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Ecco come convertire monete tradizionali in bitcoin

Ecco come convertire monete tradizionali in bitcoin

20 Aprile 2018 0 Di Mattia Mancin
  1. Nuova puntata del viaggio alla scoperta dei bitcoin: ecco come districarsi nell’acquisto di bitcoin, o meglio nella conversione di moneta in Bitcoin.

Rieccoci qui a parlare di Bitcoin. Nel corso della prossima puntata vedremo come districarsi sull’acquisto di bitcoin, o meglio su come si fa a convertire la moneta Fiat (termine generico che identificano tutte le classiche monete, euro, dollari, yen) in Bitcoin.

Ma prima di fare questo, dobbiamo capire come si crea il proprio portafoglio, il cosiddetto bitco in wallet, quella sorta di portafoglio elettronico in cui poter comodamente custodire i propri bitcoin.

Bitcoin, come sceglire il portafoglio giusto

Abbiamo centinaia di wallet bitcoin a nostra disposizione, alcuni disponibili gratuitamente online ed offline, altri (quelli hardware) a pagamento.

Ma quale scegliere e perché prediligerne uno ad un altro? Per dare la giusta risposta a questa domanda, dobbiamo prima rispondere ad un’altra domanda, altrettanto importante: quanti bitcoin voglio acquistare?

Vediamo innanzitutto di catalogarli in base alla facilità di utilizzo, ma andiamo per ordine.

Il paper wallet, un portafoglio virtuale…di carta

Per tutti coloro che si trovano alle prime armi, consiglio di prendere dimestichezza con i paper wallet, cioè i portafogli digitali di “carta”, sì, avete capito bene di carta. Come funzionano?

Ci sono vari siti che offrono gratuitamente questo servizio, (ad esempio qui), solitamente bisogna “muovere su e giù il mouse senza fermarsi” per una manciata di secondi, finché non compaiono due indirizzi o stringhe alfanumeriche (serie di caratteri e numeri consecutivi senza senso compiuto) e due QR code (per chi non sapesse cos’è, vi invito a leggere questo breve ma esaustivo articolo).

Il primo indirizzo ed il primo QR code generato, (quello con un numero inferiore di caratteri 34 per l’esattezza) sono due diverse rappresentazioni della nostra chiave pubblica, del nostro indirizzo pubblico, una sorta di IBAN che possiamo e dobbiamo condividere ad esempio se vogliamo ricevere bitcoin (o frazioni di esso) da una terza persona o da un exchange.

È una sorta di chiave unidirezionale, a sola entrata; in parole povere, chiunque possegga quest’informazione, può solo inviarvi bitcoin, ma non può in alcun modo prelevarveli.

Il secondo indirizzo ed il secondo QR code (quello con un numero superiore di caratteri alfanumerici) è invece la vostra “password”, la vostra chiave privata e segreta che non dovete assolutamente condividere con nessuno, perché, tramite questa, potete prelevare ed inviare i vostri bitcoin.

Si chiama paper wallet, perché basta appunto “stampare” questi due indirizzi (ed i due QR code), su di un pezzo di carta che, potrebbe valere anche un milione di euro, dipende da quanti bitcoin avete “inserito” utilizzando l’indirizzo (o il QR Code pubblico).

Inutile dire che queste informazioni sono da conservare in un luogo sicuro: io consiglio di stamparle e dimetterle in cassaforte, ma fate molta attenzione: se perdete questi dati (o se qualcuno ve li ruba) avete perso tutti i vostri bitcoin a prescindere!

I wallet centralizzati sono meglio per iniziare

Per entrare pian piano nel mondo dei bitcoin, soprattutto con piccole cifre che consentono di fare un po’ di pratica, consiglio di cominciare con un wallet centralizzato, anche se questo va un po’ contro la filosofia che sta dietro al Bitcoin ed alla blockchain, anche perché dietro ai wallet centralizzato ci sta sempre bene o male una banca. Ma per cominciare a muovere i primi passi, va più che bene.

Di wallet centralizzati in rete ne trovate a mazzette da 10, ma tra tutti, quelli più semplici da utilizzare, mi sento di consigliarne un paio, Coinbase (basato su una società omonima fondata nel giugno 2012 in California) e Bitstamp (fondato nel 2011 con sede in Lussemburgo).

