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Chi è davvero Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd? (E come si spiega la sua ascesa nel Nazareno)

Chi è davvero Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd? (E come si spiega la sua ascesa nel Nazareno)

27 Febbraio 2023 1 Di Francesco Ghanaymi

Chi è davvero Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd, e come si spiega la sua ascesa nel Nazareno e la sconfitta di Bonaccini? 

Elly Schlein, cittadina statunintense naturalizzata svizzera, figlia di accademici e nipote di Agostino Viviani, membro laico del CSM in quota Forza Italia

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico – eletta nella notte di domenica 26 di febbraio – per aver battutto con il 53,8% delle preferenze lo sfidante e presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (fermo al 46,2%).

Il risultato che è stato definito dalla maggior parte dei commentatori politici come: «rivoluzionario» e «sorprendente» – in quanto Bonaccini aveva vinto la votazione svoltasi all’interno dei circoli – segnerebbe una svolta per il Pd, fermo ai minimi storici dopo le elezioni politiche di domenica 25 di settembre 2022 (19,07%), per una leadership popolare, inedita e progressista.

Come dichiarato dalla stessa Schlein: «Sono immensamente grata, perché insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta non ci hanno visto arrivare»; «Il popolo democratico è vivo: il mio è un mandato chiaro a cambiare davvero». Ma Schlein è davvero un «underdog» del Nazareno, e la portratice radicale di una rivoluzione «dal basso»? Insomma, chi è e da dove si origina davvero il fenomeno Schlein?

Innanzitutto, Elly Schlein (all’anagrafe Elena Ethel Schlein) ha abitato prevalentemente fuori dall’Italia: infatti è nata a Sorengo, nel distretto di Lugano, con cittadinanza statunitense, poi naturalizzata svizzera. Suo padre è Melvin Schlein un politogolo e accademico americano – attualmente è professore emerito di scienza della politica e storia presso la Franklin University di Lugano; mentra la madre è l’italiana Maria Paola Viviani, anche lei accademica: attualmente professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria.

Non finiscono però qui i componenti illusti della famiglia: il nonno di Schlein, nonché padre di Maria Paola, era l’avvocato Paolo Viviani, più volte senatore, già presidente della Commissione Giustizia del Senato e, dal 1994 al 1998, membro laico del Consiglio superiore della magistratura (CSM) in quota (udite, udite) Forza Italia. Ma persino i fratelli non sono da meno: entrambi maggiori di Elly, Benjamin (1975) è anche lui accademico (ma, a differenza dei genitori, in matematica), mentre la sorella Susanna (1978) primo consigliere diplomatico all’Ambasciata italiana ad Atene ed ex-capo della cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Tirana.

Insomma, una leadership non così popolare, tutto sommato, e certamente non un underdog portatrice di una radicale rivoluzione dal basso. Sopratutto se si aggiunge che le uniche esperienze lavorative rivendicate dalla nuova segretaria del Pd sono di aver contribuito come volontaria alle due campagne elettorali di Obama (trasferendosi per questo per due volte a Chicago); e aver collaborato – in qualità di segretaria di produzione – alla realizzazione di un documentario (si chiamava Anija – La nave).

La cosidetta outsider ha avuto il sostegno di Letta, Prodi, Zingaretti, Boccia, Barca, Speranza e Franceschini, mentre Bonaccini rimaneva isolato

Almeno, però, il fenomeno Schlein risulata inedito nelle dinamiche interne e tra gli esponenti del Nazareno – potrebbero sperare in molti. Ma può davvero essere un fenomeno inedito, una candidatura appoggiata – come testimoniano le presenze di ieri sera intorno alla Schlein dei grandi esponenti del partito – da, nell’ordine: Letta, Prodi, Zingaretti, Boccia, Barca, Speranza; fino a Franceschini, mentre Bonaccini rimaneva isolato (metaforicamente, ma anche, come ieri sera, umanamente)?

Insomma, rimane nell’aria la perplessità che – come spesso accade nel Pd – si sia cambiato tutto, per lasciare i soliti noti, al potere.

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