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Attentato a San Pietroburgo, in Russia è caccia al responsabile

Attentato a San Pietroburgo, in Russia è caccia al responsabile

04 Aprile 2017 0 Di Pietro Nigro

Attentato alla metropolitana di San Pietroburgo, caccia all’uomo in Russia per catturare il responsabile dell’attacco alla metro: sospetti su un giovane kirghiso.

Russia, sospetti su un kirghiso

In Russia procede la caccia al responsabile dell’attentato alla Metropolitana di San Pietroburgo che ha provocato almeno 14 morti e 45 feriti di cui almeno 13 gravi.

I sospetti si stanno concentrando su un giovane russo ma kirghiso di origine. La notizia arriva sia dalle forze di sicurezza russe sia dalle autorità del Kirghisistan, una repubblica centroasiatica a predominanza musulmana già componente dell’Urss e che ha da sempre stretti rapporti con la Russia.

Secondo il servizio di sicurezza kirghiso, il Gknb, si tratterebbe di Akbarzhon Jalilov, nato nella città di Osh nel 1995. Sarebbe lui dunque il giovane che potrebbe aver collocato il micidiale ordigno sul vagone della metro che è esploso non appena il treno ha lasciato la stazione.

Intanto il ministero della Salute ha annunciato questa mattina che sono morte tre delle persone rimaste ferite dall’esplosione: salgono così a 14 le vittime ufficialmente segnalate dell’attentato di ieri.

 

Attentato a San Pietroburgo: “terrorismo”

L’attentato non è stato ancora rivendicato da nessuna organizzazione. Ma le forze di sicurezza del Kirhisistan starebbero collaborando strettamente alle indagini degli investigatori russi, che per ora mantengono uno stretto riserbo.

Di certo, le indagini in corso contemplano una ipotesi di “terrorismo”, anche se non vengono escluse altre versioni. Lo stesso presidente russo, Vladimir Putin, che in serata ha deposto dei fiori sul luogo dell’attentato, ha parlato di terrorismo. Ed anche il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha parlato di “vile terrorismo”. Due le piste seguite: quella dell’estremismo islamico e quella del nazionalismo.

La prima bomba, infatti, forse collocata da un kamikaze, ha provocato una esplosione quando erano le due e quaranta in Russia e l’una e quaranta in Italia. L’ordigno è esploso su un vagone del treno che viaggiava in un tunnel tra le stazioni di Tekhnologicheskiy Institut e Sennaya Ploshad, sulla linea blu del metro.

Ma un secondo ordigno è stato collocato in un estintore alla stazione di Ploshad Vosstaniya (Piazza della Rivoluzione). E questa bomba, che è stata per fortuna disinnescata, secondo gli inquirenti sarebbe un “ordigno rudimentale”, anche se micidiale. In pratica, un chilogrammo di tritolo rinforzato con altri oggetti metallici, come biglie e chiodi con la testa mozzata.

In un primo momento, sulla base soprattutto dei filmati delle telecamere di sorveglianza, si è data la caccia a due presunti fuggitivi, ognuno ritenuto responsabile di aver piazzato una delle due bombe.

 

Tra gli altri, si è sospettato un uomo alto, con la barba e vestito di nero, che però si è presentato spontaneamente alla polizia per chiarire la sua posizione.

In serata, invece, l’agenzia Interfax ha reso noto che le ricerche si sono concentrate su un unico responsabile per entrambi gli attentati, il kamikaze che prima ha collocato l’ordigno nascosto nell’estintore nella stazione e poi si è messo in viaggio per farsi esplodere con l’altra bomba su un treno in corsa.

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