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Consiglio Affari Esteri: al via il nuovo strumento per la pace, sanzioni Ue alla Cina

Consiglio Affari Esteri: al via il nuovo strumento per la pace, sanzioni Ue alla Cina

28 Marzo 2021 0 Di Anita Bonollo

Il Consiglio Affari esteri approva il nuovo strumento europeo per la pace; 5 miliardi di euro per azioni militari e difesa dell’EU e ulteriori sanzioni per violazioni dei diritti umani, anche per la Cina. 

L’UE vuole farsi sentire: sanzioni in arrivo e nuovo fondo europeo per la pace

Al Consiglio Affari Esteri del 22 marzo l’Unione Europea prova a farsi sentire, e con una unica voce, al grande tavolo della politica internazionale, in particolare in materia di diritti umani e di difesa della pace. E per farlo mette a frutto meccanismi di recente introduzione e ne sviluppa di nuovi.

Il primo è lo Strumento Europeo per la Pace, il fondo per la politica estera e di sicurezza comune (PESC) che vede la luce e che servirà a promuovere le missioni e le operazioni esterne con implicazioni nel settore militare e di difesa dell’Unione.

L’ Epf, lo Strumento europeo per la Pace, che per il periodo 2021-2027 avrà una dotazione di circa 5 milioni di euro, sarà finanziato da contributi degli stati membri.

Il suo obiettivo è di dare all’Ue la capacità di prevenire nuovi conflitti, di rafforzare la stabilità e la sicurezza internaizonale e di preservare la pace.

L’UE accelera così la sua capacità di risposta a crisi e situazioni emergenziali internazionali, provvedendo assistenza e supporto ai Paesi Terzi partner dell’Unione, in linea con gli obiettivi della PESC.

In pratica, lì’Unione avrà la possibilità di aiutare più efficacemente i propri partner sostenendo le loro azioni di peace keeping oppure contribuendo a rafforzare la capacità delle loro forze armate di garantire la pace e la sicurezza sul territorio nazionale. Saranno anch epossibili azioni di più ampio respiro nel settore militare o della difesa a sostegno degli obiettivi della Pesc.

E per la prima volta le missioni e le operazioni della politica di sicurezza e di difesa comune nei Paesi ospitanti saranno integrate con misure come la fornitura di materiali, infrastrutture, e assistenza nel settore militare e della difesa. L’Ue interverrà con queste azioni su richiesta di paesi terzi o di organizzazioni regionali o internazionali.

Il nuovo EPF, che sostituirà il precedente meccanismo Athena (in vigore dal 2004), estende anche la portata degli interventi Ue, finora limitati al solo territorio africano e alle sole richieste degli organismi internaizonali africani ed ora allargato a tutto il mondo.

Regime Europeo Globale dei diritti umani, nuove restrizioni: e torna la Cina

Dopo più di 30 anni, la Cina rientra nel Regime europeo di sanzioni per i diritti umani. Dall’embargo sulle armi a seguito della repressione di piazza Tiananmen nel 1989, infatti, la Cina era rimasta fuori dai radar europei per quanto riguarda sanzioni economiche e misure restrittive.

Questa volta invece, tra gli 11 funzionari e le 4 entità destinatari delle nuove misure restrittive che il Consiglio Affari Esteri ha approvato c’è anche il paese di Xi Jinping. Quattro funzionari e una società cinese sono definiti responsabili di abusi e violazioni dei diritti umani in merito alla detenzione in campi di prigionia degli uiguri dello Xinjiang e di altre minoranze musulmane, da sempre vittime di discriminazioni nel paese dell’Estremo Oriente.

La risposta della Cina non si è fatta attendere: a sua volta ha sanzionato 10 esponenti politici e accademici europei e 4 istituzioni dell’Unione. Alle persone destinatarie delle misure sarà vietato l’ingresso in Cina; alle aziende loro collegate e alle istituzioni sarà proibito fare affari con i cinesi. Preoccupazioni per i futuri accordi commerciali tra le due parti.

In lista anche Corea del Nord, Libia, Russia, Sud Sudan, Eritrea e Myanmar

Si allunga la lista dei soggetti inseriti nel nuovo Regime dei diritti umani. Oltre alla Cina, l’UE include due ministri della Repubblica popolare democratica di Corea, e l’Ufficio del Pubblico Ministero, responsabili del regime di repressione nella regione; due soldati della milizia libica Kaniyat, complice di uccisioni extraconiugali e di sparizioni forzate; due esponenti politici russi, colpevoli di aver partecipato alle atroci repressioni verso la comunità LGTBQ in Cecenia; un esponente politico sudanese e l’Ufficio di Sicurezza Nazionale eritreo, responsabili di torture, esecuzioni e uccisioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie.

Continuano poi le sanzioni ai funzionari dell’esercito birmano, responsabile del colpo di stato in Myanmar lo scorso primo febbraio e della successiva repressione e violenza sui civili e i manifestanti.

Il Consiglio Affari Esteri lancia il dialogo tra l’Ue e l’Alto Commissariato per i diritti umani

I Ministri europei hanno poi avuto l’occasione di condividere le prospettive sui diritti umani con l’Alto Commissario ONU per i diritti umani Michelle Bachelet.

La videoconferenza è servita anche a lanciare il nuovo Dialogo Strategico tra l’UE e l’Alto Commissario: pronta una nuova strategia per rafforzare il contributo europeo al multilateralismo.

Si è poi passato a parlare dei rapporti tra l’Unione e la Turchia in vista del prossimo Consiglio Europeo (25-26 marzo).

Il Consiglio si è concluso con un ultimo momento dedicato al ricordo delle 32 vittime dell’attacco terroristico a Bruxelles nel 2016.

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