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Quando la politica fa rima con disgusto

Quando la politica fa rima con disgusto

04 Ottobre 2017 0 Di Marino Marquardt

Sempre più difficile commentare le squallide performance di nani, ballerine, clown ed equilibristi del baraccone parlamentare nazionale.

Quando la politica fa rima con disgusto

Lo ammetto: mi riesce sempre più difficile commentare i fatti politici di fronte alle sempre più squallide performances di nani, ballerine, clown ed equilibristi a cui danno vita costoro nel baraccone parlamentare nazionale.

Il rischio maggiore che corre un osservatore è quello di lasciarsi ingoiare nel vortice delle mistificazioni e degli inganni. E quindi di finire a propria insaputa complice del gioco sporco praticato dai soliti compari e comparielli travestiti da avversari.

E ciò in ossequio al gioco delle parti imposto dal sistema democratico, facciata gentile della globalizzazione selvaggia.

Una volta capito il meccanismo truffaldino riesce dunque difficile commentare e appassionarsi a questa o quell’altra tesi reclamizzata dai ciarlatani di turno.

Mentre scrivo mi torna in mente l’immagine di uno dei tanti capolavori presenti nella Cappella Sansevero di Napoli: la statua del Disinganno. Che nella circostanza potrebbe essere titolata anche del Disincanto.

E già perché nessuna delle forze politiche appare ormai in grado di incantare quanti si occupano di politica.

Approfonditamente o anche soltanto superficialmente.

E’ qualunquismo il mio? No, è disgusto. Disgusto cosmico considerando come vanno le cose anche altrove.

Detto ciò, il quadro politico italiano è tra i più deprimenti.

A Sinistra l’asse Rignano-Laterina

Inizierei dall’asse Rignano-Laterina, un quarantina di chilometri lastricati di cappucci, grembiulini e compassi. Lì i ragazzi della provincia toscana hanno espresso il peggio dando vita a intrecci tra affari e politica.

Il loro Capo dopo i devastanti mille giorni a Palazzo Chigi, oggi è entrato in un lungo cono d’ombra dal quale difficilmente uscirà. Silente e assente di fronte alle grandi questioni nazionali e internazionali, il Giovanotto riesce ad alzare i toni e ad apparire come uno scalmanato soltanto quando è su un palco al cospetto di pochi intimi.

Carriera finita per lui? Per ora riesce a sopravvivere appoggiandosi su Angelino Alfano e Denis Verdini; domani potrebbe riuscire a sbarcare il lunario andando a servizio h24 presso il Signore di Arcore.

Dal Pd e dal suo Capetto alle microsinistre ancora divise tra Sinistra Italiana, Mdp Art 21 e Campo Progressista di Giuliano Pisapippa.

Le lacerazioni ancora presenti, i piccoli interessi di bottega e l’insistenza da parte dei bersaniani nel non voler salutare l’equivoco Pisapippa fanno apparire questa parte politica più portatrice di nostalgici valori che portatrice di un significativo programma sociale.

In merito proprio ieri Massino D’Alema ha annunciato battaglia in occasione della discussione sulla prossima legge di Bilancio. A cominciare dai ticket sanitari. Staremo a vedere…

Centrodestra: il Buono, il Brutto e il Cattivo

Si ricompone la triade nel Centrodestra dove il Buono è Silvio Berlusconi, Matteo Salvini è il Brutto e Giorgia Meloni è la Cattiva. Cattiva al punto da mandare in bestia Roberto Maroni e Luca Zaia.

La Meloni aveva affermato la sua contrarietà al referendum sull’autonomia lombardo-veneta.

Baruffe da copione, la Meloni tiene a curare il proprio orticello postfascista. Intanto Berlusconi tiene tutte le porte aperte alle alleanze. A prescindere dalla legge elettorale con la quale si andrà a votare. Sa che sarà lui il playmaker della situazione…

Infine il M5s. I Cinquestelle a passo di carica si avviano a perdere elezioni già vinte. Ma il gioco ormai non può più durare a lungo. Il chiudere la porta alle alleanze è l’alibi “morale” attraverso il quale gli uomini della Premiata Ditta giustificheranno ancora una volta la propria autoesclusione dal governo.

Sanno che alle condizioni che si sono autoimposte non potranno mai governare. Il sospetto è che sia questa la loro vera funzione. Un fatto comunque appare certo: il M5s si avvia verso l’ultimo giro se ancora una volta deciderà di essere ininfluente e di mettere nuovamente in freezer i milioni di voti che raccoglierà.

Gli elettori pentastellati sarebbero infatti costretti a prendere atto della inutilità del proprio voto. E il requiem sarebbe in agguato…

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