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Algeria, le donne guidano la popolazione in piazza

Algeria, le donne guidano la popolazione in piazza

08 Marzo 2019 0 Di Corrado Corradi

Algeria, il presidente non rinuncia alla candidatura e la popolazione torna in piazza guidata dalle donne.

Algeria, Bouteflika non molla e la popolazione scende in piazza

Ieri, il presidente/sovrano Bouteflika, da un ospedale in Svizzera dove è ricoverato da una decina di giorni, ha agitato lo spettro del caos che possono creare “gli insidiosi nemici che cospirano contro l’Algeria” e ha lasciato intendere che non rinuncerà a correre per il quinto mandato.

Oggi, per questo terzo venerdì consecutivo di protesta, si prevedeva che migliaia di algerini si sarebbero riuniti nel centro della Capitale, nella storica Place de la Poste, e in altre città, per protestare contro tale possibilità.

Ebbene, alla fine della preghiera, non migliaia ma un milione (stimato per difetto solo nella capitale) di persone ha manifestato ad Algeri, e altre manifestazioni si sono svolte a Tiaret, Orano, Bouira, Tizi Ouzou, Blida.

A guidare i cortei di protesta, in prima fila c’erano le donne, e non penso sia attribuibile solo alla ricorrenza dell’8 marzo… Ricordo che durante le elezioni del 1996, che hanno confermato il presidente Zeroual in una situazione funerea per la minaccia dei Gruppi Islamici Armati di sgozzare chiunque avesse esultato per quella elezione, a dare il via ai caroselli di macchine e alle manifestazioni di giubilo sono stati gli youyou delle donne… Noi, osservatori occidentali, non ci eravamo resi conto che le donne algerine in casa avevano dato indicazioni di voto ai loro mariti e avevano poi dato la stura ai festeggiamenti sfidando le minacce degli allegri sgozzatori di Allah.

Merita evidenziare lo spirito della protesta, improntato ai “commandements des marcheurs du 8 mars” (i comandamenti dei marciatori dell’8 marzo), scritti dal poeta algerino Lazhari Labter, strumentali a incanalare la protesta ed evitare disordini con incidenti maggiori:

  • “Pacifiquement et tranquillement je marcherai” (marcerò pacificamente),
  • “A aucune provocation je ne répondrai” (non risponderò alle provocazioni),
  • “Les baltaguias j’isolerai et à la police je les remettrai” (isolerò i provocatori – baltaguias sono i “casseurs” prezzolati dal “pouvoir”– e li consegnerò alla polizia),
  • “Pas une pierre je ne jetterai (non lancerò pietre),
  • “Pas une vitre je ne briserai” (non infrangerò vetrine),
  • “Après la marche je nettoierai” (dopo la marcia pulirò).

Effettivamente non si sono registrati incidenti maggiori e le manifestazioni, imponenti (le immagini televisive parlano chiaro), si sono svolte in maniera disciplinata e pacifica.

La protesta in atto in Algeria testimonia della maturità di quella popolazione (di etnia maghrebina) a discapito di un “pouvoir” ribaldo che la sfrutta e opprime da una quarantina d’anni.

Ecco perché la primavera araba si è fermata, senza riuscire a metter radici in Tunisia e non è riuscita ad estendersi all’Algeria e al Marocco.

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