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Che sta succedendo in Afghanistan dopo il rientro delle nostre truppe?

Che sta succedendo in Afghanistan dopo il rientro delle nostre truppe?

12 Luglio 2021 0 Di Corrado Corradi

In pochi giorni le istituzioni hanno dimenticato l’Afghanistan, dove i Talebani hanno iniziato subito a recuperare il controllo.

Che sta succedendo in Afghanistan dopo il rientro delle nostre truppe?

Sono passati pochi giorni dal rientro delle nostre truppe dall’Afghanistan ed ecco che quella realtà è già passata nel dimenticatoio assieme alla vergognosa assenza delle istituzioni che non han trovato il tempo per essere presenti al rientro in patria della bandiera di guerra di reparti che sul campo hanno lasciato numerosi caduti.

Perché Afghanistan e bandiera di guerra sono stati dimenticati così presto?

Beh, non ci vuole molto a capirlo:

  1. ai nostri decisori politici non gliene fregava niente dell’intervento in quel Paese, o almeno non ne erano poi così tanto convinti, avevano solo bovinamente accettato di andare al traino di una coalizione e probabilmente non vedevano l’ora che la questione si concludesse… Il problema è che quell’intervento che non si capiva cosa fosse esattamente, è durato 20 anni durante i quali, comunque, i soldati italiani hanno fatto fare una gran bella figura a livello internazionale al nostro Paese;
  2. quanto alla bandiera, ebbene, non essendo soldati ed essendo molto poco patrioti, ai nostri politici della bandiera non gliene fregava e non gliene frega nulla, non avendo contezza della sacertà di tale simbolo.

Ma lasciamo da parte la recriminazione e cerchiamo di capire cosa si prepara a diventare l’Afghanistan, adesso che la coalizione ha levato baracca e burattini, anche perché in quella regione si è levata la poderosa voce del ministro degli Esteri russo Lavrov.

Andiamo per gradi.

Allo stato attuale il governo di Kabul si trova a fronteggiare il ritorno in massa dei talebani che si sono ripresi una quindicina di distretti (sui 370 in cui è suddiviso amministrativamente il Paese). Come inizio di un’offensiva non c’è male!

Ed è forse per questo che il Capo di Stato Maggiore della Difesa britannico ha chiosato essere “plausibile” un collasso dell’Afghanistan che riporterebbe il Paese alla situazione di guerra civile degli anni ’90, “in cui ci sarà una cultura dittatoriale e potreste vedere alcune importanti istituzioni locali, come le forze di sicurezza, spezzarsi lungo linee etniche o tribali. Se ciò dovesse accadere, immagino che i Talebani potrebbero controllare una parte del Paese, ma certamente non tutto”.

Preciso e senza giri di parole, come vuole la miglior tradizione del militarsoldato britannico.

Gli americani, che hanno già rimpatriato il 90 per cento dei propri soldati, prevedono di completare il ritiro per l’11 settembre e i restanti, nell’attesa trascorreranno l’estate a Kabul avendo già provveduto a cedere le basi avanzate all’esercito Afghano (spesso senza preliminari concertazioni).

In tale contesto, ripeto, più decoroso della fuga da Saigon, gli yankee sono comunque riusciti a rinverdirla quella “debacle”, infatti si ha notizia che alcune basi avanzate sono state abbandonate senza coordinarsi con gli afghani che dovevano subentrar loro.

il comandante afghano di una base avrebbe riferito alla Bbc che gli alleati statunitensi se ne erano andati nottetempo e solo all’alba le forze afghane di stanza hanno scoperto di essere diventati i padroni di quella base.

L’avanzata dei talebani avviene senza incontrare resistenza e in molte regioni, intere guarnigioni governative si sono arrese dopo negoziati mediati da autorità tribali, consegnando armi ed equipaggiamenti ai talebani, attestati ora alle porte di Kandahar.

Ed è in tale contesto che numerosi soldati Afghani hanno trovato rifugio in Pakistan, Uzbekistan e Tagikistan.

Ed é in seguito allo sconfinamento di un migliaio di soldati afghani in Tagikistan che è entrato in lizza Lavrov, il quale avrebbe consigliato al governo tajiko la mobilitazione di ventimila riservisti da schierare al confine con l’Afghanistan assicurando che le truppe russe, già presenti in Tagikistan con una brigata meccanizzata e alcuni aerei ed elicotteri d’attacco, sono pronte ad intervenire militarmente in difesa dell’alleato Tagiko qualora venisse attaccato dal territorio afghano. A buon intenditor poche parole.

Ma quello che non può non far sorgere sospetti di malafede nella gestione della questione Afghana è il fatto che da qualche tempo non si faceva altro che celebrare le nuove Forze armate afghane rese operative da una riorganizzazione e un intenso addestramento prodigato dalla coalizione e che era ora di lasciare che quel Paese provvedesse in proprio alla tutela della sua sicurezza.

Ora mi chiedo:

  1. ma é mai possibile che nell’arco di qualche giorno i talebani siano riusciti a mettere in seria crisi le Forze armate afghane appena riorganizzate e addestrate da una coalizione di eserciti occidentali?
  2. non è che forse si è enfatizzata un po’ troppo la raggiunta operatività di quelle Forze armate per accelerare i tempi di uno sganciamento da quel Paese?

Se così fosse, ci hanno propinato una fake-news, o “sola” che dir si voglia, colossale.

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