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Riscaldamento globale, la Terra è davvero a rischio, occorre ridurre la Co2

Riscaldamento globale, la Terra è davvero a rischio, occorre ridurre la Co2

16 Novembre 2016 0 Di Miranda Parrini

Riscaldamento globale, allarme dalla Conferenza sul clima di Marrakech: il 2016 è l’anno più caldo, incremento record di 0,88 gradi, occorre ridurre le emissioni di Co2 in atmosfera.

Riscaldamento globale, allarme dalla Conferenza sul clima

Le temperature potrebbero arrivare ad aumentare di 7/8 gradi centigradi, se non saranno drasticamente ridotte le emissioni di Co2, perché il nostro pianeta subisce un riscaldamento globale che sta modificando profondamente il clima.

Negli ultimi 100 anni la temperatura media della Terra è aumentata tra 0,4 e 0,8 ° C , il global warming, i cambiamenti climatici nei dati della comunità scientifica dell’Organizzazione metereologica mondiale Onu, in questi giorni a Marrakech nella Conferenza sul clima, evidenzia dei deficit in quasi tutta la sfera terrestre, registrando il 2016 l’anno più caldo, con l’innalzamento di 3 gradi la temperatura in Russia, Canada e Alaska.

Gli stessi scienziati hanno previsto che entro l’anno 2100, le temperature medie globali potrebbero aumentare tra 1,4 e 5,8 ° c. In questo anno le temperature sono state in media superiori di 1,2 gradi ai livelli preindustriali.

Tra le cause il fenomeno climatico nominato El Nino, che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico centro meridionale ed orientale nei mesi di dicembre e gennaio, provocando inondazioni e problemi gravi all’agricoltura dell’America Latina.

Le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra, che gli scienziati ritengono siano le fonti primarie del riscaldamento globale che si è verificato negli ultimi 50 anni, emissione che ha raggiunto lo scorso anno la soglia esponenziale di 400 parti per milione, rilasciati dalla combustione di combustibili fossili, disboscamento, agricoltura e altre attività umane.

Per l’urgente riduzione delle emissioni dei gas serra, 196 paesi partecipanti alla Cop 21 Conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite, si sono impegnati nella massima cooperazione tra gli Stati del mondo a limitare la temperatura media globale al di sotto di 2 gradi centigradi, dalla conferenza di Copenaghen del 2009 alla conferenza di Parigi del 2015, fino ad arrivare al 2016, con l’Accordo di Parigi entrato in vigore il 4 novembre scorso, per fermare la CO2 entro il 2030.

Il piano d’azione globale impegna la Comunità internazionale ad affrontare l’emergenza climatica, nella riduzione delle emissioni di gas serra per rallentare il global warming. I grandi produttori di petrolio e gas si sono opposti nettamente all’Accordo di Parigi.

La Cina ha chiesto anche che i controlli non vengano fatti da specifiche organizzazioni internazionali ma che ogni stato verifichi le sue emissioni. Gli Stati del mondo non sono d’accordo su conteggiare le proprie emissioni dei voli aerei e delle navi tra Pechino e Roma, ecco che i gas di scarico di aerei e navi non rientrano nei controlli dell’Accordo accettato, dove non esistono sanzioni per chi non si impegna concretamente su quanto firmato.

Le modifiche derivanti dal riscaldamento globale possono includere l’aumento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacci polari, un aumento della frequenza e della gravità delle tempeste e altri eventi atmosferici gravi di quest’anno tra i quali l’uragano Matthew, che ha provocato la morte di oltre 500 persone ad Haiti, oltre alle precedenti catastrofi naturali che nel 2015 hanno coinvolto 19,2 milioni di persone in tutto il mondo, tra inondazioni, uragani e terremoti. E’ un numero due volte più grande degli sfollati a causa di conflitti e violenze.

Gli esperti dell’Organizzazione metereologica mondiale ONU, affermano che il global warming non è solo un problema presente, ma anche futuro, bisogna agire nell’immediato o altrimenti potrebbe essere troppo tardi.

Il riscaldamento globale, contrapposizioni e dibattiti

Alcuni esperti e scienziati ritengono i cambiamenti climatici un fatto naturale, perché dopo una piccola era glaciale deve venire un periodo caldo, che è la fase che stiamo vivendo: dunque a breve ci sarà una fase più fredda e non più calda.

Ogni periodo glaciale dura in genere 90/100 mila anni, mentre ogni periodo caldo dura da 10 a 12 mila anni, quindi il periodo caldo sta per finire, affermando che non c’è relazione tra la temperatura e la CO2.

Anche il neoletto presidente americano Donald Trump ritiene che il riscaldamento globale sia una falsità e afferma che le statistiche gli appaiono totalmente prive di senso, varie volte ha dichiarato di non voler concretamente attenersi all’Accordo di Parigi e, addirittura, reintrodurre l’utilizzo del carbon fossile nella produzione industriale.

Proprio negli Stati Uniti dove le emissioni di anidride carbonica hanno toccato i livelli più bassi da 25 anni, l’uso del carbone si è ridotto di un terzo rispetto al picco raggiunto nel 2007 a vantaggio di gas e rinnovabili, l’evoluzione del mercato sta sorprendendo gli analisti per la velocità dei cambiamenti, nel percorso d’azione dei governi.

Intanto nella Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici del Cop 22, che in questi giorni si svolge a Marrakesh l’inviato americano, Jonathan Pershing, ha affermato che

i capi di Stati possono cambiare e cambieranno, ma sono sicuro che possiamo mantenere e che manterremo uno sforzo internazionale duraturo per contrastare i cambiamenti climatici.

Il Marocco, insieme alla Tunisia, Algeria, Portogallo, Spagna e ad altri paesi africani potrebbero trasformarsi in deserto prima della fine del secolo. Alcuni territori dell’Italia e della Grecia diventerebbero semi-desertici. L’eccessivo calore porta all’innalzamento del livello dei mari causato principalmente dallo scioglimento dei ghiacciai e dalla morte dei coralli con la conseguente espulsione dell’alga contenuta al loro interno, sono alcuni esempi dei danni causati dal riscaldamento globale.

È necessario un «continuo supporto e incoraggiamento politico» per l’applicazione dell’accordo sul clima, nell’interesse dei più poveri e delle generazioni future, esorta Papa Francesco, nel suo messaggio inviato alla conferenza mondiale degli Stati Parte alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite a Marrakesh- ed è necessario per questo agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolaristici, possiamo e dobbiamo veicolare la nostra intelligenza per indirizzare la tecnologia, nonché coltivare e anche limitare il nostro potere, e metterli al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale, capace di porre l’economia al servizio della persona umana, di costruire la pace e la giustizia, di salvaguardare l’ambiente.

Le organizzazioni mondiali ambientaliste tra cui Greenpeace cercano di difendere l’ambiente, ma occorrono anche impegni più concreti degli stati del mondo. L’Arabia Saudita conferma di voler limitare le emissioni di gas serra, mentre la Cina aspetta di vedere le decisioni del nuovo governo. L’Australia ha comunicato che ratificherà l’accordo di Parigi, in queste ore in Marocco sono attese le parole del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

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