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UE, Consiglio Affari Esteri: i diritti umani cuore della politica europea

UE, Consiglio Affari Esteri: i diritti umani cuore della politica europea

25 Febbraio 2021 0 Di Anita Bonollo

Consiglio europeo per gli Affari Esteri preoccupato per i diritti umani in Myanmar, Russia, Hong Kong, Bielorussia, Etiopia, Iran e Venezuela.

Diritti umani, o meglio la loro violazione in tanti paesi del Mondo al centro dei lavori del Consiglio per gli Affari Esteri dell’Ue, che si è tenuto lunedì scorso a Bruxelles, e al centro delle preoccupazioni dei ministri che vi hanno partecipato.

La violazione dei diritti umani unisce la politica estera europea

Oltre che i prossimi appuntamenti internazionali, dunque, al centro dell’agenda del vertice, che il ministro italiano Luigi Di Maio ha dovuto lasciare non appena saputo dell’agguato in Congo, soprattutto il Myanmar, i rapporti con la Russia, Hong Kong e la Bielorussia, il G5 Sahel summit, l’Etiopia e gli sviluppi sul nucleare iraniano. Tutti argomenti di fondamentale importanza perché legati tra loro dal file rouge dei diritti umani.

L’UE sanzioni i responsabili e supporti i civili in Myanmar, Hong Kong e Bielorussia

L’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea, Josep Borrell, ha aperto l’ordine del giorno proprio riferendo la critica situazione del Myanmar, e si è concentrato sulla necessità di una risposta comune da parte dell’Unione.

Il Consiglio ha quindi condannato all’unisono l’attacco al governo da parte dei militari, schierandosi dalla parte del popolo burmese.

Ed ha chiesto il rilascio immediato degli esponenti politici ancora in stato di arresto, tra cui il Nobel per la Pace e leader del partito democratico Aung San Suu Kyi, e ha avviato le procedure per le misure restrittive contro gli autori del golpe militare.

Inoltre, l’Ue e gli Stati Membri, Italia compresa, continueranno a fornire aiuti umanitari ai civili

Allo stesso modo, si continuerà a supportare la popolazione di Hong Kong e quella della Bielorussia, considerate la persistenti criticità in entrambi i paesi.

Tema questo molto caro all’Italia, che il 7 febbraio ha tenuto la giornata di solidarietà con la Bielorussia. Per quest’ultima, si è valutata la possibilità di attuare ulteriori sanzioni rispetto a quelle già in atto. 

Ma ai colloqui di Bruxelles si è parlato anche di relazioni UE-Russia, in seguito alla visita di Borrell a Mosca il 4-5 febbraio.

Il Consiglio ha concordato sulla possibilità di implementare politiche restrittive per le continue violazioni dello stato di diritto perpetuate dai funzionari russi.

In particolare, si è deciso di imporre misure restrittive contro i diretti interessati dell’incarcerazione del dissidente politico Alexei Navaly.

E per la prima volta, ha dichiarato Borrell, si farà uso del Regime Europeo Globale dei Diritti Umani.

Questa misura è stata stabilita in sede di Consiglio dell’Unione Europea lo scorso dicembre. Si tratta di una lista di sanzioni applicabili ad individui, enti e istituzioni che violano i diritti umani. Tra le varie sanzioni, il divieto di viaggiare in UE, il congelamento dei fondi e la perdita del diritto di richiesta prestito fondi per persone o enti in UE. 

La videoconferenza con gli Stati Uniti

Nel pomeriggio, si è collegato in videoconferenza anche il Segretario di Stato Americano Antony Blinken per confrontarsi su temi cruciali per la relazione UE-US. Dall’insediamento della nuova amministrazione americana, questo è stato il primo evento formale tra Unione Europea e Stati Uniti. 

Le parti si sono scambiate opinioni riguardo le opportunità internazionali e le possibili sfide future, cercando di trovare una posizione comune su temi cruciali quali le relazioni con Russia e Cina.

Inoltre, non solo gli interessati hanno rinnovato la volontà di rafforzare la relazione transatlantica, ma anche di unire le forze per creare una leadership mondiale per combattere le minacce attuali, la crisi sanitaria e quindi economica, l’emergenza climatica e l’erosione dei valori democratici e dello stato di diritto.  

Diritti umani anche nelle dichiarazioni conclusive

I ministri hanno poi condiviso le opinioni sul Summit dei Capi di Stato dei Paesi del G5 Sahel (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad) al quale hanno partecipato in veste di partner internazionali, Italia compresa. Si è ribadito il crescente impegno dell’Europa e dell’Italia per la stabilizzazione delle regione. 

In linea con le dichiarazione della Farnesina, i 27 ministri hanno convenuto sulla necessità di un accesso umanitario nel Tigray il prima possibile, per fornire supporto e protezioni ai civili. 

Preoccupazioni anche sul lato Iran, per gli sviluppi del nucleare.

Aggiunte infine altre 19 persone del Venezuela alla lista delle persone destinatarie di misure restrittive per abuso dei diritti umani, portando l’elenco a un totale di 55 individui.

Nota positiva del Consiglio: per la promozione dei diritti umani, hanno approvato il piano di ripresa COVID-19 per i diritti umani e delineato le priorità europee sui diritti umani per i forum delle Nazioni Unite del 2021

 

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