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Etruria, con l’audizione Ghizzoni è game over per il renzismo

Etruria, con l’audizione Ghizzoni è game over per il renzismo

20 Dicembre 2017 0 Di Marino Marquardt

Colpo al cuore del Renzismo: l’ex Ad di Unicredit Ghizzoni in Commissione Banche conferma lo scoop di de Bortoli sul caso Etruria.

Banca Etruria, Ghizzoni conferma lo scoop di de Bortoli

Caso Banca Etruria, Federico Ghizzoni non soltanto conferma durante l’audizione in Commissione quanto raccontato da Ferruccio de Bortoli nel suo libro “Poteri forti”, ma aggiunge un particolare che finisce con l’inguaiare ulteriormente anche Matteo Renzi: la campagna di sensibilizzazione pro Banca Etruria fu supporta anche da Marco Carrai, grande amico e uomo di fiducia del Segretario del Pd.

Una triangolazione Boschi-Renzi-Carrai, insomma, attorno alla banca aretina. La Boschi agisce incontrando banchieri (tra cul l’ex Ad Unicredit Ghizzoni) e responsabili di Istituti di controllo, Renzi parlandone col governatore di Bankitalia Ignazio Visco, Carrai fungendo da intermediario.

Quest’ultimo con una e-mail a Ghizzoni sollecitava – a nome sottinteso della comune Interlocutrice – una decisione sull’eventuale acquisizione della Banca aretina da parte di Unicredit.

In giornata – appreso del suo coinvolgimento – Carrai cercherà di metterci una pezza spiegando che la mail era stata sollecitata da un suo non meglio identificato cliente interessato a Banca Etruria.

Una pezza e niente più. Inutile dire che l’iniziativa di Carrai ripropone anche la questione lessicale sollevata nei giorni scorsi relativa ai significati “pressione” e “interessamento”

Ora in italiano cosa è il “sollecito” (parola usata da Carrai nella mail) se non una “pressione”?

Ma prima che il caso si trasformi in palestra o ring lessicale, a chiarire il senso degli incontri e delle parole ci pensa lo stesso Ghizzoni affermando – in sostanza – che de Bortoli aveva raccontato il vero.

Inutile dire che le affermazioni di Ghizzoni pongono il suggello al caso.

Morale della favola la Boschi aveva mentito al Parlamento (e quindi ai cittadini) e col suo comportamento aveva dato vita a un conflitto d’interesse di vaste dimensioni.

Ma – faccia tosta come poche – di fronte al pubblico sbugiardamento la Sottosegretaria annuncia che non si dimetterà ed evoca il tribunale e la causa civile intentata a de Bortoli.

Già, “ci vedremo in tribunale” twitta

Parole di una persona che ha del tutto smarrito la lucidità di giudizio.

Una mattinata – questa di oggi – destinata a segnare la fine del renzismo e dei suoi interpreti. Nel Pd riescono a biascicare qualcosa soltanto il solito Matteo Orfini e il lacché Andrea Orlando sulle spine per la candidatura.

All’interno del Nazareno intanto si affilano le armi in vista di una probabile resa dei conti, il Pd affonda nei sondaggi e si annuncia ressa per lo scendere in fretta dal carro renziano.

I silenzi di oggi del Segretario Pd – dopo l’incauta e precipitosa esultanza mostrata al termine delle audizioni del procuratore di Arezzo Roberto Rossi e del governatore Visco – la dicono lunga sulla gravità del momento per personaggi e interpreti del Giglio una volta magico.

Una storia di provincialotti che pensavano di poter conquistare Roma…

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