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Pisa, Renzi ha dimenticato la chiesa di San Francesco

Pisa, Renzi ha dimenticato la chiesa di San Francesco

06 Gennaio 2017 0 Di Franco Mariani

Pisa, la chiesa di San Francesco è tra i monumenti bisognevoli di lavori e dimenticati dall’iniziativa @bellezzagoverno.it lanciata pomposamente dall’allora premier Renzi.

Chiesa di San Francesco, promessa dimenticata

Pochi se ne sono accorti, ma prima di lasciare la guida del suo governo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha nuovamente preso in giro quasi 140mila italiani in quanto – nonostante l’annuncio pomposo l’8 maggio, in diretta televisiva su Rai 3 alla trasmissione domenicale di Fabio Fazioil decreto relativo all’iniziativa @bellezzagoverno.it, e quindi l’elenco dei monumenti ammessi a uno speciale finanziamento, che doveva essere firmato il 1 agosto, non è mai stato firmato, e soprattutto non è mai stata fornita una notizia, da allora ad oggi, circa i motivi di tale ritardo e soprattutto le scuse per tale ritardo.

Attraverso una email, gli italiani erano stati chiamati da Renzi a segnalare quali monumenti e opere d’arte necessitano di un urgente opera di restauro, facendo arrivare ai fortunati scelti una parte dei 150 milioni messi a disposizione per questa operazione.

In circa 3 settimane sono arrivate esattamente 139.759 email che hanno segnalato 8 mila monumenti di tutta Italia.

Molte anche le email inviate dai pisani e da tutti coloro, fuori Pisa, che amano la chiesa parrocchiale di San Francesco di Pisa, chiusa inaspettatamente dalla Soprintendenza lo scorso aprile a causa di rischio crollo del tetto.

Pisa chiesa San Francesco

La chiesa di San Francesco a Pisa.

La chiesa, una tra le più belle e artistiche chiese pisane dopo la Primaziale, ospita numerose opere d’arte, oltre la tomba del Conte Ugolino Della Gherardesca, reso famoso dal sommo poeta Dante nella Divina Commedia.

La speciale commissione istituita a giugno – o che doveva essere istituita – dal ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, non si sa che fine abbia fatto e soprattutto se ha mai lavorato.

Per riaprire la chiesa di San Francesco occorrono circa 4 milioni di euro, necessari per rinforzare le 18 travi che sorreggono il tetto e che sono gravemente danneggiate/corrose, oltre a interventi sul tetto stesso e sulla facciata attualmente ricoperta da numerose impalcature.

Pisa chiesa San Francesco impalcature

Le impalcature all’interno della chiesa di San Francesco a Pisa.

Anche il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, si era speso con uno speciale appello alla cittadinanza per sostenere la candidatura di San Francesco, conscio che senza questi soldi, difficilmente si riuscirà a trovare i fondi necessari per i lavori che riportino all’apertura della chiesa, monumento nazionale.

Questo perché, essendo la Chiesa di San Francesco proprietà dello Stato, il Comune non può intervenire direttamente, e anche eventuali donazioni da parte di privati e istituti bancari dovrebbero essere fatti a favore dello Stato, senza però ricevere nessuna assicurazione che i soldi donati verrebbero utilizzati per tale restauro, con la paura / certezza che finiranno poi dirottati per altri restauri, anche fuori dalla città di Pisa.

Se non ci pensa lo Stato / Governo a trovare i soldi necessari ai lavori per la riapertura, chi ci deve pensare?

Il giorno 11 aprile 2016 passerà alla storia come una delle più brutte date per la storica chiesa di San Francesco di Pisa – scrisse l’allora parroco, Fra Tommaso Rylko, nel dare la notizia “dell’ordine dalla Soprintendente Maria Cefaloni di chiudere la chiesa immediatamente – Lo so che facciamo questo per la nostra sicurezza. Spero soltanto che non ci vorranno secoli per eseguire i lavori necessari per tornare a celebrare la messa dentro i muri di questo stupendo monumento della nostra città.

Già in passato la chiesa è stata chiusa, nel 1863, a seguito della Legge 384 del 22 dicembre 1861, quando, assieme al convento, è stata sconsacrata e destinata a caserma militare. Tre anni dopo, il 7 luglio 1866, la chiesa venne trasformata in magazzino di proprietà del Regio Demanio.

