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Catalogna, spunta un piano segreto per l’indipendenza

Catalogna, spunta un piano segreto per l’indipendenza

10 Ottobre 2017 0 Di Pietro Nigro

Un piano segreto per l’indipendenza è stato scoperto dalla Guardia Civil a casa di Josep Maria Jové Llado, segretario dell’Economia della Catalogna.

Catalogna, un piano segreto per l’indipendenza

Gli indipendentisti della Catalogna non hanno agito solo con il referendum, ma in base ad un vero e proprio piano segreto per l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Il piano è stato trovato lo scorso 20 settembre, nel corso di una perquisizione a casa di Josep Maria Jové Llado, il segretario dell’Economia della Catalogna dagli agenti della Guardia civil che quel giorno hanno effettuato perquisizioni ed arresti nelle case e degli uffici dei maggiori esponenti delle forze politiche indipendentiste.

Enfo CATs Reenfocant el procés d’independencia per un resultat exitós“, questo il nome catalano del documento, è stato reperito anche dal quotidiano spagnolo El pais, che lo ha reso noto. Il Piano segreto per l’indipendenza prevede le tappe del percorso indipendentista ideate dalla coalizione catalana Junts pel Sí dalle elezioni del 2015 sino ad oggi.

Un piano dunque, con ben precisi passaggi per arrivare ad un “conflitto democratico di ampio appoggio cittadino, orientato a generare instabilità politica ed economica che costringa lo Stato ad accettare la negoziazione della separazione o un referendum obbligato”.

Insomma una strategia per creare tensione, perché la Dichiarazione di Indipendenza “genererà un conflitto che, se ben gestito, potrebbe portare alla creazione di uno Stato indipendente”. Gli autori del Piano hanno anche previsto che, ad alimentare la tensione avrebbe contribuito anche la stessa Spagna, dal momento che le autorità centrali non avrebbero riconosciuto “il diritto di svolgere il referendum, ma, se vede che tutto è perduto, ce lo farà fare con lo scopo di farcelo perdere”.

Insomma, un piano lucido e freddo, predeterminato a creare “incidenti” preordinati proprio per portare alle estreme conseguenze, anche violente, il braccio di ferro tra Barcellona e Madrid.

Inoltre, nel piano si individuano degli “strateghi” che segretamente segneranno il percorso del futuro governo, al cui interno sarebbero stati creati un comitato strategico ed un comitato esecutivo. Il comitato esecutivo sarebbe formato anche dai segretari generali della presidenza e della vicepresidenza, i direttori degli uffici di sviluppo e autogoverno e i massimi esperti nei distinti ambiti del progetto, consiglieri e segretari generali “ad hoc”, in base ad ogni tematica da trattare.

Il comitato strategico sarebbe stato formato dal presidente del Governo catalano, dal vicepresidente e dai leader dei gruppi parlamentari indipendentisti.

Il documento prevede anche la corretta gestione dei tempi, a cui anzi gli autori del documento hanno dedicato moltissima attenzione. Due le fasi previste: fino al settembre 2018 un esecutivo di transizione, poi un governo di indipendenza che arriverebbe fino al settembre 2022, e “che potrebbe dichiarare l’indipendenza il giorno dopo la sua costituzione o il giorno prima della sua dissoluzione”.

Tre le linee d’azione principali previste dal Piano segreto per l’indipendenza della Catalogna. Primo, “creare maggioranze, ispirare fiducia e lavorare con garanzie”. Poi’, riuscire a generare consensi intorno a sé, garantendosi credibilità a livello internazionale (“una strategia che agli occhi degli osservatori esterni possa apparire democratica e accreditare l’affidabilità degli indipendentisti).

Il metodo, poi, avrebbe dovuto basarsi soprattutto sui “motivi razionali ed emozionali di uno Stato indipendente più che sulle ingiustizie compiute dalla Spagna” nei loro confronti. Nel Piano segreto di arriva ad ipotizzare la collaborazione con i Mossos d’Esquadra, le forze di polizia da coinvolgere “nel processo separatista”.

La relazione non può essere resa pubblica ma l’obiettivo è quello di “far sapere che esiste, che è realizzabile e che, se ben gestita, porterà o ad un riconoscimento internazionale o ad un referendum obbligato, però non deve essere resa pubblica nel dettaglio”.

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