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Ultimissime dall’talia, tra trafficanti di bombe e rivoluzione culturale a 5 stelle

Ultimissime dall’talia, tra trafficanti di bombe e rivoluzione culturale a 5 stelle

31 Dicembre 2017 0 Di Marino Marquardt

 

Ultimissime dall’Italia, tra trafficanti di bombe e rivoluzione culturale 5 stelle

Ultimissime dell’Anno appena consegnato agli archivi; ultimissime dall’Italia, da quel popolo notoriamente di santi, poeti e navigatori, un popolo che proverbialmente non si fa mancare niente.

Un popolo che a tal proposito (il non farsi mancare niente) ora scopre di avere tra santi, poeti e navigatori anche produttori e trafficanti di bombe, ovvero di quei micidiali ordigni generatori di stragi di inermi. Involucri di morte nella culla del Cattolicesimo.

La notizia è stata comunicata dagli Usa. Ma i Palazzi sapevano. Forse hanno taciuto per non turbare gli animi degli italici ferventi cattolici.

Gente sensibile, questa dei Palazzi sulle rive del Tevere. Nessuna voce si è levata neanche da Piazza San Pietro. Forse Francesco era in altre faccende affaccendato, troppo occupato con le liturgie natalizie.

Pazienza. Gli affari del resto sono affari e i soldi son soldi anche se sporchi di sangue. O no?

E’ questa una delle ultime notizie che va ad aggiungersi alle altre dell’Anno appena archiviato.

Fanno parte della rosa di quelle notizie definite significative, notizie che i media ritualmente assemblano e che barbosamente propongono agli utenti in occasione del Capodanno.

Dalla fabbrica e dai mercanti di bombe al botto di fine anno della politica.

Ne è autore il M5s, sempre più partito e sempre meno Movimento alla luce degli ultimi sviluppi.

E’ fortemente indiziato di successo elettorale, il M5s. E per questa ragione si attrezza e dà vita a una vera e propria rivoluzione culturale al proprio interno.

Alla vigilia dello scoccare del gong della Mezzanotte l’annuncio fa rumore e segna l’avvio della normalizzazione politica del M5s.

Il che non significa necessariamente la perdita della purezza etica e il precipitare nel degrado morale che qualcuno aveva agitato come spauracchio.

Sempre più partito e sempre meno Movimento, ripetono all’unisono gli osservatori.

E non sbagliano checché dicano le flebili smentite di Davide Casaleggio.

Tutto sommato una buona notizia. Abiurati dogmi e velleitari principi, superati e abbattuti Totem e Tabù.

Finalmente non si udirà più l’ipocrita slogan “Uno vale Uno”, roba per gonzi e per ingenui esaltati.

La rivoluzione culturale in atto consentirà ai pentastellati di apparire politicamente maturi.

Per la prima volta tra i 5 stelle si parla di alleanze possibili, per la prima volta la parola “Partito” non è più demonizzata, per la prima volta non si escludono possibili deroghe al doppio mandato, per la prima volta si parla di un organismo collegiale interno (quello proposto con Giancarlo Cancelleri, Vito Crimi e Roberta Lombardi deve essere considerato soltanto un embrione della Segreteria che verrà).

Hanno capito – i pentastellati – che diventare “Partito” non significa necessariamente iscriversi al club dei disonesti, hanno capito che compromessi Alti e alleanze con patti chiari appartengono alla politica non a caso definita “Arte del possibile”.

Spiazzati gli attivisti invasati e gli ortodossi, si apre una nuova pagina dunque per il M5s.

Peccato che le nuove regole siano state fissate applicando metodi padronali.

Non poteva essere del resto diversamente in assenza di un organismo collegiale interno.

Domanda: Ma non potevano pensarci prima a cambiare regole e Non Statuto (da oggi Statuto)?

Temevano forse l’infantilismo politico degli attivisti della Rete?

Certo, sarà dura ora per Beppe Grillo e Luigi Di Maio far metabolizzare agli ultras ortodossi il fatto che molte delle regole vigenti fino ad ieri – che gli stessi invasati avevano sacralizzato – erano sbagliate, propagandistiche, boiate pazzesche, utili nell’infanzia pentastellata ma oggi da buttare.

Avevano la stessa funzione che Babbo Natale ha per i bambini.

Non fanno invece notizia negli ultimi giorni dell’Anno i due Compari, Matteuccio e Silvio.

Il primo ha capito che più parla, più ammicca dando vita a smorfie poco gradevoli e più aggrava la posizione sua e del partito che dirige, il Pd; Il secondo ormai è un disco rotto.

Con l’inseparabile e protocollare foglio di carta bianca piegato tra le mani (lo esibisce in tv a mo’ di coperta di Linus) spara sciocchezze, cerca di vendere illusioni e promesse e si guarda bene dall’entrare in rotta di collisione col Ragazzo di Rignano sull’Arno, suo prossimo valletto nella Corte di Arcore.

Il tutto mentre Matteo Salvini lo attende dal notaio e Giorgia Meloni – serafica – cura il suo orticello.

Frattanto i cosiddetti moderati – sempre più simili ai Greemlins (i voraci mostriciattoli protagonisti di un film per ragazzi) – mercanteggiano a destra e a manca consigliati anche dall’ubiquo Denis Verdini.

Tutti hanno lo champagne in frigo. Ma ancora non sanno se per brindare per festeggiare o se berlo per consolarsi.

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