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Accesso delle donne all’università vietato in Afghanistan, l’Occidente protesta con i Talebani

Accesso delle donne all’università vietato in Afghanistan, l’Occidente protesta con i Talebani

22 Dicembre 2022 Off Di Pietro Nigro

L’Occidente protesta contro la decisione dei Talebani di vietare l’accesso delle donne all’Università in Afghanistan.

Accesso delle donne all’università vietato in Afghanistan, l’Occidente protesta con i Talebani

Fa discutere e solleva proteste indignate in Occidente la decisione dei Talebani al governo in Afghanistan di vietare l’accesso all’istruzione a donne e ragazze afghane. Dure proteste arrivano in particolare dal’ Consiglio d’Europa e dai minsitri degli Esteri di tutti i Paesi occidentali.

“L’annuncio del 20 dicembre da parte dei Talebani di bandire le donne dalle università è un’altra violazione degli obblighi internazionali e costituisce una discriminazione sistematica e istituzionalizzata contro le donne e le ragazze. – ha dichiarato ‘alto rappresentante Josep Borrell a nome dell’Unione europea – Avendo assunto de facto il controllo del paese, i talebani hanno l’obbligo di garantire la protezione e l’adempimento dei diritti sociali, economici, culturali, civili e politici protetti dai trattati e dalle convenzioni internazionali di cui l’Afghanistan è uno Stato parte. Ciò include garantire che un’istruzione di qualità sia disponibile e accessibile a tutti senza discriminazioni.

La decisione è stata presa lo scorso 20 dicembre dal ministero dell’Istruzione superiore dell’Afghanistan, che ha sospeso l’accesso alle università da parte delle studentesse fino a nuovo avviso. Il portavoce del ministero dell’Istruzione superiore in una lettera ha confermato l’effetto immediato del divieto di accesso alle studentesse nelle università pubbliche e private, in ottemperanza a una decisione di fatto del gabinetto.

Ogni bambino dovrebbe avere accesso all’istruzione primaria e secondaria senza discriminazioni di alcun tipo, indipendentemente dalla religione, dal sesso, dall’origine etnica o sociale, dalla disabilità o da qualsiasi altra condizione. Ha ricordato Borrell nella sua nota diffusa ieri sera, – Anche l’accesso all’istruzione superiore dovrebbe essere garantito senza alcuna forma di discriminazione. La persecuzione di genere può costituire un crimine contro l’umanità secondo lo Statuto di Roma, di cui l’Afghanistan è uno Stato parte. Le recenti misure dei talebani, insieme a tutte le precedenti misure cumulative che limitano i diritti fondamentali delle donne e delle ragazze in Afghanistan, sono estremamente preoccupanti e sembrano essere una politica sistematica. “Privazione intenzionale e grave dei diritti fondamentali contrari al diritto internazionale a causa dell’identità del gruppo o della collettività”, “commessi come parte di un attacco diffuso o sistematico” sono definiti come crimini contro l’umanità ai sensi dell’articolo 7 dello Statuto di Roma. 

La negazione del diritto all’istruzione per le donne e le ragazze afghane è dunque prima di tutto una violazione dei loro diritti e mina la loro capacità di prosperare e svolgere un ruolo pieno e significativo nella società, secondo Borrell, che ha anche sostenuto che “L’UE si aspetta che i talebani rispettino i loro obblighi, revochino la loro decisione e garantiscano l’accesso universale a un’istruzione di qualità in tutto il paese. L’UE rimane impegnata nei confronti del popolo afghano e continua a monitorare la situazione nel paese al fine di fornire l’assistenza necessaria alla popolazione nel miglior modo possibile”.

La protesta congiunta dei ministri degli Esteri dei Paesi occidentali

La decisione dei Talebani afghani di sospendere l’accesso delle donne all’Università è stata condannata anche dai Governi degli Stati Uniti d’America, dai Governi di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svizzera e Regno Unito.

I Ministri degli Esteri di questi Paesi hanno infatti diffuso una nota congiunta con l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell, per condannare “fermamente le recenti decisioni dei talebani di mettere al bando le donne dalle università, di continuare a escludere le ragazze dalle scuole secondarie e di imporre altre dure restrizioni alla capacità delle donne e delle ragazze in Afghanistan di esercitare i propri diritti umani e le libertà fondamentali”.

“Le misure oppressive dei talebani contro le ragazze e le donne afgane sono state implacabili e sistematiche. Negli ultimi 16 mesi, i talebani hanno emanato non meno di 16 decreti e editti che, tra l’altro, limitano la mobilità delle donne, allontanano le donne dai luoghi di lavoro, richiedono coperture dalla testa ai piedi per le donne, vietano alle donne di utilizzare spazi pubblici come parchi e palestre e lasciare le vedove e le famiglie guidate da donne in circostanze terribili con il requisito della tutela maschile. Queste politiche rendono evidente il disprezzo dei talebani per i diritti umani e le libertà fondamentali del popolo afghano”.

Il testo congiunto, diffuso alla stampa di tutti i Paesi dai rispettivi minsitri degli Esteri, fa esplicito riferimento a “L’ingegnosità e il dinamismo delle donne afghane sono urgentemente necessari per aiutare ad alleviare profondi e sconcertanti bisogni economici e umanitari. Un Afghanistan stabile, economicamente vitale e pacifico è raggiungibile e sostenibile solo se tutti gli afghani, comprese le donne e le ragazze, possono partecipare pienamente, equamente e in modo significativo e contribuire al futuro e allo sviluppo del paese”.

Di qui lla dichiarazione di sostegno a “tutti gli afghani nella loro richiesta di esercitare i propri diritti umani in conformità con gli obblighi dell’Afghanistan ai sensi del diritto internazionale. Con queste mosse, i talebani si isolano ulteriormente dalla popolazione afghana e dalla comunità internazionale. Esortiamo i talebani ad abbandonare immediatamente le nuove misure oppressive rispetto all’istruzione universitaria per donne e ragazze e a revocare senza indugio la decisione esistente di vietare l’accesso delle ragazze alla scuola secondaria. Le politiche talebane progettate per cancellare le donne dalla vita pubblica avranno conseguenze sul modo in cui i nostri paesi si impegnano con i talebani. La nostra principale preoccupazione continuerà ad essere il benessere, i diritti e le libertà del popolo afghano”.

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