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Dl sicurezza, il Senato vota la fiducia. M5s, dissidenti a processo

Dl sicurezza, il Senato vota la fiducia. M5s, dissidenti a processo

07 Novembre 2018 0 Di Pietro Nigro
Il Senato vota la fiducia al Governo e approva il mazi emendamento al Decreto Sicurezza. Assenti al voto 4 senatori M5s, scatta il processo interno.

Dl Sicurezza, il Senato vota la fiducia

Via libera dal Senato al Decreto legge Sicurezza: oggi l’assemblea di palazzo Madama ha votato la questione di fiducia posta dal governo sul maxi emendamento sostitutivo del decreto.

Il Dl Sicurezza, che si compone di trentanove articoli, suddivisi in quattro capitoli, prevede diverse misure.

Tra queste, quelle collegate al tema dell’immigrazione: l’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, il restringimento dell’azione degli Spar, i trattenimenti più lunghi nei Cpr, Centri di permanenza per i rimpatri, norme più severe per la concessione della cittadinanza.

Per quanto riguarda più strettamente la sicurezza, si prevedono l’estensione del taser (la pistola ad impulsi elettrici) e dei Daspo nelle città, e norme sulla lotta alle mafie.

I voti a favore sono stati 163, quelli della maggioranza Lega e M5s, a cui si sono aggiunti il fuoriuscito dai 5 stelle, ora nel Misto, Maurizio Buccarella e i due senatori del Maie, Adriano Cario e Riccardo Antonio Merlo. Si è invece astenuto l’altro ex grillino Carlo Martelli. Questi ultimi 4 parlamentari (i 2 fuoriusciti 5S e i 2 del Maie) avevano votato la fiducia al governo a giugno sommandosi in quella votazione ai 167 di Lega+M5S e arrivando a quota 171.

I 59 voti contrari sono arrivati invece da Pd, Leu, e Autonomie. I senatori di Fratelli d’Italia si sono astenuti, mentre quelli di Forza Italia, pur presenti, hanno protestato con cartelli “Sì alla sicurezza, no al governo” e non hanno partecipato alla votazione: il loro voto è considerato contrario.

Ma anche cinque senatori del Movimento 5 stelle, Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, hanno preannunciato che si sarebbero allontanati dall’aula al momento del voto e così hanno fatto. Per questo, il Movimento ha aperto una procedura disciplinare interna contro di loro.

Salvini entusiasta, il braccio di ferro sulla prescrizione passa alla Camera

Alla notizia della votazione, Matteo Salvini ha esultato, affidando a Twitter il suo commento.

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Matteo Salvini

@matteosalvinimi

Decreto Sicurezza e Immigrazione, ore 12.19, il Senato approva!!!, giornata storica?!

“Sono contento – ha detto poi Salvini – perché alcune opposizioni hanno dato un contributo interessante, c’è il Pd che abbaia alla luna e grida perché ha forse la coscienza sporca per quello che non ha fatto negli scorsi anni. Però son contento perché dopo tanto lavoro finalmente si arriva alla fine”.

Il provvedimento, che ora deve essere approvato anche dalla Camera, secondo il Ministro degli Interni dovrebbe portare “maggiore sicurezza, risparmio, più soldi alle Forze dell’ordine, più poteri ai sindaci, più telecamere, pistole elettriche alla polizia locale, quindi sicuramente passerà alla Camera. È un primo passo perché sto girando come un matto Paesi di mezzo mondo per accordi di rimpatri di espulsioni che chi c’era prima di me si è dimenticato di fare”.

Dai banchi del Pd, invece, sono venute non poche proteste durante le operazioni di voto.

“Questo decreto è una presa in giro: parlano di sicurezza e creano insicurezza”, ha sintetizzato il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci.