Solo dopo 36 anni, il 15 giugno 1899, il Comune di Pisa, che aveva ricevuto dal Regio Demanio in carico l’edificio, decise di concederlo in uso all’Arcidiocesi di Pisa per il culto e la conservazione di opere d’arte. La chiesa fu riaperta però solo nel 1901.

Dopo 116 anni i parrocchiani, ma anche i pisani, devono subire una nuova chiusura decretata dallo Stato.

A questo punto per riaprire San Francesco molto dipenderà solo dall’azione di pressione che tutti i pisani saranno in grado di mettere in atto nei confronti di ministero, Soprintendenza, Regione, Comune affinché il tetto sia restauro nel più breve tempo possibile e la chiesa restituita ai fedeli, ai pisani e ai turisti.

E ad oggi sembra che solo il Comune, nella persona dell’assessore Andrea Serfogli, si stia veramente interessando della questione annunciando, in un intervista al sito della parrocchia, che con il nuovo anno si prodigherà personalmente presso il governo ed alcuni parlamentari toscani per chiedere il loro diretto impegno e interessamento.

Delle gravi condizioni di staticità generali della chiesa se ne parlava ormai da anni, tanto che l’11 marzo 2015 la commissione Cultura del Comune, assieme all’assessore Serfogli e all’architetto Marta Ciafaloni, della Soprintendenza, effettuarono un sopralluogo per fare il punto sulla grave situazione del complesso, situazione più volte denunciata dalla Comunità dei Frati Francescani, a cui è affidata da secoli la parrocchia.

Già nel 2010 erano caduti degli intonaci della facciata laterale, tanto che nel 2013 l’architetto Ciafaloni raccomandava interventi urgenti alla copertura della chiesa per una spesa, all’epoca, preventivata in 600 mila euro. In quell’occasione fu transennata la zona interessata, transenne che ancora oggi deturpano le mura esterne della chiesa e che costano ogni settimana, assieme alle nuove impalcature messe durante l’estate sulla facciata della chiesa, centinaia e centinaia di euro. Probabilmente con i soldi del noleggio delle transenne spesi in questi tre anni si sarebbero potuti pagare i soldi per l’intervenuto sul tetto.

Dal 2010 niente dunque è stato fatto, fino al 17 settembre 2015, quando l’assessore Serfogli, impegnato in un sopralluogo sulle mura cittadine, da quell’altezza notò che una parte del tetto della chiesa di San Francesco era crollato.

Subito scattò un nuovo l’allarme, con tanto di intervento dei Vigili del Fuoco, che misero subito in sicurezza tutta l’area, e sopralluogo della Soprintendenza, di cui abbiamo anche una testimonianza video grazie ad un giornalista del quotidiano La Repubblica.

Poi il 6 ottobre scorso furono messi dei ponteggi esterni.

Mentre operiamo con questi lavori urgenti – spiegò in quell’occasione ai giornalisti l’architetto Marta Ciafaloni della Soprintendenza – aspettiamo la risposta dal Ministero a cui abbiamo chiesto i finanziamento per il restauro completo del tetto.

Poi le impalcature fecero capolino all’interno della chiesa: prima furono chiuse le tre cappelle laterali di destra, dove si trova anche la cappella della famiglia Della Gherardesca, con la tomba del Conte Ugolino, poi, piano piano, i ponteggi hanno preso sempre più spazio, fino a metà marzo scorso, quando hanno mangiato anche il presbiterio e l’altare maggiore.

Nel frattempo una grande gru, nel mese di febbraio, ha effettuato un lungo viaggio all’interno della chiesa, verificando, centimetro per centimetro, lo stato di tutto il tetto.

Quest’indagine – secondo indiscrezioni – avrebbe rivelato che le travi sono consumate al 65%; da qui l’urgente provvedimento di chiusura totale della chiesa, visto che il tetto potrebbe crollare da un momento all’altro.

Lo sgomento da allora domina non solo nei frati francescani ma anche nei fedeli che hanno dovuto traslocare, per le funzioni religiose, nella chiesa di Santa Cecilia.

Oggi chi volesse visitare le opere d’arte di San Francesco lo può fare solo virtualmente, attraverso le foto e i video presenti sul sito internet della parrocchia, www.sanfrancescopisa.it mentre i parrocchiani non possono più pregare nella loro chiesa.

Franco Mariani

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Giornalista Franco Mariani
Tel. 328/8785360
E-mail: mariani@alice.it

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