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Frieze 2021, l’arte è tornata a Londra

Frieze 2021, l’arte è tornata a Londra

18 Ottobre 2021 0 Di Camilla Alcini

È giunta al termine Frieze 2021, l’art fair più famosa di Londra. In una capitale inglese cambiata dalla Brexit e dal Covid, Frieze ha affrontato nuove sfide munendosi di novità e misure di contenimento.

Il ritorno in una Londra post Brexit e post Covid

Enormi tende bianche innalzate nel bel mezzo di Regent’s Park hanno ospitato il ritorno tanto atteso di Frieze London, la fiera di arte contemporanea che mancava da ottobre 2019.

L’ultima edizione risale infatti al mondo pre-pandemico, e non solo: allora il Regno Unito si trovava ancora nella finestra di negoziati per definire i dettagli della Brexit. L’estensione al 31 ottobre concessa dall’Europa non sarebbe bastata to get Brexit done, ma la promessa di Boris Johnson di trascinare il Regno Unito fuori dall’UE sarebbe comunque stata mantenuta poco tempo dopo.

La Londra che ospita ancora una volta artisti e acquirenti da ogni angolo del mondo è dunque una Londra inevitabilmente diversa. E l’arte, da sempre specchio della società, racconta a sua volta questo cambiamento.

Le novità e le sfide per l’arte di Frieze

Frieze si adatta senza fare passi indietro. La sezione Unworlding di Cédric Fauq, ad esempio, è una novità che rappresenta al meglio la realtà dell’arte contemporanea. Si tratta di una selezione di artisti internazionali che si dedicano a disfare il mondo come lo conosciamo“. I pannelli colorati con scritte come “everything you hoped for and everything you feared“, “tutto ciò che speravi e tutto ciò di cui avevi paura” di Nora Turato all’ingresso della fair sono un perfetto esempio di un’arte che provoca, scava e colpisce visivamente.

Un mondo che muta continuamente e un’industria che, come quasi tutte le altre, sta migrando online. È questa una delle sfide principali per le 279 gallerie che hanno esposto a Frieze London questa settimana, che dovranno offrire qualcosa in più per far si che il pubblico voglia consumare e acquistare arte ancora di persona. Inoltre, la capitale inglese deve competere con Parigi e Hong Kong, tra le altre, per restare un riferimento per la vendita di arte contemporanea.

Alcuni highlights della settimana

Tuttavia, almeno con questa edizione di Frieze, Londra conferma il suo primato.

Con ben 39 paesi partecipanti, non sono mancate le novità e le riconferme based in London.

Tra queste, Pilar Corrias ha presentato una un’esposizione individuale sull’artista Sabine Moritz, ribadendo la propria missione per sostenere le artiste donne.

Edel Assanti ha invece puntato su Noémie Goudal, che con la sua istallazione Below The Deep South è stata tra le attrazioni più apprezzate dal pubblico. Si tratta di un film che vede più strati sovrapporsi e lentamente infiammarsi, con il sottofondo audio di una foresta e la sua fauna, opposta al rumore del fuoco che divampa.

Il successo inglese continua anche fuori da Regent’s Park. Nel corso della Frieze Week di Sotheby’s, il quadro di Banksy “Love Is in the Bin” è stato venduto all’asta per 25.4 milioni di dollari. L’artista aveva precedentemente distrutto il quadro di nome “Girl With Balloon”  in diretta durante un’asta del 2018, quando il suo valore era stato stimato 1.4 milioni di dollari.

Anche per quanto riguarda le misure di contenimento Frieze ha saputo attrezzarsi. Braccialetti Covid per vaccinati e muniti di test negativo da tenere bene in mostra e, in teoria, obbligo di mascherina all’interno della fair.

 

Grazie a Frieze 2021, l’arte è ufficialmente tornata.

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