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Udine, la Finanza al Mediocredito Fvg: si indaga per bancarotta

Udine, la Finanza al Mediocredito Fvg: si indaga per bancarotta

28 Settembre 2017 0 Di Pietro Nigro

Perquisizione della Guardia di Finanza al Mediocredito Fvg, di proprietà della Regione Friuli. Si indaga per concorso in bancarotta.

Udine, la Finanza al Mediocredito Fvg

Ispezione della Guardia di Finanza di Udine alla sede del Mediocredito Fvg, la banca di proprietà della Regione Friuli che soffre per una eccessiva quantità di crediti in sofferenza. Gli investigatori delle Fiamme gialle – una ventina – si sono recati all’istituto friulano alla ricerca di documenti utili a valutare ed esaminare una cinquantina di crediti, mutui e finanziamenti concessi dalla banca ad aziende fallite poi fallite nel giro di un anno e mezzo. Da alcuni mesi, infatti, il sostituto procuratore della Repubblica di Udine Paola De Franceschi sta indagando sulle ipotesi di concorso in bancarotta semplice e mendacio interno, al momento a carico di ignoti.

L’inchiesta ha preso le mosse da un esposto denuncia presentato da un europarlamentare 5 stelle di Udine, Marco Zullo, e da alcune interrogazioni dei parlamentari Nicola Morra, Giorgio Sorial e Barbara Lezzi.

Zullo, in particolare, ha a suo tempo denunciato la gestione della banca degli ultimi anni, e in particolare una politica creditizia forse troppo facile. Il Mediocredito, infatti, è un istituto finanziario pubblico, di proprietà della Regione guidata dalla Pd Barbarta Serracchiani, specializzata nel credito a medio e lungo termine alle imprese e ai programmi di sviluppo pubblici e privati. Il sospetto è che le procedure e le direttive della banca in materia di prestiti alle aziende siano state poco incisive, con il risultato che troppe volte i prestiti potrebbero essere stati concessi ad aziende non meritevoli di credito, se non addirittura in crisi o fallimentari.

Mediocredito Fvg Marco Zullo

Il parlamentare europeo Marco Zullo, del Movimento 5 stelle.

“Con un atto ispettivo alla procura di Udine – spiega Zullo – abbiamo trovato una relazione di Banca d’Italia che evidenziava ipotesi di reato pesanti da parte di Mediocredito. Scorrettezze confermate anche da altre relazioni della polizia tributaria, documenti sconcertanti abbandonati lì, in archivioe. Una recente sentenza della Corte di Cassazione sul principio di continuità dei valori di bilancio dimostra che se una falla all’interno di un bilancio non è sanata in quelli successivi, tutto è riconducibile al primo dei bilanci incriminati, anche se sono decorsi i canonici 5 anni per la responsabilità degli amministratori. Da qui un esposto alla stessa procura di Udine che dimostra (attraverso un incrocio tra fallimenti di aziende, prestiti non onorabili, interpretazioni creative dei bilanci e molto altro) il concorso esterno in bancarotta”.

A rilevare gli errori anche gravi nella conduzione della banca sono stati in passato gli ispettori della Banca d’Italia, che ha il compito di vigilare su tutte le banche italiane. Ebbene, in una ispezione del 2013, gli ispettori di Bankitalia hanno rilevato un gran numero di mancanze e di errori proprio nella politica creditizia, nelle procedure di valutazione preventiva del merito e dei creditori e perfino nei controlli successivi all’erogazione e nel recupero dei crediti. Comminando anche diverse sanzioni agli amministratori dell’epoca.

Un’altra ispezione di Bankitalia si è conclusa nel novembre dell’anno scorso, ed ha trovato ulteriori irregolarità, tanto che i vertici del Mediocredito Fvg, nei mesi successivi, hanno disposto una indagine interna ed hanno avviato diverse azioni di responsabilità a carico di vari dirigenti.

“Abbiamo acquisito sia i documenti dell’esposto sia le tre ispezioni di Banca d’Italia – spiega il colonnello Sergio Schena, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Udine – ed ora abbiamo acquisito la documentazione relativa ad una cinquantina di crediti, mutui e finanziamenti, concessi dalla banca ad altrettante aziende che risultano fallite anche solo un anno e mezzo dopo”.

Lo scopo è di comprendere se, alla concessione del mutuo, le procedure di erogazione siano state eseguite correttamente e se le situazioni di debolezza delle imprese finanziate fossero conosciute o conoscibili, spiega il comandate delle Fiamme gialle.

“Ci occorrono alcuni mesi per studiare i documenti acquisiti e verificare le ipotesi di concorso in bancarotta e mendacio bancario interno – spiega ancora Schena – per poi accertare eventuali fattispecie di reato ed individuare chi li avrebbe commessi”.

Mediocredito Fvg, quattro anni di bilanci in rosso

Tra l’altro, il Mediocredito Fvg, forse proprio a causa della eccessiva esposizione creditizia, da diversi anni attraversa profonde difficoltà di bilancio e finanziarie. Gli ultimi quattro bilanci sono stati chiusi in profondo rosso. Da ultimo, il bilancio 2016 è stato chiuso con 76,2 milioni di euro di deficit.

Più volte gli azionisti, e tra questi soprattutto la Regione Friuli, proprietaria al 54,9 per cento, e CariTrieste, socia al 30,5 per cento, hanno dovuto intervenire con prestiti, rifinanziamenti e aumenti di capitale per fronteggiare il deficit. E l’ultima assemblea ha dato al Cda proprio il mandato di concludere l’aumento di capitale da 100 milioni di euro necessario a salvare la banca.

Da anni, poi, la Regione sta perseguendo la vendita dei crediti incagliati prima e dell’intera banca poi. Ad inizio di agosto l’americana Bain Capital ha acquisito dal Mediocredito Fvg circa 385 milioni di euro di crediti in sofferenza. Inoltre, sono riprese le trattative interrotte a fine 2016, per individuare una partnership industriale o per il passaggio della proprietà dalla Regione ad Iccrea o anche ad altri istituti.

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