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Vendeé globe, quei foil che…

Vendeé globe, quei foil che…

07 Dicembre 2020 0 Di Nicholas Rinaldi

Kevin Escoffier - © Marina nazionale / Difesa

Vendeé globe 2020, gli UFO, i foil, la solitudine e la voglia di andare oltre con le proprie gambe in un ambiente che non perdona. Jean Le Cam a bordo di Yes we cam!, 61 anni e non sentirli, sempre presente alla Vendeé globe che ha rischiato di vincerla nell’edizione 2004-05 è oggi eroe nazionale. Il presidente Macron l’ha contatto personalmente invitandolo con la sua famiglia all’Eliseo una volta terminata competizione mondiale. Jean Le Cam è un eroe per aver salvato il proprio connazionale Kevin Escoffier che ha dovuto abbandonare la propria barca PRB a seguito di una rovinosa rottura: la barca si è divelta su se stessa per cedimento strutturale. Ore difficili per Kevin, ben 11 da solo in una zattera autogonfiabile prima di essere recuperato da Jean Le Cam che si conferma un buon vecchio marinaio. In queste ore Kevin viene trasbordato su un’unità della marina militare francese presente nell’area.
La Vendeé globe di quest’anno si conferma quella con maggiori ritiri per impatti con oggetti non identificati. Sono i cosiddetti UFO, ovvero frutto dell’inquinamento dell’uomo dei nostri mari. Erano rari ma sempre più frequentemente è possibile colpire oggetti dal container semi galleggiante alla boa in vetroresina sganciatasi chissà dove. Fatto sta che, questi racer da 500Nm (920Km) in 24 ore con propulsione green, rischiano molto non avendo alcun sistema di previsione su dove questi UFO si trovino.
Andiamo ai foil che sempre più caratterizzano e caratterizzeranno la vela nel futuro. Questi foil producono delle forze portanti che favoriscono, nel caso della Vendeé

Vendeé Globe 2020, Alex Thomson, Hugo Boss

British yachtsman Alex Thomson, skipper of the ‘HugoBoss’ IMOCA Open60 race yacht. Shown here leaving for the start line of the Vendee Globe 2020.
Credit: Lloyd Images

globe, un momento raddrizzante delle barche. Per qualche istante permettono anche alle barche di sollevarsi in gran parte dall’acqua riducendo gli attriti e raggiungendo velocità impensabili oltre i 25 nodi. Lo slamming sulle onde dopo la planata, la torsione trasversale della barca, l’effetto che ha sull’albero e sulla carena crea le condizioni perfette per un ritiro. Lo sa bene Alex Thomson, a bordo di Hugo Boss, che deve ritirarsi a seguito della collisione con UFO di un suo timone ma anche per la rottura della paratia longitudinale della sua barca causata dello stress dello slamming. Potremmo definirlo flying slamming la causa del ritiro di PRB e del cedimento strutturale di Alex Thomson in conseguenza all’uso innovativo dei foil.

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