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Ecco a voi il Rosatellum

Ecco a voi il Rosatellum

03 Novembre 2017 0 Di Rita Dietrich

I punti salienti della nuova legge elettorale. Dopo diciassette anni, con il Rosatellum si ritorna al proporzionale a discapito del maggioritario

Dopo il Mattarellum (1996-2001), il Porcellum (2006-2013) e i mai applicati Italicum e Costellum, arriva il Rosatellum, legge con la quale andremo a votare l’anno prossimo.

Si tratta di un sistema misto proporzionale e maggioritario tornando così ideologicamente al Porcellum solo con percentuali invertite.

Infatti al maggioritario, voto uninominale che premia chi ne ha di più, nella vecchia legge veniva assegnato il 75% dei voti, con il Rosatellum questo dato cala al 35% circa, a favore del maggioritario espresso in piccoli collegi plurinominali.

Si ricorda che il maggioritario prevede un vincitore anche per un solo voto, mentre il proporzionale suddivide i voti fra le diverse coalizioni.

Risultato in numero:

Camera: 630 seggi di cui 232 assegnati con il maggioritario con collegi uninominali, 386 con il proporzionale dei collegi plurinominali e 12 circoscrizioni esteri.

Senato: 315 seggi di cui 109 con il maggioritario con collegi uninominali, compresi 6 Trentino Alto Adige, 1 Molise, 1 Val d’Aosta, e 200 con il proporzionale dei piccoli collegi plurinominali e 6 nella circoscrizione estero.

Pertanto dopo tanti anni ritorna una legge elettorale applicabile in egual misura sia per il Senato che per la Camera

Ma ecco le principali differenze:

1. La soglia minima di accesso ai seggi è prevista al 3% per i singoli partiti e al 10% per le coalizioni. Poiché il sistema è misto, un candidato il cui partito escluso dalla divisione dei seggi perché non ha raggiunto il 3%, può mantenere il suo seggio se viene eletto con il sistema maggioritario e viceversa. Questo perché sono ammessi i pluricandidati fino ad un massimo di 5 collegi plurinominali.

2. I collegi plurinominali, saranno definiti con decreto governativo e saranno composti dall’accorpamento di più collegi uninominali. Le liste saranno bloccate, ma per non intercorrere nella bocciatura della Consulta che ha dichiarato anticostituzionale i listini bloccati in grandi collegi, ( motivo che aveva fatto decadere il porcellum), questi collegi saranno composti da pochi candidati con l’intento di garantire la riconoscibilità dell’eletto.

3. Decadono le singole liste a favore delle coalizioni che con un gruppo di liste possono sostenere un singolo candidato all’uninominale e correre da sole per la quota proporzionale. Inoltre devono essere identiche in tutto il territorio nazionale e non come il Mattarellum che permetteva diverse unioni a seconda del territorio.

Queste coalizioni non necessitano di avere né simbolo né programma comune, cosa che invece spetta alle singole liste composte per lo più da piccoli numeri. La maggior parte di queste coalizioni così composte molto probabilmente avranno durata solo in concomitanza delle elezioni. Questi sistema infatti rende ancora molto più fluide le alleanze che senza vincolo di mandato possono essere sciolte in ogni momento.

4. A differenza del vecchio Mattarellum, il voto sarà espresso in una sola scheda e non può essere disgiunto. Quindi dovendo esprimere un  solo voto, il nome di un candidato in un collegio uninominale scelto per la quota maggioritaria deve appartenere alla stessa lista che si vota per la quota proporzionale. Ciò genera un complicatissimo calcolo di ripartizioni fra candidato e liste che lo sostengono.

Conclusioni

In ultima analisi, fra le critiche maggiori raccolte da questa legge, sono gli eccessivi vincoli ai quali viene condizionato l’elettore e il rischio di far proliferare liste e listine al fine unico di portare voti al candidato più conveniente. Il risultato è una frammentazione eccessiva delle correnti politiche che alla fine sceglieranno coalizioni fluide a seconda dei propri interessi. In altre parole sembra proprio che questa legge rispetti esattamente l’attuale composizione del Parlamento italiano.

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