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Capodanno a Pisa: l’altro sole dell’equinozio di primavera dà inizio al nuovo Anno pisano

Capodanno a Pisa: l’altro sole dell’equinozio di primavera dà inizio al nuovo Anno pisano

25 Marzo 2017 0 Di Enrico Zini

Un altro capodanno, quello che si festeggia oggi a Pisa, dove è già 2018: un Anno pisano che trae origine nel calendario Ab incarnazione Domini.

Anno pisano, a Pisa è già 2018

Il 25 marzo a Pisa si festeggerà un nuovo anno, l’Anno pisano 2018, secondo il calendario Ab incarnatione Domini che faceva coincidere l’inizio del nuovo anno con l’annuncio dell’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria della prossima nascita del figlio di Dio.

Nel calendario giuliano, in quel giorno cadeva l’Equinozio di primavera, quando il periodo diurno e quello notturno sono uguali e, nell’emisfero boreale, il nostro, si ha la fine dell‘inverno e l’inizio della primavera.

L’Equinozio, che nel nostro calendario, quello gregoriano, cade il 21 del mese, ha avuto un significato particolare in molte culture a causa del suo significato: infatti, è con l’arrivo della primavera, e con il suo tepore, che la vita rifiorisce.

 

L’Equinozio di primavera in tutti i calendari

Già nel calendario di Romolo l’inizio del nuovo anno coincideva con l’inizio di marzo, con l’Equinozio di primavera incominciava un nuovo anno anche nell’antico calendario mesopotamico e, ancora oggi, in una molteplicità di calendari come quello iraniano, il calendario Bahá’í.

Inoltre quel giorno è considerato di festa in quasi tutte le culture antiche e moderne, come in Giappone e nei paesi arabi dove, nel giorno dell’equinozio di marzo, si celebra il Giorno della Madre.

La prima festa di cui si ha notizia è però la Sham El Nessim, un’antica festività egiziana risalente a 4700 anni fa.

Non c’è da stupirsi se nella religione cristiana, in quel giorno, si è fissata la festa dell’Annunciazione che un padre della chiesa, poi santificato, Giovanni Crisostomo definì «radice delle feste».

In un’omelia per il 25 marzo Abramo di Efeso, un altro padre della chiesa, affermò che durante l’Annunciazione

la storia esce da se stessa, si ricentra su di un altro cardine, s’illumina di un altro sole, ha inizio il mondo nuovo. L’annunciazione, infatti, è l’inizio della nuova creazione, l’inizio dell’incarnazione storica del Messia, l’inizio della deificazione dell’uomo, “l’inizio della Pasqua”, l’inizio dei tempi nuovi, l’inizio della fine, l’inizio del giudizio escatologico. E tutto si compie per il sì di Maria. In questo giorno, Maria è venerata come la “portatrice della vita nuova”.

Quindi il 25 marzo è stato considerato un giorno di passaggio, l’inizio di un qualcosa di nuovo. Ecco perché l’Anno Pisano incominciava il 25 marzo.

Le parole di Abramo di Efeso sulla storia che “s’illumina di un altro sole” ci riportano anche all’esatto momento in cui l’Anno Pisano ha inizio, cioè quando, a mezzogiorno, un raggio di sole, penetrando da una finestra circolare della navata centrale del Duomo di Pisa, illumina un uovo di marmo sul pilastro attiguo al pergamo di Giovanni Pisano, sul lato opposto.

anno pisano uovo

L’uovo illuminato dal sole a mezzogiorno del giorno dell’equinozio dà inizio all’anno pisano (ph. Filippeschi.it)

Il calendario pisano restò in uso fino al 1749, quando il Granduca di Toscana Francesco I di Lorena uniformò tutti i calendari sulla base di quello gregoriano del 1582, decretando che il primo gennaio seguente, in tutte le terre di Toscana, sarebbe iniziato l’anno 1750.

La celebrazione dell’Anno Pisano, ripristinata nel 1983 grazie a Umberto Moschini, l’allora luogotenente di Mezzogiorno, e all’Associazione Amici del Gioco del Ponte, è dal 2000 affidata all’amministrazione comunale.

Così, il 25 marzo, ancora una volta la benedizione solare con cui inizia l’Anno Pisano, preceduta da un corteo storico ed una cerimonia liturgica, sarà accompagnata dalle parole A maggior gloria di Dio ed invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria e di San Ranieri nostro Patrono, salutiamo l’anno 2018”, uno in più rispetto a quello del calendario comune.

 

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