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Sisma 2016: un progetto innovativo per salvare le opere d’arte danneggiate

Sisma 2016: un progetto innovativo per salvare le opere d’arte danneggiate

15 Gennaio 2018 0 Di Francesca Pierpaoli

Migliaia di opere d’arte scampate al terremoto del centro-Italia tornano a vivere grazie al Codacons e ad un progetto approvato dal Ministero dei beni culturali presentato di recente a Roma.
Sono oltre 30.000 i beni mobili recuperati dopo il recente terremoto del 2016 e di interesse storico, artistico, archeologico, archivistico; alcuni di questi risultano gravemente danneggiati e necessitano di ingenti fondi per il restauro. Grazie a questo innovativo progetto le opere d’arte di Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria salvate dal sisma tornano a vivere in una mostra itinerante virtuale in 3D che utilizza i più evoluti sistemi tecnologici presenti sul mercato, con l’ausilio di fotocamere ad altissima risoluzione e sistemi di elaborazione digitale di ultima generazione, stampanti digitali ad alta risoluzione e monitor 3D autostereoscopici. Si utilizzano pertanto foto in £d dei reperti,

Una mostra ultra-tecnologica e itinerante che valorizza il patrimonio culturale ferito dal sisma e premia l’identità culturale delle popolazioni del centro-Italia, portando in tutto il mondo le preziose opere d’arte delle aree terremotate.

Carlo Rienzi, “il patrimonio culturale torni a vivere”

Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi ha affermato: “Abbiamo lanciato un innovativo
progetto per realizzare una mostra itinerante in 3D delle opere d’arte colpite dal sisma, con lo scopo di raccogliere fondi per i restauri e unire in questa iniziativa istituzioni, sindaci dei comuni interessati e aziende private, perché il patrimonio culturale e artistico delle aree devastate dal sisma non vada perduto e torni a vivere non solo in Italia ma nel resto del mondo”.

La prima opera che torna a vivere grazie alla moderna tecnologia un Crocifisso del XVI secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Maria del popolo a Preta e già custodito nel danneggiato Museo Civico “Cola Filotesio” di Amatrice.

Dopo una prima scrematura, affidata ai Comuni, delle opere da trattare in AS3D- così si chiama la tecnologia che consente la visione tridimensionale senza l’uso degli occhialini -, si andrà avanti creando un raffrontto tra le foto delle opere ferite e quelle dei pezzi integri. Il materiale elaborato servirà quindi all’allestimento della mostra che si dovrebbe inaugurare a marzo proprio allo stadio di Domiziano in piazza Navona a Roma e poi diventare itinerante.

Un resoconto dell’incontro è disponibile a questo link

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