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Attentato a Sigfrido Ranucci. Attacco alla libera informazione

Attentato a Sigfrido Ranucci. Attacco alla libera informazione

17 Ottobre 2025 Off Di Nunzio Ingiusto

L’auto del giornalista e quella di sua figlia questa notte sono state fatte saltare in aria con una bomba . Il giornalista è illeso ed era appena rientrato in casa. Le due auto erano parcheggiate in strada e sono andare distrutte, completamente bruciate. Erano ferme davanti alla casa di Ranucci a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Secondo le prime ricostruzioni,  l’attentato è avvenuto con un ordigno piazzato sotto l’auto del giornalista la cui potenza avrebbe potuto uccidere. Sigfrido Ranucci ha sporto denuncia ai carabinieri di Pomezia, contro ignoti. La Rai e tutto il mondo politico e istituzionale stanno esprimendo solidarietà e vicinanza al conduttore di Report, pronto, peraltro a mandare in onda altre inchieste. Giorgia Meloni in un messaggio esprime ferma condanna per l’atto intimidatorio.

Non è la prima volta che Ranucci viene preso di mira per la sua attività.Stavolta, tuttavia, il livello si è alzato e le preoccupazioni e la paura per chi svolge la professione giornalistica tornano in primo piano. Non è un buon periodo per la libera informazione e il giornalismo d’inchiesta che va alla ricerca dei fatti. Bisogna tenere alta la guardia, evidentemente non sino pochi coloro che vogliono far tacere le voci incondizionate. I giornalisti devono poter svolgere l’attività con rigore e rispetto della verità in un’epoca di fake news e di disintermediazione. Report e i colleghi della redazione si impegnano in questo, ma non possono essere visti ( come pure è capitato con decine di querele subite) come reporter schierati al servizio di chissà chi. D’altra parte è di pochi giorni fa un attacco alla libertà di stampa per bocca della responsabile dell’Ufficio stampa della Rai – stessa azienda di Ranucci- sul modo in cui i giornalisti hanno raccontato la guerra a Gaza. La vigilanza da parte di carabinieri e polizia verso i cronisti deve essere costante. A decine lavorano in zone critiche e i loro movimenti e le loro abitazioni sono controllate da personaggi e organizzazioni che non accettano di essere raccontati. La somma di questi episodi destabilizza la convivenza pacifica, in un Paese che ha tanto bisogno di buona informazione. Far finta di nulla rasenta la complicità. E non ce lo possiamo permettere. ” Dobbiamo ringraziare i reporter che rischiano personalmente perché la gente possa sapere come stanno le cose”, ha detto di recente Papa Leone XIV. Basta ricordarselo.

A Sigfrido Ranucci la solidarietà e la vicinanza umana e professionale della redazione di Italia Notizie 24.

 

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