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Calvizie, no all’autotrapianto facile

Calvizie, no all’autotrapianto facile

11 Giugno 2016 0 Di ItaliaNotizie24

I consigli e le avvertenze degli esperti a chi vuole combattere la calvizie per distinguere le soluzioni valide da quelle inutili o addirittura rischiose.

Calvizie, no all’autotrapianto facile

La calvizie, la perdita dei capelli, è uno dei più diffusi problemi tra la popolazione di sesso maschile. E da sempre uno dei più controversi. C’è chi l’accetta, e ne fa quasi una nota distintiva del proprio look, E c’è chi non si “rassegna”, cercando soluzioni ovunque capitino, sia in ambito sanitario, sia purtroppo affidandosi a “professionisti” più o meno economici ed affidabili. E l’autotrapianto, la tecnica che sembra riscuotere più successo, non è esente da rischi.

Per questo, avvertono gli esperti, quando si tratta di calvizie, occorre muoversi con prudenza nella scelta dello specialista e della struttura cui affidarsi, per non incappare in spiacevoli disavventure. Specie quando di mezzo c’è la salute.

Nel 2014 in Italia sono stati eseguiti 4mila trapianti, come rivelano le indagini di mercato compiute dagli organismi di settore, la maggior parte eseguiti su uomini in età compresa tra i 30 e i 65 anni. Si tratta di un intervento che riduce le aree glabre o diradate, ma da solo non arresta e non cura la caduta dei capelli.

Per questo, è di fondamentale importanza sia il ruolo delle cure post operatorie, che delle terapie di mantenimento della propria chioma”, spiega Tatiana Amati, tricologa della Società italiana di tricologia (Sitri). Il trapianto di capelli, tuttavia, pur essendo la soluzione migliore nei casi di calvizie conclamata, richiede l’adozione di una serie di cautele per poter dare massimi risultati. Anche perché le false promesse in questo settore abbondano, ed è opportuno non caderne vittima”.

Già, le false promesse, pubblicizzate da operatori spesso di dubbia qualificazione, mentre l’autotrapianto è un intervento per la calvizie che può essere eseguito solo da un chirurgo.

Occorre saper distinguere gli imbonitori dai veri professionisti, ovvero i chirurghi specializzati in chirurgia delle calvizie che da anni dedicano costantemente la propria carriera a specializzarsi in questo settore, partecipando ripetutamente ai congressi dedicati al tema e ai workshop di aggiornamento delle nuove terapie”, spiega la dottoressa Amati.

Oggi, poi, con la diffusione di internet, è diventato anche più facile proporre e reclamizzare ogni genere di soluzione. Per questo, proprio sul web, occorre maggiore cautela, perché si stanno diffondendo proposte miracolistiche che fanno leva soprattutto sul “low cost”. L’ultimo “grido” sono i pacchetti tutto compreso, che includono trasferta, vitto e alloggio in strutture straniere, in particolar modo nei Paesi arabi.

Occorre prestare attenzione a questo fenomeno – avverte la dottoressa Amati – e stare attenti a non trovarsi in ambienti privi di professionalità e condizioni igienico-sanitarie adeguate, e di doversi poi sottoporre a interventi correttivi al proprio rientro in Italia, con ulteriore aggravio di costi e spese mediche.

Anche perché, e non è un aspetto da dimenticare, l’autotrapianto è un intervento chirurgico di una certa complessità, che richiede l’apporto non solo del chirurgo, specializzato, ma anche di altri professionisti, un anestesista e almeno quattro infermieri professionisti specializzati in chirurgia della calvizie che si occupano della separazione e conservazione delle unità follicolari.

L’intervento, infatti, prevede lo “spostamento” di unità follicolari con in aree pilifere più diradate. Nei casi in cui la densità di capelli per centimetro quadrato dell’area “donatrice” è più elevata, può bastare anche una sola seduta.

Per l’autotrapianto di capelli esistono due tecniche, applicabili a seconda dei casi e delle aspettative del paziente. La prima è la tecnica Strip, o Fut, che consiste nell’escissione di una losanga prelevata chirurgicamente dalla nuca e contenente fino a un massimo di 4mila unità follicolari a seconda della densità per centimetro quadrato e della lunghezza.

L’altra è la Fue, che prevede l’estrazione delle singole unità follicolari senza necessità di prelievo chirurgico sulla nuca.

Con la prima si recuperano molte unità follicolari da impiantare in una sola seduta, ma è il chirurgo che deve consigliare al paziente l’una o l’altra”, puntualizza la tricologa.

E’ bene ricordare che non tutti i pazienti possono sottoporsi all’intervento di autotrapianto. A seconda del grado di diradamento o di calvizie, un professionista sceglie di intervenire chirurgicamente solo quando non si compromette l’esito finale.

Esistono infatti terapie di supporto che in alcuni casi possono evitare l’intervento. Tra quelle più efficaci, la mesoterapia e gli integratori sono utilissime nell’aumentare la componente vascolare, ridurre l’eccesso di diidrotestosterone, fornire maggior nutrimento al bulbo pilifero, rinforzando i capelli nel loro insieme”, conclude la dottoressa Amati.

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