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Autunno in Val d’Orcia: guida per un week-end fuori porta

Autunno in Val d’Orcia: guida per un week-end fuori porta

30 Ottobre 2020 0 Di Patrizia Russo

Val d’Orcia: la Toscana ancora autentica e intatta

Questo fazzoletto di terra che si snoda a sud della Toscana tra le provincie di Siena e Grosseto è uno spettacolare scenario naturale, artistico e culturale tanto da essere stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 2004, definendolo un

“eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un’immagine esteticamente gradevole”.

In effetti percorrendola si avverte che è una zona particolare grazie alla dolcezza e al fascino del paesaggio. Borghi, abbazie, terme, vini famosi, panorami e passeggiate incantevoli caratterizzano questo luogo attraversato dal fiume d’Orcia dal quale, la valle, prende il nome.

Per gli amanti della natura, dell’arte, dei bei paesaggi, della fotografia e del buon vino ecco un itinerario che va bene in qualsiasi stagione dell’anno. Perché questo terra magica fatta di immensi spazi, regala sempre grandi emozioni pur cambiando di colore ad ogni stagione: verde in primavera, color oro in estate, marrone in autunno e grigio in inverno. Il tour, della durata di un week-end, consente di avere un primo approccio con la Val d’Orcia: da Asciano a Bagno Vignoni passando per l’Abbazia benedettina di Monte Oliveto Maggiore. E da San Quirico d’Orcia a Montalcino con una sosta all’Abbazia di Sant’Antimo: sono 48 ore di pura bellezza!

 Val d’Orcia dove la vista e il palato si sbizzarriscono

Non appena si lasciano le direttrici più importanti e si inizia, piano piano, ad entrare in questo territorio subito siamo attratti dall’immensità dei campi coltivati attraversati da viali di cipressi che conducono ad un casolare. Il cipresso è uno degli elementi dominati di questa parte di Toscana tanto da diventarne il simbolo: lo troviamo in filari lungo strade bianche che conducono a casali, hotel, agriturismi, raggruppati a boschetto (come i famosi cipressi di San Quirico d’Orcia posizionati in cima ad una collina), oppure posti agli incroci delle strade come punto di riferimento.

Il primo stop è il sito transitorie, un monumento in pietra realizzato dall’artista francese Jean Paul Philippe nel 1993 collocato in un luogo silenzioso e in un punto spettacolare proprio nel bel mezzo delle crete senesi nel comune di Asciano. Si lascia la macchina appena fuori un piccolo centro abitato e si prosegue a piedi per una bella passeggiata immersi nella natura e nel silenzio. Dopo una curva si arriva in cima alla collina che ospita la scultura. Il consiglio è di sedersi sulla seduta di pietra e godersi la splendida vista che spazia fino a Siena. Il paesaggio rurale valdorciano, che è tra i più belli al mondo, è stato attentamente preservato a livello urbanistico ed è espressione dell’equilibrio dell’antico rapporto tra l’uomo e la natura. Se si guarda verso l’orizzonte lasciando correre lo sguardo per catturare il dettaglio e l’insieme ci si perderà in uno scenario che sembra orchestrato da un pittore per immortalarlo sulla sua tela: terra, greggi, castelli e boschi in un’armonia perfetta.

