco del centro a pochi chilometri da Rieti, Sergio Pirozzi, che già all’alba, ai microfoni della Rai, diceva affranto:

Il mio paese non esiste più.

A nemmeno una decina di chilometri, altri centri più fortunati, appena lambiti dalle prodigiose e tragiche energie sprigionate dal terremoto e che chissà per quali misteriose vie si sono dispiegate nelle viscere della terra.

Per questo, forse, Amatrice è diventato l’epicentro delle cronache, dolorose, che per tutto il giorno si sono succedute in tv, alla radio e soprattutto sul web.

Cronache fatte delle interviste al sindaco, che sono riecheggiate senza sosta sui siti di informazione e sui profili social di tutto il mondo e ripresi in lingua originale dal telegiornale francese a ora di pranzo.

Cronache fatte di case crollate, di negozi cancellati d’un colpo, di centinaia di persone rimaste senza più nulla.

E cronache di soccorritori che accorrono, al centro e nelle tantissime frazioni sparse sui colli dei dintorni, e cercano, scavano a mani nude, nella speranza di trovare qualcuno vivo.

Al mattino, le prime segnalazioni semiufficiali già davano almeno sei morti solo nel centro storico di Amatrice. Poi almeno dodici. E poi via via, in uno stillicidio di segnalazioni.

E invece quei morti di Amatrice sono destinati a diventare sempre di più. Le stime ufficiali, in serata, parlano di almeno 120 morti. Ma ad Amatrice potrebbero essere molte di più, perché almeno settanta persone, sono sparite, ufficialmente sono disperse.

Soprattutto turisti, giunti in questi giorni nella capitale mondiale dell’Amatriciana, ed ospiti dell’Hotel Roma, il luogo in cui cinquant’anni fa è nato uno dei piatti più celebri e famosi dell’intera gastronomia italiana.

Turisti che quella pasta volevano celebrare, sabato prossimo, data prevista per i festeggiamenti ufficiali.

E che invece ora sono, molto probabilmente sepolti, non si sa se vivi o morti, sotto le macerie di quell’albergo. Poche le speranze di trovarli vivi. Le agenzie riferiscono in serata dell’ennesimo ritrovamento. I vigili del fuoco, che al solito devono scavare a mani nude e con le orecchie per tese a cogliere il minimo rumore, hanno tirato fuori un corpo, morto, che apparteneva ad un bambino di 11 anni.

Si spera che sia l’ultimo, anche se nessuno lo dice, mentre si continua a scavare ad oltranza. Solo la notte, che inesorabile è scesa su un paese che non esiste più, dirà con quali risultati.

 

 

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