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Enti locali, Comuni in crisi: la Castelli annuncia un mese in più per i bilanci

Enti locali, Comuni in crisi: la Castelli annuncia un mese in più per i bilanci

28 Marzo 2019 0 Di Pietro Nigro

Enti locali, comuni in difficoltà e a rischio dissesto: la lettera del viceministro Castelli dopo la sentenza della Corte costituzionale: Daremo un mese in più per approvare i bilanci.

Enti locali, la Castelli: Daremo un mese in più per i bilanci

Un mese in più per i Comuni per approvare i bilanci: lo ha annunciato Laura Castelli, viceministro dell’Economia, che ha scritto una lettera aperta dopo la recente eclatante sentenza della Corte costituzionale sugli Enti locali in difficoltà economica. A proporre il rinvio di un mese sarà – secondo la Castelli – il Governo nella prossima Conferenza Stato Città.

Questa dilazione dovrebbe consentire agli enti locali interessati, che sono tutti quelli in difficoltà, di avere più tempo per recepire nei rispettivi bilanci gli effetti della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma della manovra 2016 che consente di ripianare i disavanzi degli enti locali in 30 anni (Decisione n. 18/2019).

La Consulta: Illegittimo spalmare il deficit su trent’anni

Con la recentissima sentenza n. 18/2019, la Corte Costituzionale ha ritenuto fondata la questione di legittimità costituzionale avanzata dalla Corte dei Conti sezione regionale di controllo della Campania su una specifica norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016, varata dal Governo Renzi, che consentiva agli enti locali in predissesto di predisporre piani di riequilibrio finanziario con cui spalmare il disavanzo su un periodo di trent’anni.

La Corte ha evidenziato, tra l’altro, che “la lunghissima dilazione temporale finisce per confliggere anche con elementari principi di equità intergenerazionale”. Non è possibile, in altre parole, trasferire il debito presente alle generazioni future.

La norma – scrive tra l’altro la Consulta – violerebbe gli articoli 81 e 97 della Costtuzione, autonomamente e «in combinato disposto» con gli articoli 1, 2, 3 e 41, in quanto prevederebbe una misura di salvaguardia dell’equilibrio di bilancio destinata a dipanarsi in un arco temporale dilatato ben oltre il ciclo triennale di bilancio e ad ampliare la capacità di spesa dell’ente in condizioni di conclamato squilibrio. In tal modo, inoltre, la disciplina dettata dalla norma: a) sottrarrebbe gli amministratori locali al vaglio della loro responsabilità politica nei confronti dell’elettorato; b) non assolverebbe il dovere di solidarietà nei confronti delle generazioni future, facendo gravare su di esse debiti e disavanzi in modo sproporzionato poiché lo squilibrio non tempestivamente risanato sarebbe destinato a riverberarsi in ragione del principio di continuità dei bilanci; c) non consentirebbe di supportare con risorse effettive le politiche volte a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini; d) pregiudicherebbe il tempestivo adempimento degli impegni assunti nei confronti delle imprese, potenzialmente determinandone la crisi“.

La questione riguarda un gran numero di Comuni italiani in grave difficoltà economica, e che ora devono provvedere a redigere i rispettivi bilanci tenendo conto della importante novità intervenuta con la sentenza della Consulta. Anzi,è verosimile che questi effetti potranno avere una vastissima portata su Comuni che, non spalmando più il disavanzo su trent’anni, si trovano ora a forte rischio di dissesto finanziario.

La sentenza ha affermato inequivocabilmente che quella norma lede l’equilibrio del bilancio e la sana gestione finanziaria dell’ente locale. Principio sacrosanto ed assolutamente condivisibile, a cui si aggiunge anche un riferimento alla “responsabilità nell’esercizio del mandato elettivo“.

Insomma, pare dire la COrte, gli amministratori non possono “largheggiare” con le spese folli, gli incarichi a destra e a manca e con i disservizi, per coi scaricare il conto sulle amministrazioni future con un debito ultradecennale.

Insomma, un conto è tentare di risanare i bilanci, un altro conto è “garantire” la sopravvivenza di enti locali decotti anche per i decenni a venire.

La Castelli: Un parere della Corte dei Conti aiuterebbe ad applicare la sentenza senza danni irreparabili

Il limpido ragionamento della Corte – ha scritto ieri la Castelli nella sua lettera – deve ora, però, trovare la sua attuazione pratica, in modo tale da poter essere applicata ai Comuni italiani interessati da questa pronuncia, che può avere rilevanti effetti sull’approvazione dei bilanci per l’anno 2019, con potenziali rischi di dichiarazioni di dissesto.

Come Vice Ministro, ho più volte evidenziato come sia urgente ed improcrastinabile la riforma complessiva del Testo Unico dell’Ordinamento degli Enti Locali, ponendo un’attenzione particolare alla parte in cui sono contenute le norme afferenti la crisi dell’Ente locale.

In tal senso, ho molto apprezzato che la Corte dei Conti mi abbia fatto giungere tempestivamente una ampia e puntuale risoluzione sul riordino della disciplina della crisi finanziaria degli enti locali.

Sono lieta che si sia avviata una così positiva collaborazione su un tema delicato e rilevante come questo.
Auspico, allo stesso modo e nel rispetto dell’autonomia della magistratura contabile, che sia adottato un parere di orientamento da parte della Corte dei Conti, affinché si possa giungere ad una applicazione corretta e puntuale della sentenza n. 18/2019.

Gli interventi di orientamento generale, delle Sezioni Autonomie o Riunite, giungono spesso dopo un lasso di tempo che oggi diventa sempre più difficile da rendere compatibile con la velocità delle decisioni da assumere.

Pur comprendendo che spesso alla fonte dei contrasti interpretativi vi è una norma scritta male, si rende necessario, come in questo caso, che sia data vita ad una interpretazione di orientamento unitaria, attesi i rilevanti riflessi di natura finanziaria che una pluralità di pronunce regionali potrebbero determinare.

Si rende necessario, infatti, dare e garantire agli amministratori locali un indirizzo chiaro ed univoco, al fine di rispettare integralmente il sapiente dettato della Corte Costituzionale, senza dover attendere tempi lunghi o peggio incorrere in danni irreparabili.

Anche per questo, il Governo ritiene di proporre in Conferenza Stato-Città lo slittamento di un mese per l’approvazione dei bilanci da parte dei Comuni interessati, al fine di consentire a tutti i livelli Istituzionali di recepire il contenuto della già citata sentenza n. 18/2019 della Corte Costituzionale.

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