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La Bella e la Bestia, il remake live action della Disney

La Bella e la Bestia, il remake live action della Disney

13 Marzo 2017 0 Di Emilia Parisi

La Bella e la Bestia: Bill Condon dirige l’adattamento dell’indimenticabile classico d’animazione del 1991 con Emma Watson e Dan Stevens. Al cinema dal 16 marzo.

La Bella e la Bestia, musical contemporaneo

Un piccolo villaggio francese del diciottesimo secolo, Villeneuve, interamente ricostruito nei giganteschi capannoni degli Shepperton Studios di Londra, il cui nome ricorda quello di Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, conosciuta per aver scritto una delle varianti più antiche della fiaba de La Bella e la Bestia (qui il sito ufficiale). È in questo paesino che vive Belle, insieme al padre inventore Maurice, e trascorre le sue giornate sognando un futuro diverso.

Belle, appassionata lettrice di romanzi, fantastica di posti esotici, intrepidi duelli, incantesimi e un principe misterioso. L’attesissima versione live action de La Bella e la Bestia (qui la scheda completa), diretta da Bill Condon e prodotta da David Hoberman, prende spunto dal capolavoro omonimo diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise, tra i titoli Disney più acclamati dalla critica e campione d’incassi nel 1991.

Una storia d’amore epica, tramandata di generazione in generazione, che conta, tra maestranze, interpreti e membri della troupe, ben ventisette candidati all’Oscar e diciassette vincitori, nonché ventisette candidati al BAFTA e nove vincitori. Gli interpreti sono: Emma Watson (Belle), Dan Stevens (la Bestia), Luke Evans (Gaston), Kevin Kline (Maurice), Josh Gad (Lefou) e le voci della servitù tra cui, nella versione originale, Sir Ian McKellen (Tockins), Ewan McGregor (Lumière) e Emma Thompson (Mrs. Bric).

La Bella e la Bestia, il plot

1740. Belle (Emma Watson) è una giovane donna che vive a Villeneuve, un villaggio situato nella profonda provincia francese, insieme al padre Maurice (Kevin Kline), un artista locale eccentrico e brontolone che fabbrica bizzarri carillon che raffigurano città e paesi di tutto il mondo. Belle è impaziente di abbandonare la vita di provincia che non le si addice e trascorre le sue giornate sognando ad occhi aperti, sempre immersa nelle sue letture.

Sul sentiero che conduce al mercato, Maurice è attaccato da un branco di lupi: riesce a mettersi in salvo per il rotto della cuffia in un castello decadente, che si staglia sul fondo di una valle sterminata, ricoperta da una fitta coltre di ghiaccio. Il povero inventore non sa ancora che l’antico maniero è in realtà la residenza di un oscuro signore (Dan Stevens), una temibile bestia con una spessa pelliccia e due grandi corna che gli pesano sul capo.

Belle, preoccupata per l’improvvisa scomparsa del padre, si mette alla sua ricerca: lo ritrova, agonizzante e malconcio, prigioniero in una segreta del castello della valle ghiacciata. Il solo modo per salvarlo è prendere il suo posto. Belle finisce lei stessa prigioniera nel castello della temibile bestia e fa la conoscenza dei suoi curiosi quanto fantastici abitanti: il maître ribelle Lumière, trasformato da un terribile sortilegio in un candelabro parlante, il maggiordomo Tockins, ligio al dovere, trasformato in un pendolo e la cuoca materna Mrs. Bric, trasformata in una teiera.

Ben presto, nel castello un piccolo miracolo accade: Belle, tenace e coraggiosa, non si lascia impressionare dall’aspetto rude e mostruoso della Bestia, riuscendo a scorgere, sotto lo spesso strato di pelliccia, il cuore tenero e delicato del padrone. È a quel punto che Lumière e i suoi amici cominciano a sperare e a pregare: Belle, la giovane fanciulla del villaggio, potrebbe essere la ragazza in grado di spezzare l’incantesimo, il terribile sortilegio che pesa sul castello. Se l’incantesimo non sarà spezzato, tutti gli abitanti trasformati in oggetti diventeranno inanimati e moriranno…

La Bella e la Bestia, ambientazione e personaggi

La Bella e la Bestia di Condon, pur non stravolgendo storia, messaggio, momenti topici e scene memorabili del classico d’animazione della Disney, ha un sapore contemporaneo: le scarpe da ballerina della protagonista diventano stivaletti, conferendole così un’aria da cavallerizza, la gonna un mezzo pantalone, la borsa per i libri delle tasche incorporate nell’abito. E Belle, incarnata da Emma Watson, è un’eroina ribelle, testarda, anticonformista, convinta sostenitrice del potere della lettura e dell’amore.

Il principe, invece, è un uomo viziato ed arrogante che se ne sta seduto sul suo trono dorato nella sala da ballo del castello. Lì ha organizzato una festa grandiosa, a cui prendono parte cinquanta bellissime fanciulle provenienti da ogni parte del mondo, ma lui si annoia a morte. A vestire i panni del signore del castello è Dan Stevens, attore britannico, noto soprattutto per il ruolo di Matthew Crawley nella serie televisiva Downton Abbey.

Il regista, Bill Condon (Demoni e dei, 1998; Dreamgirls, 2006; The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1, 2011; The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2, 2012), è un veterano del musical di Broadway: questa nuova versione live action contiene sia brani presenti nel classico d’animazione, sia canzoni originali, scritte per l’occasione da Alan Menken e Tim Rice: si tratta di Days in the Sun, grande momento corale, di Evermore e di How does a Moment Last Forever, cantata da Célin Dion.

Primo film animato ad essere candidato a sei Oscar, incluso quello per la Miglior pellicola (guadagnò all’epoca due statuette per Miglior canzone e Miglior colonna sonora), La Bella e la Bestia fornì ben poche risposte sul passato di alcuni personaggi: la madre di Belle, i trascorsi della Bestia, il comportamento aggressivo di Gaston (lo spasimante sbruffone di Belle), tutti interrogativi che trovano una soluzione nella versione di Condon. Un’ultima curiosità sul castello incantato: non è solo un lavoro di fantasia dal momento che ha dei riferimenti architettonici, tra cui il suggestivo castello di Chambord, nella valle della Loira, costruito in stile rinascimentale tra il 1519 e il 1547, su influenza di Leonardo da Vinci e Domenico da Cortona.

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