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2024 anno nero per il clima. Cosa fare nel 2025 ?

2024 anno nero per il clima. Cosa fare nel 2025 ?

07 Gennaio 2025 0 Di Nunzio Ingiusto

I dati dell’ Osservatorio Città Clima di Legambiente denunciano ritardi e inefficienze. Parlamento e governo prendano atto dei rischi per milioni di persone.

Quasi un evento al giorno.Il 2024 passa alla storia climatica come un anno nero. L’Osservatorio Città Clima di Legambiente ha contato 351 eventi meteo estremi che non hanno risparmiato nessuna zona dell’Italia. Il dettaglio è allarmante con 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni causati dal vento, 46 esondazioni fluviali, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 grandinate pericolose, 19 frane da piogge intense, 9 danni a infrastrutture essenziali, 8 mareggiate. Il Nord Italia è stata l’area più colpita con 198 eventi, seguita dal Sud con 92 e dal Centro con 61. Un campionario di accadimenti che mettono al primo posto la necessità di intervenire in modo quanto più articolato possibile.

La vulnerabilità dell’Italia resta connotata da siccità, esondazioni, alluvioni su cui pesa il riscaldamento globale. L’Italia è particolarmente esposta al rischio del riscaldamento – ricorda Legambiente- sia perché qui il riscaldamento dell’atmosfera avanza a velocità quasi tripla rispetto alla media globale, sia perché il consumo di suolo non conosce soste. Le critiche al Governo Meloni a questo punto riguardano l’azione di governo di due anni. Il Paese è davvero così impreparato a fronteggiare le emergenze ? «Nel 2024 l’Italia è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata – dice Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – Il Governo in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati”.

Il Piano clima approvato dopo lunghe peripezie politiche e scontri con la Commissione Ue non utilizza i fondi necessari, ma nemmeno nella legge di bilancio appena approvata ci sono risorse adeguate. I quadro è allarmante  soprattutto per i rischi che corrono milioni di perone  esposte a pericoli di ogni genere. In altre parole siamo davanti a un emergenza sottovalutata.

Il 2025 è iniziato e oltre le solite recriminazioni, Parlamento e governo devono definire una vera strategia contro le incertezze climatiche a partire della gestione idrica all’origine della siccità che ha colpito (e presumibilmente colpirà ancora) Sicilia, Sardegna, Basilicata. La battaglia per una legge sul consumo di suolo indiscriminato è l’altra faccia della insicurezza nazoinbale. Quanto alle censure al governo Meloni, va detto che somigliano molto a quelle fatte ai governi tecnici o di centrosinistra che non vanno considerati del tutto incolpevoli della decadenza ambientale del Paese. Il tempo per rimediare si accorcia sempre di più.

 

 

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