Sicurezza e Corruzione, il M5s vuole eliminare la prescrizione

Ma il punto più spinoso è la fronda interna al Movimento 5 stelle, che si è concretizzata al momento del voto, quando 5 senatori hanno lasciato l’aula, come avevano preannunciato, per non votare il provvedimento pur volendo confermare in generale il sostegno al Governo.

Il motivo del contendere, tra il M5s e la Lega, resta la prescrizione di alcuni reati, almeno al termine del primo grado di giudizio.

Ed è verosimile che il braccio di ferro, che nei giorni scorsi ha diviso i due partner della maggioranza, la Lega e il Movimento 5 stelle, proseguirà anche alla Camera, dove il provvedimento deve passare dopo il voto del Senato che il governo ha “blindato” con la fiducia.

Il Movimento ha ampiamente ribadito la sua lealtà all’alleato sul tema della sicurezza, ma ha chiesto altrettana disponibilità sullo stop alla prescrizione dopo la condanna in primo grado, tema che si vorrebbe inserire nel ddl anti-corruzione che a sua volta è indiscussione a Montecitorio.

I due leader della maggioranza provano a gettare acqua sul fuoco e a tenere aperta la trattativa per venire a capo del contrasto.

Prescrizione, colazione da Bonafede

“Questa mattina colazione dal ministro Bonafede per fare il punto sulle misure anti corruzione che presto saranno discusse in Parlamento: carcere per i corrotti, daspo ai corrotti, prescrizione dopo il primo grado di giudizio dei processi penali – ha scritto questa mattina Luigi Di Maio su Instagram, dove ha pubblicato la foto che lo ritrae con i ministri Bonafede e Fraccaro e il senatore Paragone.

Poi ha continuato in una diretta Facebook:

“La battaglia contro la prescrizione fa parte del Dna del M5S: noi nella legge anticorruzione pensiamo che la prescrizione e il suo blocco, dopo la condanna in primo grado, sia sacrosanto. Ed è sacrosanto perché oggi l’accesso alla giustizia è diventata anche una questione di soldi e chi ha più soldi può arrivare ad un processo più lungo – ha detto – è una questione di civiltà, di merito e proprio bloccando la prescrizione si riduce la lunghezza dei processi”.

A sua volta, lasciando Palazzo Madama, il vicepremier Matteo Salvini si è mostrato ottimista:

“Io son convinto che in qualche ora si chiude – ha chiosato Salvini – tutti vogliamo che corrotti e corruttori e i mafiosi finiscano in galera. Nessuno vuole che i processi durino all’infinito. Oggi ho letto sui giornali persone culturalmente e giuridicamente lontanissime da me, dal presidente dell’Anm, a Cantone, a pubblici ministeri, a giuristi ad avvocati; tutti vogliono la certezza della pena ma il processo deve finire”.

Vertici M5S avrebbero fatto trapelare che se slitta il ddl anticorruzione, calendarizzato alla Camera il 12 novembre, non verrà votato nemmeno il decreto sicurezza.

Tuttavia oggi Salvini ha assicurato: “Il governo non è assolutamente a rischio – ha detto – Si rassegnino gli sciacalli, questo governo continuerà a lavorare per cinque anni”.

Dal canto suo Luigi Di Maio si è detto “sicuro che sulla prescrizione raggiungeremo il miglior accordo possibile per gli italiani”, anche se una quadra sulla prescrizione “al momento non c’è”.

Il M5s allerta i probi viri sul comportamento dei dissidenti,

Intanto, rischia di diventare un caso politico l’allontanamento dei senatori dissidenti del Movimento 5 stelle al momento del voto di fiducia. Il capogruppo del Movimento 5 stelle a Palazzo Madama, Stefano Patuelli, ha infatti segnalato il caso ai Probi viri, che ora potrebbero arrivare fino ad espellere i dissidenti dal Movimento.

“In qualità di capogruppo ho segnalato ai probiviri il comportamento tenuto in Aula dai senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, che hanno avviato un’istruttoria nei loro confronti – ha fatto sapere Patuelli – Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al governo”.

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