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Biden al Consiglio europeo: se Stati Uniti e Unione Europea tornano a lavorare insieme

Biden al Consiglio europeo: se Stati Uniti e Unione Europea tornano a lavorare insieme

28 Marzo 2021 0 Di Anita Bonollo

Un Consiglio europeo fuori dal comune per la presenza di un ospite d’eccezione, Joe Biden: sono passati infatti 12 anni dall’ultima partecipazione di un presidente Usa.

Consiglio europeo eccezionale: c’è anche il presidente Usa Biden

‘Un Consiglio europeo fuori dal comune per la presenza di un ospite d’eccezione’: così il presidente Charles Michel accoglie Joe Biden alla seduta del Consiglio Europeo del 25 marzo scorso. Sono passati, infatti 12 lunghi anni dall’ultima volta che un presidente americano ha partecipato in diretta ai lavori europei.

Non è una sorpresa che Biden abbia accolto volentieri l’invito di Michel. Il nuovo inquilino della Casa Bianca, infatti non ha mai celato la sua volontà di tornare a lavorare fianco a fianco con l’Unione.

Nonostante questo, però, la sua partecipazione in diretta alla videoconferenza del Consiglio ha fatto il giro di tutto il mondo. La sua presenza è infatti un segnale fortissimo per il futuro della leadership mondiale. Un segnale fortissimo soprattutto verso Cina e Russia, recentemente sanzionate dall’Unione, e da tempo ai ferri corti con gli Stati Uniti.

Una relazione così non si vedeva da anni, nemmeno dall’ultimo mandato di Barack Obama. Bisogna infatti tornare al primo anno del suo mandato, il 2009, per trovare l’ultima partecipazione di un presidente Usa al Consiglio Europeo.

La rivitalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Unione Europeo è stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Biden. Ma si sa che, tra il dire e il fare, o meglio, tra la propaganda e la politica, c’è di mezzo il mare. Per questo non era affatto sicuro che il successore di Donald Trump desse poi seguito al proposito elettorale.

E invece Biden ha deciso di rimanere fedele alle sue promesse, e dedicarsi a fondo alla ritrovata relazione con i compagni europei.

Dall’altro lato, l’Unione Europa ha messo da parte tutti i vecchi rancori verso Washington ed ha accolto a braccia aperte il nuovo presidente, lanciandosi a sua volta di slancio in questo nuovo idillio.

E se si intreccia una relazione profonda Usa e Ue?

Stati Uniti e Unione Europea sono indubbiamente tra le economie mondiali più grandi e forti al mondo. Insieme alla Cina, sono i protagonisti mondiali del commercio.

L’Unione Europea ha un tasso di esportazioni pari al 15,6 per cento, superiore a quello americano, che si ferma a 11,8 per cento.

Anche se la sua popolazione ed la sua economia sono più contenuti rispetto agli Stati Uniti, il potere normativo europeo è il più forte al mondo. Lo stato di diritto, i valori e i diritti umani sono fondamentali per l’Unione Europa e imprescindibili in qualsiasi relazione commerciale che essa intrattiene.

Gli Stati Uniti, pur avendo perso la posizione privilegiata di leader mondiale, rimangono uno dei paesi più forti al mondo a livello di difesa, sicurezza e politica estera.

Insieme, dunque, Ue e Usa potrebbero diventare il partenariato commerciale e d’investimento più grande al mondo, potrebbero combattere insieme per cambiare le sorti del clima e sconfiggere il COVID-19. Con i loro mezzi e la loro influenza, potrebbero assicurare una rete globale di distribuzione dei vaccini.

L’espansione economica raggiungerebbe dimensioni enormi, e la collaborazione in politica estera potrebbe garantire una solida diffusione dei valori democratici.

Gli equilibri mondiali verrebbero così ribilanciati, creando un contrappeso all’ascesa di Cina e Russia, anch’esse oggetto di discussione durante il Consiglio, insieme ai rapporti con la Turchia.

L’UE deve evitare il rischio di farsi schiacciare in mezzo

L’Unione Europea non è autonoma strategicamente. Non esiste una Difesa comune, o meglio, esiste, ma ha dimensioni ridicole.

Per questo l’UE rimane ancora fortemente dipendente dagli Stati Uniti e dalla NATO per quanto riguarda la difesa dei suoi confini. Inoltre, la sua politica estera è debole e a livello mondiale difficilmente sposta gli equilibri da sola.

Al Consiglio europeo, infatti gli Stati Membri hanno espresso il desiderio di rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione, anche attraverso la posizione internazionale dell’euro.

Se c’è una cosa positiva che ha fatto Donald Trump, involontariamente, è stata quella di lasciare l’UE da sola e permetterle quindi di trovare i mezzi per reggersi solo ed esclusivamente sulle proprie gambe, senza poter più contare sugli aiuti americani.

Ciò ha permesso all’Europa di crescere e rinforzarsi: ora non può permettersi di tornare indietro. L’UE deve consolidare la propria autonomia per riuscire a mettersi in una relazione alla pari con gli Stati Uniti ed evitare quindi il rischio di diventarne dipendente.

Ci sono grande possibilità in ballo, ma anche grossi rischi. UE e Stati Uniti devono giocare bene la partita. Un errore potrebbe costare caro agli equilibri mondiali.

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