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Corea del Nord, l’Onu discute le sanzioni e Kim Jong-un lancia un missile

Corea del Nord, l’Onu discute le sanzioni e Kim Jong-un lancia un missile

29 Aprile 2017 0 Di Pietro Nigro

L’Onu discute le sanzioni alla Corea del Nord chieste dagli Stati Uniti e il dittatore Kim Jong-Un risponde con il lancio di un missile.

La Corea del Nord lancia un altro missile

Un altro missile è stato lanciato oggi dalla Corea del Nord ed è esploso in volo prima di arrivare in Corea del Sud. Il gesto è chiaramente una risposta alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che nella giornata di venerdì ha esaminato le richieste degli Stati Uniti di inasprire e far applicare severamente le sanzioni contro PyongYang.

Il lancio tentato dal regime nord coreano, il quarto dal mese di marzo, arriva nel 100esimo giorno di Donald Trump alla Casa bianca.

Il missile è probabilmente del tipo a medio raggio Kn-17, ed è stato lanciato da una zona a nord del paese, in direzione della Corea del Sud, ed è esploso in volo pochi minuti dopo il lancio, a circa 71 km di altezza.

Secondo gli analisti Usa, si tratterebbe dunque di un fallimento, ma l’esplosione senza provocare danni potrebbe essere stata voluta da chi lo ha lanciato, e non è da escludere che perfino i tecnici americani o cinesi potrebbero aver sabotato il lancio elettronicamente.

 

Nel frattempo, la flotta americana spedita da Trump e guidata dalla portaerei Uss Carl Vinson è arrivata nelle acque sud coreane ed ha iniziato oggi le esercitazioni congiunte con la marina sudcoreana.

La flotta ha chiaramente l’intento di minacciare il regime nord coreano, mentre proseguono le trattative internazionali per isolare la Corea del Nord.

 

L’Onu discute le sanzioni chieste dagli Usa

Venerdì, intanto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha preso in esame le richieste avanzate dal Segretario di Stato Usa Rex Tillerson.

Gli Stati Uniti, infatti, considerano la minaccia nucleare nord coreana un pericolo concreto e molto elevato, sia per il Giappone e la Corea del Sud, sia per gli stessi Stati Uniti.

“La minaccia di un attacco nucleare a Seul o a Tokyo è reale ed è solo una questione di tempo prima che la Corea del Nord sviluppi la capacità di colpire la terraferma americana”, ha detto Tillerson.

Il presidente americano Donald Trump, che chiede all’Onu soluzioni rapide, ha anche dichiarato che il lancio di oggi è stato un affronto anche per la stessa Cina, l’unico alleato principale della Corea del Nord ed oggetto delle pressioni di Washington.

Giovedì sera, in una intervista alla Reuters, Trump si è rivolto direttamente al presidente cinese Xi Jinping, con cui ha avuto uno storico incontro a marzo e che dovrebbe reincontrare in un prossimo viaggio in Cina entro l’anno.

Xi, che Trump ha definito un grande leader, è considerato la persona più adatta per intervenire sul regime nord coreano. Altrimenti, ha detto Trump, si rischia di arrivare a una guerra.

Tillerson, infatti, ha chiesto al Consiglio di sicurezza di inasprire e soprattutto di applicare le sanzioni economiche contro PyongYang. E l’invito è rivolto soprattutto alla Cina, l’unico Paese che riconosce il regime e che con i suoi aiuti assicura la sopravvivenza del popolo nord coreano.

E’ verosimile che il Consiglio di sicurezza dell’Onu approverà a breve una dichiarazione contro i lanci di missili della Corea del Nord, ma è dal 2006, quando la Corea del Nord ha condotto il suo primo test nucleare, che si susseguono periodicamente sanzioni e risoluzioni che non hanno per nulla frenato l’escalation missilistica e nucleare della Corea del nord.

La Cina, tuttavia, almeno per ora sembra prendere tempo. Il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, durante il vertice alle Nazioni unite ha dichiarato che non spetta al suo Paese risolvere la questione.

In un comunicato diffuso oggi dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, inoltre, si chiede agli Stati Uniti di muoversi “con cautela”: “Se entrambe le parti non fanno le necessarie concessioni, allora non solo i due paesi, ma tutta la regione e tutto il mondo finiranno per pagare il prezzo pesante di un eventuale conflitto”.

Dopodiché, secondo il ministro cinese, spetta a tutte le parti interessate di riprendere le trattative ed il dialogo all’interno della cornice delle “sei nazioni”, cioè Usa, Russia, Cina, Giappone e le due Coree.

Intanto, il primo ministro giapponese Shinzo Abe, che ha condannato il test missilistico come una grave minaccia all’ordine internazionale, e che ha ordinato lo stato di allerta in Giappone, ha detto di aver chiesto alla Russia un ruolo attivo e costruttivo sulla Corea del Nord.

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