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Ritorno al cinema, ecco i film in sala dopo il lockdown 

Ritorno al cinema, ecco i film in sala dopo il lockdown 

28 Maggio 2021 0 Di Rebecca Gnignati

Le opere di Chloé Zhao, Woody Allen, Pedro Almodovar, Gianluca Jodice e Thomas Vinterberg i film più visti dai cinefili italiani per il ritorno al cinema dopo una pausa durata sei mesi.

Ritorno al cinema: i film in sala

Ad un mese dalla riapertura, le sale italiane sono state teatro di un ritorno trionfale della cultura. Armati di mascherina e gel igienizzante, gli appassionati di cinema del Belpaese si sono riversati nelle sale, dopo sei mesi di forzata astinenza. Attendevano questo giorno dal 26 ottobre scorso. Ad attenderli, oltre ad una pistola misura temperatura ed un registro dei presenti in sala, ci sono stati Chloé Zhao, Woody Allen, Pedro Almodóvar, Gianluca Jodice e Thomas Vinterberg. 

La cultura ringrazia. L’economia anche: in tre settimane, Nomadland, film premio Oscar di Chloé Zhao, ha incassato nelle nostre sale 1.239.574 euro e collezionato 189.047 spettatori. La settimana dopo ha debuttato Rifkin’s Festival, di Woody Allen: ad oggi ha ottenuto 66.292 presenze, con 424.665 euro di incassi. Il Cattivo Poeta, esordio alla regia di Gianluca Jodice, detiene attualmente il record di incassi settimanali, essendo uscito il 20 maggio e avendo già totalizzato 198.730 euro e 30.692 presenze. Segue a ruota Un altro giro, film premio Oscar diretto da Thomas Vinterberg, anch’esso uscito il 20 maggio: 149.831 euro e 22.536 presenze.

Ecco dunque delle brevissime recensioni per invogliare i più restii a tornare ad accomodarsi in sala.

Nomadland, Chloé Zhao racconta i nomadi moderni

Nomadland, 2020, regia di Chloé Zhao, con Frances McDormand, 107 minuti. Il dramma della Zhao racconta di Fern (McDormand) che, abbandonato il Nevada dopo aver perso il marito ed il lavoro durante la Grande Recessione, s’imbarca in una vita da nomade moderna nell’Ovest degli Stati Uniti, vissuta nel suo furgoncino.

Durante i suoi vagabondaggi, Fern incontra altri nomadi che vivono come lei senza fissa dimora, per scelta o necessità . Il film é stato presentato alla 77 Mostra del Cinema di Venezia dove ha vinto il Leone d’Oro. Ha poi accumulato 3 premi Oscar, miglior film, miglior regista e miglior attrice, 2 Golden Globe e 4 BAFTA. 

Rifkin’s Festival: Woody Allen omaggia il cinema

Rifkin’s Festival, 2020, regia di Woody Allen, con Wallace Shawn e Louis Garrel, 92 minuti. Una commedia che grida a pieni polmoni il nome del celebre regista newyorkese. Mort Rifkin (Shawn), professore di storia del cinema ebreo, racconta al suo psicanalista del suo viaggio a San Sebastian.

Vi ha accompagnato la moglie Sue (Gina Gershon), PR, a presentare il film da lei rappresentato, diretto da Philippe, giovane regista francese (Garrel). Ipocondriaco, autoironico, ossessionato dal proprio subconscio e dalle donne, Rifkin ci accompagna in un viaggio nella sua vita, cosciente e non cosciente, attraversando un menage-à-quatre, un inizio di attacco cardiaco e un sogno non avverato.

The Human Voice,  tutte le fasi dell’abbandono spiegate da Pedro Almodovar

The Human Voice, 2020, regia di Pedro Almodovar, con Tilda Swinton, 30 minuti. Se avete una settimana da paura, ma volete comunque riservare una trentina di minuti al grande schermo, questo film fa al caso vostro.

Ottavo corto del grande regista spagnolo, nonché suo primo film in assoluto girato in inglese, é basato sulla pièce teatrale omonima di Jean Cocteau.

Una donna (Swinton), abbandonata dal suo amante, ne attende l’arrivo in compagnia del cane e dei bagagli di lui. L’amante, di cui non sentiamo la voce, la chiama per farle sapere che manderà qualcun altro a recuperare i bagagli.

Inizia quindi il monologo telefonico della Swinton, che esplora così tutte le fasi emotive dell’abbandono: dalla finzione d’indifferenza e la disperazione alla voglia di riscatto.

Il tutto é messo in risalto da una scenografia prettamente teatrale e da costumi che rispecchiano gli stati d’animo della protagonista, creando un’eco visivo particolarmente impressionante. 

Il Cattivo Poeta D’Annunzio secondo Gianluca Jodice

Il Cattivo Poeta, 2020, regia di Gianluca Jodice, con Sergio Castellitto, 106 minuti. L’esordio alla regia di lungometraggi di Jodice segue Giovanni Comini (Francesco Patané), giovane federale fascista.

Comini é incaricato dal Partito di tenere d’occhio un sempre più delirante Gabriele D’Annunzio (Castellitto), da anni ritirato al Vittoriale accerchiato da una corte di fedelissimi.

Lo spettatore segue, in parallelo, la maturazione dell’ingenuo Comini e il sempre più vorticoso declino del Vate, messo da parte e tradito dal regime, di cui tenta disperatamente di evitare l’alleanza con la Germania Nazista.

Uno sguardo inedito sugli ultimi anni del poeta e sulle vicissitudini di un giovane, cresciuto sotto il regime fascista, che ne scopre lentamente il lato oscuro. 

Un Altro Giro: quando l’alcol migliora la vita

Un’altro giro (Druk), 2020, regia di Thomas Vinterberg, 117 minuti. Questa pellicola danese é la vincitrice del premio Oscar al miglior film straniero. Seguiamo quattro professori mentre mettono in pratica una teoria di un filosofo norvegese: avere costantemente 0,5 grammi di alcol in circolo migliora la vita sociale e professionale.

I quattro si accorgono presto di quanto la teoria sia efficiente: chi tra loro é sposato vede rinascere la passione, chi aveva problemi in cattedra diventa il nuovo divo del liceo.

Presto quindi, decidono in comune accordo di aumentare la dose, fino a raggiungere la loro massima sopportazione e dover presto affrontare i pericoli della dipendenza, in casa e sul lavoro. 

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