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Sanremo vecchio per sempre

Sanremo vecchio per sempre

11 Febbraio 2016 0 Di Angela Bovino

E niente. Non lo capiscono. Proprio non riescono a capire gli intellettualici (intellettuali italici) che cosa spinge un compatriota su due a guardare il Festival di Sanremo. Non possono farsi capaci del fatto che possa piacere ancora (ed ancora ed ancora) sempre lo stesso spettacolo. Anzi che piaccia proprio questo ripetersi del “vecchio” spettacolo.

Perché non c’è alcun dubbio che Sanremo sia vecchio e – sopratutto – che sia tornato volutamente al vecchio. Appare evidente agli estimatori della paleotelevisione in genere, che Carlo Conti non sia altro che Pippo Baudo tornato giovane e – come il grande Pippo – semplicemente funziona.

E non è che funzioni perchè – come dice Aldo Grasso – siamo un paese mediocre oppure – come piace a Dagospia – perchè sia trash. Anzi. E’ l’esatto contrario.

Sanremo non è affatto spazzatura

E’, piuttosto, un ritorno alla semplice eleganza, all’ironia garbata, alla gara rispettosa tra cantanti di ogni età. Cosa c’è di male ad essere una festa popolare che unisce e crea quelle meravigliose fintissime discussioni da festival nei gruppi di ascolto? Ormai i gruppi sono su facebook o su wazzup, ma è quello che diverte: il gioco della chiacchiera, il fare finta che ce ne freghi qualcosa delle gaffe da imbranato di Big Jim Garko o dei vestiti da mille e una notte della Barbie di turno.

La scenografia del Festival di Sanremo-2016

La scenografia del Festival di Sanremo 2016 (ph. Rai)

Non riescono a capire che queste semplici maschere del carnevale festivaliero ci appartengono. La televisione non esiste da molto ma da quando esiste, esiste anche il Festival di Sanremo e prima che coloro cresciuti con essa siano definitivamente scomparsi, il Festival continuerà a piacere.

Perchè ci piace festeggiare Eros Ramazzotti e Laura Pausini che abbiamo visto nascere e crescere e perché le loro canzoni, assolutamente semplici ma non necessariamente banali, le cantiamo e la musica evoca ricordi e i ricordi sono emozioni cristallizzate nei nostri gangli cerebrali. Emozionarci senza necessariamente scioccarci è rassicurante.

Cosa c’è di difficile da capire nella necessità – umana – di stare anche un po’ tranquilli perbacco! (Si, perbacco e caspiterina… anche gli epiteti devono essere adeguati al mood festivaliero) e godersi uno spettacolo semplice? Il Festival di Sanremo è lo specchio del Paese? No. Non lo è affatto. Il Festival di Sanremo è una pausa. Una pausa dagli orrori di questo Paese. Dalle preoccupazioni e dalle polemiche, in cui l’attualità se entra come è entrato il nastro arcobaleno a sostegno della battaglia dei gay, non solo non da fastidio a nessuno, ma anzi, comunica meglio, molto meglio, di piazze e cortei, quelli si davvero trash, nella loro ipocrisia o nella loro arroganza a seconda delle parti.

Il pubblico della Rai e di Rai 1 in particolare è vecchio di età o di pensiero e per questo gli si offre un festival antico? Può anche darsi, ma provate a rivedere questa tv in bianco e nero e poi fatemi sapere se non vi fa piacere vedere una professionista brava come Virginia Raffaele come lo era Franca Valeri oppure vorreste davvero vedere il Festival fatto da dilettanti allo sbaraglio come i ragazzini che imperano su YouTube. Davvero. Ci tengo… fatemi sapere. 😉

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