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Inquinamento: allarme anche in alta quota

Inquinamento: allarme anche in alta quota

09 Settembre 2021 0 Di Nunzio Ingiusto

Meeting di scienziati sulle Dolomiti bellunesi sulle emissioni dannose alla salute e all’ambiente. Gli effetti del lockdown e le azioni che la politica deve intraprendere.

Sulle Dolomiti il “vertice” delle Sentinelle dell’aria

Quanti italiani sanno che sulle vette più alte d’Italia ci sono sentinelle dell’aria?

Sono studiosi e macchinari d’alta quota che tengono sotto controllo l’aria che respiriamo.

Sulle Dolomiti bellunesi, a Falcade, a circa 2500 metri di altezza, gli scienziati – sentinelle si incontrano oggi per fare il punto sulle rilevazioni più recenti.

Grazie ai dati presi sul Monte Cimone, nell’Appennino settentrionale, un team internazionale di scienziati ha dimostrato come il lockdown del 2020 abbia ridotto l’emissione di particolato, uno dei principali gas a effetto serra.

L’Italia continua ad essere tra i Paesi con maggiore emissione di agenti nocivi in atmosfera.

Il fatto che i controlli avvengano ad alta quota è indicativo di una buona volontà di riparare a danni complessivi sulla salute e sull’ambiente.

Ancora recentemente l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha documentato come le città della pianura padana siano tra le più inquinate d’Europa.

Ma il cerchio è interrotto perché mancano soluzioni a breve scadenza.

Gli studiosi dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e Università Ca’ Foscari Venezia sono tra i più preparati al mondo.

L’incontro di Falcade “nasce dall’esigenza di creare un incontro tra i gruppi che studiano il particolato atmosferico in siti montani al fine di incentivare uno scambio scientifico in ambito nazionale e internazionale”, dice Andrea Gambaro, docente all’Università di Venezia.

Nel lockdown ridotte emissioni di particolato, ma occorrono soluzioni strutturali

Alla diffusione della sostanza mortale bisogna porre rimedio e l’urgenza è spostata sul fronte delle decisioni politiche.

In avvio della transizione ecologica nazionale oscurare questa criticità comporterebbe effetti di lungo periodo sulle città.

Di danni economici e sociali neanche a pensarci, per curare le patologie derivanti dall’esposizione a fonti cosi’ pericolose.

Le persone sono esposte a rischi a loro insaputa, salvo rendersene conto in occasione delle chiusure per alti livelli di smog.

I monitoraggi condotti nei più importanti siti montani italiani hanno messo a nudo, dunque, le sorgenti e i meccanismi di trasporto degli inquinanti sia a livello locale che globale.

Quanto al concetto di sentinelle, le aree remote e montane, lontane da sorgenti di inquinamento, sono i primi avamposti per osservare i fenomeni di cambiamento in atto.

Il lockdown ha prodotto i suoi effetti, ma un Paese non vive in segregazione perenne.

E’ il primo alert – da non sottovalutare – che arriva dalle sentinelle di montagna.

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