Asciano_Sito Transitorie Ph. P.Russo/IT24

Asciano_Sito Transitorie Ph. P.Russo/IT24

Il panorama che conduce al prossimo punto fotografico è caratterizzato da borghi dal sapore medioevale, piccole pievi di campagna, casolari attorniati da cipressi secolari che compongono un mosaico dalle atmosfere rarefatte. La strada che si sta per intraprendere è molto scenografica: il paesaggio toscano per eccellenza. È la strada di Leonina. Un lungo viale di austeri cipressi, ideale per chi desidera percorrerli a piedi, in bici, oppure solo fotografarli. Un momento di pace e tranquillità, in sintonia con la natura che lo circonda può essere speso al Relais Castello di Leonina. Percorrere la strada panoramica delle Crete Senesi, in auto, porta a fermarsi nelle varie piazzole di sosta per scattare decine di foto che a seconda dell’ora del giorno e della stagione, regaleranno sfumature sempre diverse. Per arrivare ad Asciano il consiglio è di percorrere la sinuosa strada del pecorile e di fermarsi in prossimità dell’Agriturismo Baccoleno. Da qui si ha un’altra vista spettacolare. Un lunghissimo viale di cipressi dalla caratteristica forma a S che si levano eleganti sul crinale della collina alla cui sommità si trova il casolare solitario: tutt’intorno il colore oro del grano nelle sue diverse tonalità. Questa è l’immagine più famosa della Toscana riportata sulle cartoline, sui desktop e sui calendari! Nel proseguire in auto non bisogna avere fretta, perché è un susseguirsi di scorci che tolgono il fiato, ad ogni curva bisognerebbe fermarsi per fare una foto.

Al centro di questo territorio si trova Asciano. Il paesino, protetto da una poderosa cinta muraria di epoca medioevale, colpisce per l’eleganza dei palazzi e delle sue stradine. Il piccolo centro storico conserva innegabili tesori architettonici e artistici, come la Collegiata Sant’Agata che domina la parte alta del borgo dove si trovano degli affreschi risalenti al XVI secolo e i palazzi dalle facciate finemente decorate, simbolo della presenza passata di casati nobiliari.

A pochi chilometri da Asciano, immersa in un bosco di cipressi e querce e circondata da un’atmosfera di pace, spiritualità e serenità sorge l’imponente Abbazia di Monte Uliveto Maggiore. Questo grande complesso monastico venne realizzato per volere di Bernardo Tolomei, all’inizio del 1300, per accogliere la comunità benedettina. La visita è libera e il percorso si snoda tra l’interno dell’abbazia, il refettorio e il chiostro del monastero, completamente ricoperto di affreschi raffiguranti i momenti significativi della vita di San Benedetto. Una scala sale al primo piano dove si trova la Biblioteca, costruita in stile rinascimentale, che custodisce volumi e manoscritti.

Percorrere questi luoghi è tra le esperienze più incantevoli che la Toscana regala. E lo sanno bene anche i motociclisti visto che se ne incontrano a decine sulle strade. Curva dopo curva, nel cuore della Val d’Orcia, si arriva allo stupendo borgo di Pienza che non ha certo bisogno di presentazioni. La città ideale è anch’essa inserita tra i siti del Patrimonio Unesco. Gli edifici più importanti sono racchiusi nella maestosa Piazza Pio II (a cui la città deve il nome), tra cui il Duomo, Palazzo Piccolomini, Palazzo Comunale e Palazzo Borgia. Ma oltre alle visite è piacevole camminare per questa cittadina incantevole e andare alla scoperta dei suoi vicoli dai nomi curiosi: Via della Fortuna, Via dell’Amore, Via del Bacio e Via Buia. Dopo questa piacevole passeggiata, specialmente se è ora di merenda, è quasi obbligo fermarsi in una delle tante botteghe per assaggiare l’eccellenza gastronomica locale: il Pecorino di Pienza con un ottimo bicchiere di vino rosso. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra le etichette di Chianti, Brunello o Rosso di Montalcino. In zona, prima di raggiungere la prossima tappa, ci si può fermare alla Quercia delle Checche, uno degli alberi monumentali più belli della Toscana, che vanta un’età di circa 300 anni.

Difficilmente ci si ritrova a percorrere una strada più suggestiva di quella che da Pienza porta a Bagno Vignoni.

