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Tensioni Draghi-Lega: il retroscena del disaccordo sul catasto

Tensioni Draghi-Lega: il retroscena del disaccordo sul catasto

13 Ottobre 2021 0 Di Tommaso Corno

La legge di delega per la riforma fiscale introdotta dal CdM la scorsa settimana causa delle tensioni nella maggioranza che sostiene il governo Draghi.

Tensioni Draghi-Lega: il retroscena del disaccordo sul catasto

La legge di delega per la riforma fiscale introdotta dal Consiglio dei Ministri nel corso della scorsa settimana, che fra i vari temi tocca anche quello della riforma del catasto, ha causato non poco disordine all’interno della maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi.

A creare scompiglio è stata proprio la riforma del catasto, che secondo il disegno di legge prevede il passaggio ad una “valutazione del valore patrimoniale e rendita degli immobili sulla base dei valori di mercato”.

In particolare, la riforma prevede un cambiamento significativo nella valutazione della rendita catastale, che non sarebbe più basata sui vani, ma sulla metratura degli immobili, in quanto l’utilizzo dei vani come misura della rendita creerebbe una forte disparità nel calcolo delle imposte.

Sebbene la stragrande maggioranza dei partiti abbia approvato interamente la proposta, a fare scalpore è stata la netta resistenza espressa dalla Lega. I ministri del Carroccio non hanno infetti partecipato al Consiglio dei Ministri nel quale è stata approvata la legge-delega, sotto indicazione dei leader del partito.

A rendere la proposta del Governo inadeguata sarebbe il rischio che la riforma del catasto, prevista dall’articolo 7 del disegno di legge, porti ad un innalzamento delle imposte per le famiglie italiane. Il segretario leghista Matteo Salvini, in particolare, ha accusato il governo Draghi di star causando una “stangata sulla casa” ai cittadini.

Non è mancata la risposta dello stesso Mario Draghi, parso leggermente scocciato dalla linea presa dalla Lega, che ha voluto ribadire l’impegno da parte del Governo a non far pagare di più. Il premier ha definito la riforma “un’operazione di trasparenza” che servirà in parte ad informare il governo sulle misure necessarie per completare la riforma del sistema catastale (prevista, fra l’altro, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ed in parte a far emergere centinaia di migliaia di “immobili fantasma” che tuttora non risultano registrati.

La presa di posizione da parte di Matteo Salvini, sostenuto a gran voce anche dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sembra contraddire le posizioni sostenute dagli stessi leader del centrodestra qualche anno fa.

Un articolo pubblicato da Il Foglio ha infatti evidenziato come nel 2014, quando una proposta di legge-delega pressoché identica sul tema del catasto entrò in Parlamento, la stessa venne accolta in maniera positiva dal centrodestra.

In particolar modo, fu proprio la Meloni ad affermare, nel corso delle dichiarazioni di voto:

Apprezziamo, in particolare, il processo di revisione delle rendite”, seguito a ruota anche dalla Lega, che con Filippo Busin dichiarò di avere “a cuore” il tema della riforma del catasto.

A difendere la posizione di Salvini o Meloni, perlomeno dalle accuse di ipocrisia in merito al tema della riforma, è Daniele Capezzone, che nel 2014 fece da relatore per la riforma. L’esponente di Forza Italia ha tenuto a sottolineare la differenza fra la riforma del 2014 e quella presentata settimana scorsa, in quanto prevedeva dei “paletti” ben definite per garantire l’invarianza e la tutela dei proprietari. Tuttavia, anche la riforma “incriminata” dalla Lega non influirà sulla determinazione del base imponibile dei tributi.

Sembra dunque che il centrodestra abbia cambiato bruscamente direzione sulla riforma del catasto, e che questo stia causando non pochi attriti all’interno del Governo. Se da una parte si invoca la tutela dei cittadini dall’incremento delle tasse sulla casa, le rassicurazioni di Draghi sembrano puntare ad una narrativa completamente diversa, che getta qualche ombra sull’unità, almeno per quanto riguarda la componente leghista, della maggioranza.

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