Sono entrambi molto intuitivi, conosciuti nel settore a livello globale e per questo più sicuri.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi, primo fra tutti la centralizzazione e di conseguenza il fatto che tutti i vostri movimenti di denaro vengono monitorizzati.

Un altro vantaggio dei wallet di questo tipo, oltre che da “storage”, cioè da “deposito” dei vostri bitcoin, sono delle vere e proprie piattaforme in cui è altresì possibile comprare direttamente le principali valute digitali, ma questo aspetto lo vedremo in un secondo momento.

Inoltre, ad esempio in Coinbase, è possibile “vendere” istantaneamente i bitcoin che avete nel vostro wallet ed ottenere un corrispettivo in euro che sarà depositato nel vostro Euro wallet.

Ma fate molta attenzione: ogni volta che vendete, scambiate o trasferite bitcoin o euro da un wallet ad un altro, vi viene applicata una fee (tassa di cambio) non certo trascurabile, soprattutto per importi bassi, senza contare che il prezzo di cambio molto spesso differisce da quello reale anche di 100 / 150 euro per bitcoin.

Quindi fate molta attenzione quando fate questo tipo di operazioni per capire se il gioco ne vale effettivamente la candela.

I wallet decentralizzati, flessibili ma non adatti ai principianti

Molto più interessanti, ma molto più difficili da maneggiare soprattutto per chi si affaccia a questo mondo per la prima volta sono i wallet decentralizzati.

Nati per essere la nuova economia basata appunto su tutte le linee guida che contraddistinguono il bitcoin, in primis la privacy, pieno controllo sul proprio capitale ed anonimato.

Fra i più conosciuti, quello che probabilmente offre un “facile” (per così dire), approccio gestionale è Electrum. Per tutti coloro che volessero saperne di più, con una semplice ricerca in rete potete facilmente trovate innumerevoli link e video tutorial su youtube che ne spiegano il funzionamento.

I wallet hardware, una risorsa non gratuita

Ultimi, ma non per questo meno importanti (che però non sono gratuiti aimè..) sono i wallet hardware, il più famoso e diffuso è quasi sicuramente il ledger nano.

Utilizzare questo tipo di wallet garantisce un livello di sicurezza molto elevato in quanto sei tu, in prima persona, ad avere il controllo del tuo portafoglio sia dal punto di vista software che hardware.

Per contro richiedono conoscenza non proprio di base dal punto di vista informatico e gestionale.

Anche in questo caso, in rete potete trovare di tutto e di più, sia su chi li commercializza, sia su chi ve ne spiega il funzionamento.

Dopo questa breve, ma doverosa panoramica sui tipi di wallet a disposizione per custodire i propri bitcoin, prima di passare al prossimo argomento vorrei soffermarmi un attimo su qualcosa di veramente importante, molto spesso sottovalutato che ha fatto perdere molti soldi digitali a molte persone.

Meglio usare wallet diversi, per sicurezza

Un consiglio personale che mi sento di dare a tutti coloro che volessero investire parte dei propri capitali in acquisto di monete digitali, di non utilizzare un solo wallet, sia per una questione di sicurezza, che di praticità, ma questo lo capirete da soli con l’esperienza.

Indipendentemente dal tipo di wallet a cui ci affidiamo per custodire le nostre monete digitali, dobbiamo prima fare molta attenzione sul fattore sicurezza; infatti, grazie alla natura digitale di queste monete, possiamo, nostro malgrado, essere facile preda di hacker, cioè di coloro che riescono ad entrare nei nostri conti digitali e svuotare in un baleno i nostri wallet, soprattutto quelli centralizzati.

Ma come fare a rendere sicuri e (quasi) inaccessibili i nostri wallet?

Non è molto difficile, ma bisogna prendere opportune semplici precauzioni, ma soprattutto bisogna aspettare altri sette giorni per l’uscita della 5 puntata sull’oro del futuro (ormai presente).

Per partecipare attivamente alle attività di mining del bitcoin, è possibile iscriversi gratuitamente al mio gruppo di miners, a questo link: http://bitclub.network/deepblu69.

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