Bagno Vignoni_Piazza delle sorgenti Ph. P.Russo/IT24

Bagno Vignoni_Piazza delle sorgenti Ph. P.Russo/IT24

I panorami sono unici e l’uno più bello del precedente. Quanti borghi al mondo possono vantare una piscina d’acqua termale in piazza? Il gioiello della Val d’Orcia, un piccolo borgo romantico e suggestivo, era una destinazione termale già nota in epoca etrusca per le proprietà terapeutiche e salutari. Questa singolarità urbanistica pone al centro del paese, anziché la tradizionale piazza con gli edifici più rappresentativi, lo specchio d’acqua, rendendolo davvero unico. La Piazza delle sorgenti ospita, infatti, un’ampia vasca rettangolare che risale al ‘500, in cui viene raccolta l’acqua tiepida che esce da una falda sotterranea. Passeggiare per le sue stradine fa scoprire un borgo molto ben conservato con le case di pietra e i tetti di cotto, in un’atmosfera onirica. Non lontano dal centro, si trova il Parco naturale dei Mulini, a ridosso di una scarpata dove è possibile godere il panorama, immergendo i piedi fra i rivoli d’acqua calda che scorrono a valle. Per gli amanti della natura, infine, ci sono diversi sentieri che scendono ai piedi della collina verso il fiume Orcia e che conducono alla piscina libera che raccoglie le acque termali, dove è possibile sostare tranquillamente. Se il tempo a disposizione lo consente tra San Quirico d’Orcia e Pienza l’agriturismo Terrapille è stato la location del film il Gladiatore nella scena finale in cui Massimo Decimo Meridio accarezza dolcemente le spighe di un campo di grano. Una sosta permette di rivivere una delle scene più suggestive del famoso film.

Cappella della Madonna di Vitaleta Ph. P.Russo/IT24

Ci si rimette in macchina per queste strade fantastiche. Non vi è monotonia nell’architettura spontanea del paesaggio e quelli che in altre zone d’Italia sono solo appezzamenti, campi e coltivazioni, in Val d’Orcia diventano un affresco naturale, un luogo ancora intatto, che ha resistito nel tempo all’aggressione delle ruspe. Obbligo fermarsi al tramonto alla Cappella della Madonna di Vitaleta, nei pressi di San Quirico d’Orcia, inserita anch’essa tra i beni dell’Unesco, e uno dei punti più belli e di gran lunga più fotografati dell’intera Val d’Orcia. Parcheggiata l’automobile si prosegue a piedi per una piacevole passeggiata di una decina di minuti in cui l’universo assume aspetti magnifici: il silenzio e la pace hanno la meglio su tutto. Tutt’intorno il paesaggio è affascinante, unico, silenzioso e offre, oltretutto, notevoli spunti fotografici. L’antica chiesetta, che troneggia sulla collina, è rivestita con la pietra di Rapolano ed è a navata unica. Sopra al portone è presente un piccolo rosone e nella parte posteriore il campanile a vela con due celle campanarie. A fare da cornice i cipressi che sembrano sentinelle silenziose. Stupefacente esempio di paesaggio bucolico immortalato sulle cartoline. Assistere in questo luogo magico al tramonto è qualcosa di favoloso, è come immergersi nei campi, ad onde, della val d’Orcia. E dopo tante foto e tanti chilometri non c’è niente di meglio che fermarsi in un ristorante tipico La taverna del Barbarossa e con davanti un calice di vino ed un invitante menù a base di tartufo, carne alla brace, degustazioni di formaggi e olio d’oliva, si ripercorrono mentalmente le meraviglie appena viste.

Il viaggio riparte da San Quirico d’Orcia tra un mare di colline lavorate con grande cura, coronate da poderi antichissimi, mulini, resti archeologici risalenti all’epoca etrusca. Se il tempo lo permette salite su una collina per ammirare a seconda della stagione campi coltivati o appena arati con presse e rotoballe di paglia e fieno che spuntano come tessere dorate. Una vera e propria tavolozza di colori. San Quirico, situato a metà strada tra Pienza e Montalcino, è una base perfetta dove alloggiare perché da questa località si raggiungono facilmente tutti i paesi della valle. L’antichissimo borgo, di probabile origine etrusca, costruito su di una collina è circondato dalla cinta muraria. È piacevole passeggiare per il centro storico con la Collegiata e Palazzo Chigi, un bel palazzo che oggi ospita il Comune. Continuando lungo Via Dante Alighieri si arriva a Piazza della Libertà, il cuore della cittadina. Molto interessante la Chiesa di San Francesco, detta anche Chiesa della Madonna, in quanto ospita la statua in terracotta della Madonna, opera di Andrea della Robbia, qui spostata dalla Cappella Vitaleta. Il centro è particolarmente pittoresco grazie alle invitanti stradine lastricate, alle belle fontane di pietra e ai caratteristici negozi, ristoranti e botteghe dove è possibile assaggiare e acquistare le specialità locali. Continuando verso la fine del borgo, troviamo la Chiesa di Santa Maria Assunta, un altro splendido esempio di stile romanico. Meritano poi una visita gli Horti Leonini, un tipico giardino rinascimentale all’italiana.

