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Salvini: “Solidarietà umana e politica al pistolero di Ivrea”. E’ la barbarie che avanza nell’italico Texas

Salvini: “Solidarietà umana e politica al pistolero di Ivrea”. E’ la barbarie che avanza nell’italico Texas

07 Giugno 2019 0 Di Marino Marquardt

Ma come diavolo si fa ad esprimere “solidarietà umana e politica” a un individuo che nel cuore della notte – accortosi che tre malviventi stavano cercando di entrare nella propria tabaccheria per rubare – scende armato in strada, spara sette colpi di pistola e uccide uno dei ladri? E’ pur tuttavia vero che da uno come Matteo Salvini che definisce il bancarottiere Armando Siri “persona specchiata” c’è da attendersi questo ed altro. Ma c’è un limite a tutto… E il cercare di innalzare a testimonial della legittima difesa un pluriarmato indagato per omicidio è sinceramente troppo!

…E gli imbelli Cinquestelle stanno a guardare. In silenzio.

Da sottolineare che – da quanto si apprende – i malviventi non erano entrati nella casa del tabaccaio-pistolero né erano all’interno della tabaccheria. Stavano armeggiando per cercare di entrarvi. Un colpo di pistola in aria  probabilmente sarebbe bastato per mettere in fuga i tre malintenzionati… Invece no – forse sopraffatto da insano furore – il tabaccaio è sceso in strada e ha fatto fuoco contro gente disarmata.

E’ la barbarie dell’Italia salviniana che avanza! E’ la barbarie leghista contro la quale gli imbelli Cinquestelle non hanno nulla da opporre.

Detto che – come per qualsiasi altro reato – per tentativo di scasso o per tentativo di furto il codice penale non prevede la condanna a morte, l’omicidio compiuto ad Ivrea – in seguito alle parole pronunciate dal Ministro dell’Interno – va oltre il fatto di cronaca nera e giudiziaria.

La vittima è un ventiquattrenne originario della Moldavia, incensurato. I due complici sono riusciti a scappare. Erano tutti incappucciati e avevano già caricato su un furgoncino una macchinetta cambiasoldi con mille euro. A terra hanno lasciato il palanchino, ma nessuna arma. Il tabaccaio – che  in passato aveva subito numerosi furti – è indagato per eccesso di legittima difesa.

L’omicidio di Ivrea che  – a naso –  ha  poco da spartire con la legittima difesa – come detto – diventa ora un fatto politico in seguito alla grave sortita del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Sortita attraverso la quale è stata espressa una sommaria sentenza assolutoria nei riguardi del pistolero. Da leader politico, a Capo religioso a Giudice supremo. E’ decisamente troppo!

Salvini non è un giudice e non puo’ permettersi – attraverso la professione di solidale vicinanza ad un indagato per un grave fatto di sangue – di esprimere giudizi che sono di competenza della Magistratura. Non può permettersi di farlo, Salvini, soprattutto per rispetto verso il ruolo che ricopre! E per rispetto verso la sensibilità della parte sana di italiani! C’è poco da solidarizzare nei riguardi dell’autore di una uccisione che i magistrati potrebbero catalogare “omicidio per eccesso di legittima difesa”!

07/06/2019  h.17.30  h.

 

 

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