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Def, sussurri e grida a Bruxelles. Di Maio denuncia manipolazione su “Pace fiscale”

Def, sussurri e grida a Bruxelles. Di Maio denuncia manipolazione su “Pace fiscale”

17 Ottobre 2018 0 Di Marino Marquardt

Def e pace fiscale. Qualcuno ha provato a fare il furbo o è una polpetta avvelenata per Di Maio?

I Capibastone Ue minacciano, Conte ribadisce: “La manovra non si tocca”

“Non ti curar di loro ma guarda e passa”, avrebbe consigliato Virgilio a uno spaesato Dante di fronte alle odierne convulsioni dei Capi di Bruxelles alle prese col Def italiano e alle prese con i timori della fine della giostra a maggio, mese in cui gli elettori del Continente molto probabilmente daranno loro il benservito e a questa Ue.

Tra una altalena di minace al Governo italiano, annunci e retromarce, il Vertice europeo inizia all’insegna della confusione col premier Giuseppe Conte che ribadisce a destra e a manca che non saranno apportate modifice al Documento contabile italiano.

E con Matteo Salvini che dalla Russia ricorda urbi et orbi che questa Europa delle Banche e della Finanza ha ormai i mesi contati.

A maggio – secondo il leader leghista – saranno rivoluzionati gli attuali equilibri politici.

Da vedere, comunque, se gli eventuali nuovi Capibastone del Continente saranno disposti a fare sconti al nostro Paese o se per Conte, Di Maio e Salvini i nuovi equilibri si tradurranno in un salto dalla padella alla brace.

Potrebbero essere i rischi di una nuova Europa sovranista poco propensa a cogliere istanze solidaristiche

Decreto Pace fiscale, è giallo

Intanto – tra i sussurri è le grida di Bruxelles – è giallo sul decreto relativo alla “pace fiscale” dai maligni definito “condono”.

Dal salotto tv di Porta a Porta Di Maio infatti denuncia che al Quirinale sarebbe stato inviato un testo manipolato. “Domani vado in Procura”, tuona il vicepremier pentastellato.

Il Capo Cinquestelle chiarisce: “Nel decreto fiscale c’è una parte che non avevamo concordato. Uno scudo per i capitali esteri. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi”.

E aggiunge: “E’ stata una manina, non so se tecnica o politica. Noi questo testo non lo votiamo”. 

Ma a stretto giro il Colle rassicura. “Mai ricevuto il documento”.

Cosa è successo? Di Maio è impazzito o qualcuno, vistosi scoperto, ha ritirato il decreto con la complicità di qualche addetto alla distribuzione della corrispondenza del Quirinale?

Un giallo in piena regola che si aggiunge a quello della manina che ha infilato di soppiatto nel Decreto Fisco un pugno di milioni (84) a favore della Croce rossa.

Un giallo sul quale va comunque fatta chiarezza a stretto giro.

I casi sono due: o qualcuno ha offerto una polpetta avvelenata a Di Maio o qualcun altro ha provato a fare il furbo.

“Inconvenienti” – questi – peraltro noti, già registrati in occasione del varo di misure economiche da parte dei Governi precedenti.

Ma da dopo il 4 marzo l’aria è cambiata. Qualcuno però non ha ancora percepito questo fatto…

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