Domina il comune di Castiglione d’Orcia l’imponente Rocca di Tentennano, che si erge su uno sperone calcareo. Il piccolo borgo, fuori dal tempo, trova il suo centro nella Piazza Vecchietta, dove si affacciano il Palazzo del Comune e altri edifici medievali. Da non perdere una visita all’antica chiesa di Santa Maria Maddalena, edificio romanico in pietra e alla chiesa dei Santi Stefano e Degna, il più importante edificio religioso del paese. Per pranzare il ristorante il Cerchio delle streghe che si erge in cima al paese dalla cui terrazza si può godere di una vista eccezionale sulla Rocca. Menù tipicamente toscano a base di salumi di cinta senese, pici e il rinomato tartufo bianco delle crete senesi.

Abbazia di Sant’Antimo Ph. P.Russo/IT24

Abbazia di Sant’Antimo Ph. P.Russo/IT24

Come se la vista non fosse abbastanza soddisfatta questo territorio celebre per l’armonia delle splendide campagne non finisce di sorprendere e lo fa con altre due indiscusse perle: l’Abbazia di Sant’Antimo e Montalcino. La bellissima ed antichissima Abbazia romanica di Sant’Antimo è abitata nei secoli dai monaci benedettini. La strada che conduce al monastero si snoda attraverso stradine morbide che s’insinuano su uno sfondo incantevole e struggente in un suggestivo paesaggio dalla sapiente ricerca estetica, formato da un susseguirsi di vigneti, oliveti e verdi colline. E se si incontrano pure le auto d’epoca rendono lo scenario quasi incantato. L’abbazia, in splendido travertino, si erge isolata su una radura circondata da alberi d’olivo secolari e campi di grano. La Chiesa attuale è stata edificata all’inizio del XII secolo, ma le origini dell’Abbazia sono molto più antiche. La leggenda fa risalire la fondazione di Sant’Antimo al IX secolo, all’epoca del Sacro Romano Impero, guidato dall’imperatore Carlo Magno, ritenuto il fondatore di una cappella, detta Cappella Carolingia, corrispondente all’attuale sagrestia. L’incanto è totale e l’armonia con cui l’architettura del complesso si integra con il paesaggio supera ogni paragone. Si tratta di uno splendido complesso monastico, uno scrigno di tesori dove è possibile rilassarsi per assaporare il fascino di questo luogo e respirare l’atmosfera mistica che emana.

Ultima tappa di questo splendido week-end è Montalcino. Cinta da mura che si aprono su sei porte, conserva parte dei torrioni e delle antiche fonti. Il centro storico, uno scrigno di meraviglie architettoniche, è dominato dalla massiccia fortezza costruita nel ‘300 dai senesi. Merita attenzione il palazzo Comunale – antica sede dei Priori – severa costruzione in pietra decorata da stemmi, sormontata da un’alta torre e circondata da monumentali loggiati, la cattedrale in stile neoclassico, il Santuario della Madonna del Soccorso e gli edifici religiosi come la chiesa di Sant’Agostino in stile gotico-romano, Sant’Egidio (detta anche Chiesa dei Senesi) dei primi del sec. XIV e San Francesco con torre quadrangolare. Popolano le pittoresche viuzze le tantissime botteghe artigianali. Il panorama, che riporta all’autostrada, tutt’intorno è caratterizzato dai vigneti dove nasce uno dei vini più famosi al mondo: il Brunello. Per questo non si può lasciare Montalcino senza aver degustato un calice di una buona annata!

Al termine di questo tour si può affermare che la Val d’Orcia regala più di uno spunto per invogliare a partire!

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