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Toscana, il fiume e la memoria a 50 anni dall’alluvione dell’Arno

Toscana, il fiume e la memoria a 50 anni dall’alluvione dell’Arno

20 Ottobre 2016 1 Di Miranda Parrini

Il 4 novembre 1966 l’alluvione che ha devastato la Toscana. Cinquant’anni dopo, un ricco calendario di eventi per recuperare la memoria e per sensibilizzare le giovani generazioni.

Cinquant’anni fa l’alluvione in Toscana

Il 4 novembre dell’anno 1966,  è la data rimasta impressa nella memoria collettiva per l’alluvione avvenuta in Toscana e nel territorio nazionale, uno tra i più gravi eventi idrogeologici accaduti in Italia.

Per ricordare quel tragico evento, a Pisa sono previste molte iniziative culturali e sociali, tra cui lo spettacolo in prima nazionale, libri, cine-battello, esercitazione di Protezione Civile. 

In programma, a Pisa e in Toscana, una serie di eventi tesi a recuperare la memoria storica, rivolgendosi soprattutto alle giovani generazioni,  con spunti di riflessione e ragionamento anche sulla sicurezza attuale del Fiume e del suo valore sociale, economico e ambientale.

A distanza dai 50 anni tante cose sono cambiate, dalla maggior consapevolezza sui rischi idraulici, alla realizzazione di interventi importanti, anche se ancora molto rimane da fare. L’alluvione del 4 novembre del 1966  fù uno dei primi episodi in Italia in cui si evidenziò l’assoluta mancanza di una struttura centrale con compiti di protezione civile.

Le regioni più colpite furono il Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, la Toscana, e più limitatamente Emilia-Romagna e Umbria, dove avvennero estese inondazioni e numerose frane. Ci furono morti e sfollati e numerosi danni a edifici ponti e strade, a Venezia l’acqua alta raggiunse il livello di 194 cm, ad oggi mai più eguagliato. I danni più rilevanti si ebbero tuttavia in Toscana, dove il fiume Ombrone inondò il Grossetano causando migliaia di sfollati.

Numerosi corsi d’acqua andarono in piena o esondarono, la viabilità venne in più punti interrotta da frane. Nella regione si contarono 47 morti, centinaia di feriti e 46.000 tra sfollati e senzatetto.  I danni materiali furono gravissimi, inoltre lasciò disoccupate oltre 30.000 persone. Il bilancio dei danni fù aggravato dalla perdita del patrimonio artistico e culturale.

Dalle testimonianze e dalla cronaca dell’epoca, sembra che i cittadini di Firenze non furono avvertiti dell’imminente fuoriuscita del fiume, tranne alcuni orafi di Ponte Vecchio che ricevettero una telefonata di una guardia notturna che li invitava a vuotare le loro botteghe; le notizie furono date in grande ritardo ed i mezzi di informazione tentarono di sottacere l’entità del disastro.

A causa della inaspettata catastrofe dell’alluvione, causata a seguito di un’eccezionale ondata di maltempo e della grave entità dell’emergenza, lo sforzo organizzato dal governo andava a rilento,  infatti i primi giorni gli aiuti provennero quasi esclusivamente dal volontariato degli “Angeli del fango”, l’incredibile catena di solidarietà internazionale che è nella memoria storica una delle immagini più belle nella tragedia: subito dopo l’alluvione, numerosi  giovani e meno giovani di tutte le nazionalità che volontariamente,  arrivarono a migliaia in città per salvare dal fango le opere d’arte e i libri, insieme ai paracadutisti della Folgore che furono impegnati nell’opera di salvataggio dei beni culturali e nell’aiuto alla popolazione.

A Pisa alle ore 18 del 4 novembre 1966, le acque dell’Arno cominciarono a tracimare dalle cateratte e dalle paratie e sacchetti di sabbia posti sugli argini. Ad operare, a quel punto, fu il Genio dell’Esercito, che fece saltare con il tritolo l’argine del fiume a monte della città, furono rotti gli argini a San Donato, allagando le campagne e devastando ampie zone della città. Nove giorni dopo a sbriciolarsi, il 13 novembre 1966, sotto l’ira delle acque, fu il Ponte Solferino. E nel febbraio dell’anno dopo, a causa della pressione subita, fu tutto il lungarno Pacinotti a cedere.

Ecco che la serie di iniziative in programma, dopo la settimana di eventi organizzata da Unicoop tra Logge di Banchi e Arsenali Repubblicani e la campagna “Io non rischio” di sensibilizzazione sul rischio allagamenti, sono in occasione del 50esimo anno dall’alluvione, in calendario proseguono venerdì 21 e sabato 22 ottobre con l’esercitazione di Protezione Civile sul rischio Arno con la simulazione dell’alluvione del fiume. Da sabato 29 ottobre a Palazzo Blu la mostra fotografica “4 novembre 1966 l’alluvione a Pisa” con le immagini dell’archivio Frassi di Giuseppe Meucci e Stefano Renzoni. Venerdì 4 novembre, giorno dell’anniversario, alle 17 in Sala delle Baleari la commemorazione ufficiale con la partecipazione degli Angeli del Fango e dei paracadutisti della Folgore che furono impegnati nell’opera di salvataggio dei beni culturali e nell’aiuto alla popolazione; a Palazzo Gambacorti la mostra fotografica “Festival Arno” a cura di Unicoop e al Bastione Sangallo, nell’ambito del convegno “Bellezza e Civitas”, la testimonianza dell’Architetto Franco Zagari angelo del fango.

«Recuperare il rapporto della città con l’Arno, rotto ieri dall’inquinamento e dal rischio-alluvioni: è l’impegno che prendiamo nell’anniversario, è l’obiettivo che abbiamo perseguito e sui cui dobbiamo continuare a insistere con coerenza – spiega il sindaco di Pisa Marco Filippeschi .

Il prossimo anno ci saranno avanzamenti sulla navigabilità dell’Arno, ci stiamo lavorando insieme alla Regione. Puntiamo a recuperare la fruibilità del fiume e delle golene, la seconda Biennale di architettura pisana sarà tutta dedicata al rapporto della città con il suo fiume. Ne verranno nuovi progetti e accelerazioni.

Per quanto riguarda la riduzione del rischio di alluvioni, sono iniziati i lavori di potenziamento del canale Scolmatore, curati dalla Regione e svolti dall’azienda Sales, che ha vinto la gara per 15 milioni di lavori. Con i dragaggi daremo maggiore capacità al presidio idraulico più importante in caso di emergenza Arno. Sono in corso le bonifiche belliche e i tecnici ci dicono che entro la fine dell’anno sarà avviata la realizzazione del primo pennello della foce armata».

Intanto le iniziative culturali proseguono, sabato 5 e domenica 6 novembre, al Teatro Verdi Pisa con la prima nazionale de “Il filo dell’acqua. L’alluvione, le alluvioni” di Francesco Niccolini (tre spettacoli: sabato matinèe per le scuole alle 10, replica sabato e domenica alle 21). Altre iniziative fino a sabato 14 gennaio alle 9 nella sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti “La testimonianza del volontariato”: convegno sul contributo e il sostegno che la Pubblica Assistenza ha dato per l’emergenza alluvione. E ancora da novembre a marzo concorso per le scuole elementari e medie inferiori. Il logo della manifestazione è stato realizzato dai ragazzi del liceo artistico Russoli.

 

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