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Alla Ricerca di Dory, il nuovo film Pixar

Alla Ricerca di Dory, il nuovo film Pixar

16 Settembre 2016 0 Di Francesca Pierpaoli

Appena uscito sugli schermi, “Alla Ricerca di Dory” conquista subito il fedele pubblico amante della Pixar con i suoi temi delicati quali la famiglia e la disabilità.

Dory, un sequel ben riuscito

Il film è un riuscito sequel del famoso “Alla ricerca di Nemo”, firmati in entrambi i casi da Andrew Stanton, una delle punte di diamante  della Pixar: regista e sceneggiatore tra gli ideatori di film epici dello studio quali Toy Story 3, Wall-E, Monsters & Co. “Fare un sequel è sempre molto difficile”, ci aveva detto Davide Pesare nel corso del nostro viaggio alla Pixar di luglio, “perché vi sono numerosi vincoli di cui tenere conto per non stravolgere i personaggi e le storie”.

La storia di Dory è incentrata appunto sulla dolce pesciolina “chirurgo” amica di Nemo e di suo padre Marlin, ed affetta da un disturbo della memoria a breve termine. Quando Dory ricorda improvvisamente di avere una famiglia che forse la sta cercando, i tre decidono di partire per una straordinaria avventura attraverso l’oceano che li condurrà fino al prestigioso Parco Oceanografico, in California: un acquario che è anche un centro di riabilitazione. Per riuscire a trovare sua madre e suo padre, Dory chiederà aiuto ai tre abitanti più stravaganti del posto: Hank, un irascibile polpo che tenta continuamente la fuga, Bailey, un beluga convinto di avere un sonar difettoso, e Destiny, uno squalo balena miope. Esplorando con destrezza le complesse regole del Parco Oceanografico, Dory e i suoi compagni d’avventura scopriranno l’amicizia, il senso della famiglia e la magia che si cela nei loro difetti.

Molte le similitudini con il primo film, anche se in tanti anni la tecnologia d’animazione ha compiuto passi da gigante: il mare, le mille sfumature di blu, gli effetti di luce estremamente realistici, sono solo un esempio.
Ancora una volta nel film si parla di un viaggio, un lungo e complesso percorso ad ostacoli per ritrovare e ritrovarsi dove il personaggio principale, Dory appunto, è molto complesso psicologicamente. La sua sfida diventa chiara man mano: la simpatica pesciolina sa che ricordare non è il suo forte ma deve usare proprio la sua forza d’animo per superare questo limite. Per farlo sfrutta tutto quello che ha: la simpatia, l’amicizia, la capacità di trovare una mediazione con tutti, la lealtà e l’ascolto. Difficile ritrovare un personaggio così psicologicamente definito e su di esso la Pixar costruisce la sua nuova variazione animata sui temi a lei cari: la crescita, la famiglia, i rapporti.
Per molti versi questo è anche un film sulla disabilità, in senso lato: se Dory, infatti, ha disturbi di memoria che la rendono in qualche modo diversamente abile, anche gli altri personaggi hanno dei “difetti”: la balena è miope, il polpo agorafobico, il beluga complessato. Eppure, lungi dal costituire un limite, queste “disabilità” si trasformeranno in punti di forza, con una serie di trovate e gag davvero irresistibili.

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