Il caro bollette all’opposizione del governo
02 Febbraio 2023Il prezzo del gas scende ma gli effetti per le famiglie italiane non si vedranno. La transizione energetica europea è sempre più complicata.
Il gas battuto dalle fonti rinnovabili, ma il caro bollette non scompare. Nel 2022 l’Europa ha beneficiato di maggiore energia elettrica prodotta da eolico e fotovoltaico. Il gas che fa funzionare le centrali elettriche si è fermato al 20%, le rinnovabili sono andate otre il 22%. Il 2023 dovrebbe confermare questa tendenza per proseguire poi fino al 2025. Ma chi fa programmi di questo tipo viene considerato alla stregua di un mago.
Ieri la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato il nuovo piano industriale per la transizione ecologica. Il 9 e 10 febbraio sarà discusso dal Consiglio europeo in maniera solenne. Non è certo cosa accadrà perché gli interessi in gioco sono molti e spesso contrastanti. La von der Leyen ha buon diritto di spingere sulla transizione energetica che resta uno dei punti cardine del suo mandato. Ma al tempo stesso sa che tra i 27 Paesi dell’Unione non c’è concordia su quali fonti usare per mantenere la competitività delle economie nazionali. Gli scenari sono molto diversificati come si vede nei due Paesi più influenti dell’Ue: Germania e Francia.
L’ultimo Rapporto dell‘European Electricity Review ha lanciato, comunque, segnali di speranza. Il punto è che dietro la produzione di beni e servizi, i consumi delle grandi e piccole aziende ci sono i cittadini e le famiglie, sempre più abituati a giudicare le scelte politiche attraverso la lente delle bollette di energia. A gennaio il prezzo del gas è sceso e in Italia- per stare ad un Paese “ibrido”- il governo di Giorgia Meloni ha spiegato che la riduzione è stata di circa il 35 % rispetto a dicembre. Ma qui arriva la sorpresa. Il minor prezzo del gas non si trasforma automaticamente nella stessa riduzione in bolletta. Per cui quella diminuzione di prezzo sul mercato non fa scendere la bolletta della stessa percentuale.
L’Italia produce gran parte della propria energia elettrica con il gas. Il sistema energetico nazionale ne ha ancora grande bisogno, si pagano errori del passato. Ma va detto che in bolletta oltre al costo della materia prima, ci sono i costi di trasporto, quelli di gestione del contatore, le spese accessorie. Fatta la somma di queste voci le bollette di febbraio dovrebbero scendere all’incirca del 15% e non del 35%. La quota della materia prima, da cui tutto comincia, pesa più del 40% sui consumatori finali e fino a quando l’Italia non avrà un sistema meno squilibrato sul gas, la situazione non cambierà granché.
La guerra in Ucraina ha prodotto la riduzione delle importazioni di gas dalla Russia. Gli stoccaggi sono pieni, ci sono riserve per gestire le emergenze, le basse temperature stagionali non destano preoccupazioni. In questo quadro l’Italia ha firmato contratti con Egitto, Algeria, Libia per avere più gas dal deserto. Quello con la Libia- sottoscritto alla presenza della stessa premier- ha già imboccato una strada pericolosa, con critiche e disdette di ministri del governo libico. Le nuove trivellazioni probabilmente non si faranno e il gas pronosticato forse non arriverà. Per i prossimi due anni – dice il rapporto di European “la generazione elettrica da gas rimarrà più costosa del carbone” che, per fortuna, sta diminuendo. I concorrenti del gas restano, infatti, eolico e fotovoltaico. Ma in un Paese messo come l’Italia, tra entusiasmi nazional-popolari per le missioni in Africa, richiami all’ Eni di Enrico Mattei (!), futuribili hub energetici e decreti aiuti, il documento dell’ European Electricity sembra dire ai consumatori : per i prossimi due anni è inutile controllare le bollette, tanto si sa già come va a finire.