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Zimbabwe, il presidente non si dimette: tutto pronto per l’impeachment di Mugabe

Zimbabwe, il presidente non si dimette: tutto pronto per l’impeachment di Mugabe

20 Novembre 2017 0 Di Pietro Nigro

Scaduto invano il termine per le dimissioni del presidente deposto, i nuovi capi dello Zimbabwe preparano l’impeachment di Mugabe.

Zimbabwe, si va verso l’impeachment di Mugabe

Aveva tempo fino a mezzogiorno, il presidente dello Zimbabwe deposto dal colpo di Stato della settimana scorsa. Ma il tempo è passato senza che l’anziano ex leader dello stato africano presentasse le dimissioni. Ed ora, i nuovi uomini forti che hanno preso il potere si preparano a dichiarare l’impeachment di Mugabe.

Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e sua moglie Grace (pg. Ap / Tsvangirayi Mukwazhi).

Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e sua moglie Grace (pg. Ap / Tsvangirayi Mukwazhi).

E’ probabile che, a questo punto, il “Grande vecchio” che ha tenuto in pugno lo Zimbabwe per quarant’anni abbia le ore contate. Nel giro di 24, 48 ore, infatti, il parlamento dello Zimbabwe potrebbe attivare il procedimento per arrivare ad approvare l’impeachment di Mugabe con estrema facilità.

Sulla carta occorre una seduta congiunta delle due camere del Parlamento, l’Assemblea nazionale e il Senato, seguita dalla riunione di una commissione di senatori di nove membri ed infine una seconda seduta congiunta del Parlamento, che dovrebbe approvare l’impeachment con una maggioranza di almeno 2/3.

E il partito dello Zanu-Pf dovrebbe avere tutti i numeri che servono per chiudere la partita con il vecchio eroe della rivolta al colonialismo e teorico della guerrilla in tempi molto rapidi.

Non è dato di sapere se il 93enne Robert Mugabe rischi anche la vita. Ma è certo che ormai la sua lunghissima parabola politica sia giunta al termine, nonostante la contrarietà di diverse cancellerie occidentali.

Mugabe, infatti, ha tenuto saldamente il potere per quarant’anni, ma con un regime autoritario e personale se non dittatoriale, fondato sulla violenza e sulla repressione dura di ogni dissenso politico ma giunto al culmine della crisi a causa di una spaventosa crisi economica.

Fino a che, la scorsa settimana, i suoi generali hanno mobilitato soldati e carri armati ed hanno preso il potere pressoché senza sparare un colpo. Il penultimo atto di questo strano colpo di stato africano si è avuto nel corso di un teso e drammatico weekend, durante il quale Mugabe prima è stato espulso dal partito di governo Zanu insieme alla moglie e ad alcuni fedelissimi, poi ha promesso di dimettersi per parlare infine alla Nazione, con un roboante discorso fatto di proclami, di annunci di riforme agrarie e di governi di unità nazionale.

Ma anche gli stessi golpisti hanno svolto il loro ruolo, obbligandolo a non presentare le dimissioni ai generali proprio per non avallare l’idea di un colpo di Stato militare.

A loro volta, i capi della potente Associazione dei Veterani della Guerra di Liberazione Nazionale, la Znlwva (nella foto), che fino all’altro ieri erano i più fedeli sostenitori di Mugabe, hanno intanto annunciato di aver presentato istanza alla Corte suprema dello Zimbabwe per far dichiarare costituzionale l’azione dei militari della settimana scorsa.

Impeachment di Mugabe

La conferenza stampa del capo dell’Associazione dei Reduci della Guerra di Liberazione Nazionale Chris Mutsvangwa ad Harare in Zimbabwe il 20 novembre 2017 (ph. Ana).

E’ probabile che proprio il sostegno della potente associazione dei reduci ai militari abbia avuto il suo peso specifico nel successo del rivolgimento militare. Il capo della Znlwva, Chris Mutsvangwa è stato cacciato dal governo di cui faceva e dal partito al potere Zanu quando ha iniziato a contrapporsi alla moglie del dittatore, Grace, che ha sempre ambito a succedere al marito.

Insomma, l’idea è che ad Harare si stia rappresentando una commedia delle parti, in cui l’ex capo della sicurezza Emmerson Mnangagwa, che si appresta a diventare presidente, vuole in qualche modo dare una parvenza democratica al passaggio di potere.

Contemporaneamente, sin da sabato migliaia di persone sono scese in piazza ad inneggiare e a festeggiare la fine data ormai per imminente del dittatore che ha portato alla fame lo Zimbabwe.

Gli studenti dell’università dello Zimbabwe manifestano a sostegno dell’impeachment di Mugabe (ph. M&G).

Ed anche oggi, migliaia di studenti universitari hanno lasciato l’università di Harare per circondare pacificamente la sede del governo e chiedere che il dittatore si faccia da parte.

Ora, dunque, l’epilogo della carriera politica di Mugabe deve andare in scena davanti al Parlamento.

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