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Al Cinema “The French Dispatch”, il nuovo coloratissimo mondo di Wes Anderson

Al Cinema “The French Dispatch”, il nuovo coloratissimo mondo di Wes Anderson

12 Novembre 2021 0 Di Laura Saracino

Approda nelle sale italiane “The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun”, attesissimo film firmato dal regista Wes Anderson. Il film, ambientato in Francia, ripercorre le vicende della redazione del French Dispatch, periodico settimanale parte del quotidiano fittizio Evening Sun con sede a Liberty in Kansas. La testata immaginaria e la narrazione celebrativa dei suoi giornalisti sono un omaggio alla rivista New Yorker, al suo team editoriale nonché allo stile inconfondibile del settimanale statunitense.

Un omaggio al giornalismo in perfetto stile Andersoniano

Dopo rinvii e attese, The French Dispatch è finalmente al cinema, per la gioia degli affezionati dei racconti surreali, ironici, al confine tra realtà e fantasia già protagonisti dei film “Gran Budapest Hotel” (2014) e “I Tenenbaum” (2001).

The French Dispatch non è solamente la storia di una redazione di un piccolo villaggio francese, quanto piuttosto un’occasione unica per vedere la stessa città attraverso gli occhi dei giornalisti abitanti di Ennui-sur-Blasé. Come una lente speciale capace di aggiungere o togliere i colori, ogni scena viene mostrata dal punto di vista interno di uno dei narratori-scrittori della vicenda. I colori, vero segno distintivo Andersoniano, sottolineano la consapevolezza e la vicinanza del protagonista alla propria stanza. L’intero film può essere letto come un inchino ai giornalisti e alla loro professione, sottolineando quanto l’umanità del cronista venga coinvolta nei fatti narrati e dell’importanza che queste voci hanno non solo nella descrizione della quotidianità ma nello svolgersi degli eventi.

Attraverso piccoli quadri narrati dalle parole degli articoli, vengono ripercorse la storia soggetto dell’articolo intrecciata alla storia personale di chi lo ha scritto. Un doppio strato di narrazione che acquista molteplici significati e funge da chiave di lettura attraverso cui i protagonisti raggiungono un grado più profondo di autocoscienza. Le sequenze di immagini, parole ed esperienza diretta sono legate al significato emotivo e simbolico di essere parte dell’ultimo numero dell’inserto, per quello stesso editore e giornale che per molti degli scrittori ha rappresentato una famiglia, un’occasione di riscatto e realizzazione personale.

Ecco allora che il primo articolo, breve quanto dettagliato, scivola alle spalle del giornalista che racconta della propria città mentre sfreccia in bicicletta per le strade tra i protagonisti della vita quotidiana di Ennui-sur-Blasé. Interpretato da Owen Wilson, il cronista ricostruisce con le parole i colori, i rumori e le voci, capaci di creare un meccanismo perfetto che ricorda gli ingranaggi di un orologio o di un presepe popolato da tanti personaggi che si muovono ritmicamente seguendo un corso d’acqua o il corso del sole.

Il quadro successivo presenta l’ascesa al successo artistico di un pittore criminale impersonato da Benicio del Toro, la cui storia è strettamente intrecciata a quella della sua musa e di un galeotto commerciante d’arte, rispettivamente interpretati da Léa Seydoux e Adrien Brody. La scena è ironicamente in scala di grigi, non solo a demarcare la separazione tra presente e racconto passato, ma per sottolineare anche la distanza e la fondamentale estraneità tra la vicenda e la giornalista che ha l’incarico di redigere l’articolo, portata in scena da Tilda Swinton.

Segue l’inserto politico, un reportage sul movimento studentesco, perfetto nel suscitare quel senso di gioventù abbandonata dagli adulti che pur di essere presa in considerazione si batte e parteggia per tutto ciò che rappresenta il contrario e l’eccezione all’ordine e alla regola. Una rappresentazione rivoluzionaria delle proteste studentesche sessantottine che trasforma il braccio di ferro tra polizia e comitati in una partita a scacchi giocata per strade della città, contrapponendo nettamente e inequivocabilmente la burocrazia delle alte sfere con l’immediato, idealista e collettivo entusiasmo degli universitari. I giovani attori protagonisti sono Timothée Chalamet e Lyna Khoudri, mentre il ruolo della giornalista viene magistralmente interpretato da Frances McDormand, capace di mostrare in maniera cristallina quanto il personaggio rilegga gli eventi alla luce della propria esperienza e si interroghi sul proprio stile di vita.

Quarta e ultima storia viene presentata come show televisivo, in cui Jeffrey White, nel ruolo del giornalista, racconta la storia del rapimento del figlio di commissario di Polizia (interpretato da Mathieu Amalric) e di come il cuoco della centrale, impersonato da Stephen Park, risolva la situazione in modo inaspettato.

Film eccentrico che diventa il cilindro dell’illusionista Anderson

Lo schema antologico del film è un grande prediletto del regista, che ripropone l’utilizzo di segmenti narrativi in molti dei suoi film. L’eccentrico film diventa il cilindro di un illusionista, dal quale saltano fuori tante magie, ognuna unica nei suoi colori e interpreti.

Anche il panorama di volti e voci che costituiscono il cast corale di The French Dispatch è immenso: insieme ai nomi di attori fedeli al regista, ritrovabili in molte sue pellicole come Saoirse Ronan, Willem Dafoe, Bill Murray, Tony Revolori e altri già citati, tanti grandi protagonisti del cinema hanno vestito con piacere i panni stravaganti dei personaggi Andersoniani, collaborando anche solo per un cameo al carnevale di persone e colpi di scena.

Ad aggiungersi alla sequenza di situazioni inaspettate, alcune scene si trasformano in cartoni animati: ecco che gli inseguimenti in macchina diventano disegni in movimento sullo schermo e gli attori personaggi grafici che scatenano l’ilarità del pubblico stupefatto.

L’incredulità è il sentimento dominante, che continua anche al termine della pellicola. I titoli di coda riportano un ringraziamento al fondatore del New Yorker Harold Ross, al suo redattore William Shawn e ai giornalisti del periodico, le luci in sala si accendono e il pubblico è soddisfatto: tanti colori, altrettante situazioni improbabili, e un senso generale sfuggente, in perfetto stile Andersoniano.

 

 

The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun è in tutte le sale italiane dall’11 novembre.

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