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I bonus energetici fanno bene all’Italia. Il governo, però, li cambia.

I bonus energetici fanno bene all’Italia. Il governo, però, li cambia.

15 Dicembre 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

I dati forniti dall ‘ENEA nel suo Rapporto annuale, indicano la tendenza a migliorare il sistema energetico nazionale. Il governo Meloni, però, ha ridotto gli incentivi a partire dal 1 gennaio 2023. E’ una buona cosa ?

 

 

Gli ecobonus – il superbonus 110% in modo particolare- fanno bene alla transizione energetica. Quando si alzano polveroni politici e mediatici bisognerebbe avere presente i numeri. Quelli ufficiali, che stanno aiutando l’ambiente e la riconversione energetica, li ha forniti nella sede del CNEL a Roma l’ENEA, che ogni anno prepara un Rapporto sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

Cosa è successo nel 2021 ? Il superbonus 110%, ha consentito l’apertura di 95.718. 23,7 miliardi di euro sono stati gli investimenti attivati in base al meccanismo di detrazione fiscale: 7,5 con l’ecobonus e 16,2 con il superbonus 110%. ENEA ha spiegato che nel 2021c’è stato un raddoppio degli interventi rispetto al 2020. Complessivamente l’Italia ha avuto un risparmio di oltre 2 mila Gigawatt di energia.

L’anno che si chiude è stato uno dei più difficili sul piano energetico. In qualche modo si è ricollegato anche a quello precedente. Il Presidente dell’ENEA , Gilberto Dialuce non lo ha nascosto : “La volatilità del mercato energetico e gli eventi geopolitici hanno evidenziato le vulnerabilità dell’attuale mix energetico e posto in discussione la sicurezza energetica. In questo contesto, l’efficienza assieme alle rinnovabili e ai gas rinnovabili ( biometano e idrogeno) rappresenta un fattore chiave per accelerare la transizione energetica e centrare gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima e dalle politiche promosse dall’UE”.
Alla fine si è ridotta la domanda complessiva di energia e la dipendenza dalle importazioni di petrolio, gas e carbone.

Viene da chiedersi, a questo punto, perché mettere sotto accusa un sistema che sta dando una mano agli italiani ? Ci sono state truffe e lavori avviati e non completati, principalmente per la questione dei crediti bloccati e per le banche che hanno abbassato la fiducia verso le imprese. Anche l’ex premier Mario Draghi non credeva fino in fondo agli incentivi per l’energia. Ma non li ha aboliti, ha chiesto solo più controlli sul superbonus.

Il nuovo governo, invece, ha chiuso il cerchio. Dal 2023 la detrazione per i lavori scende al 90% (salvo interventi dell’ultima ora sulla manovra finanziaria). Il 110% resta valido solo per i proprietari di case unifamiliari, purché sia prima casa e a condizione che i proprietari stessi non superino i 15 mila euro di reddito annuo. Oltre tutto, è stata esclusa la proroga dell’incentivo al 31 dicembre 2022. Le detrazioni possono essere richieste solo da coloro che hanno avviato i lavori entro il 25 novembre scorso con regolare autorizzazione comunale (CILAS).
Si 
fa tutto questo quando la sensibilità ambientale del Paese è in crescita. ENEA ci fornisce altri due dati interessanti sul superbonus: la sostituzione dei caloriferi e il cambio di porte e finestre. Nel 2021 sono pervenute all’Ente (che per legge istruisce le pratiche dei bonus) oltre 680 mila richieste per la sostituzione degli impianti di riscaldamento e più di 210 mila per il cambio dei serramenti. Un giro d’affari per aziende e imprese di costruzioni mai visto negli ultimi dieci anni. I numeri dell’ ENEA sconfessano, quindi,  le polemiche sull’utilità degli incentivi.  Il Paese in sostanza  ne ha tratto benefici, soprattutto per aver importato meno fonti fossili. Ma davvero  al governo di Giorgia Meloni non interessa nulla di questa partita energetica ?

 

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