Contenuto Pubblicitario

Award Khaled al-Asaad, ecco le scoperte archeologiche candidate al premio 2022

31 Maggio 2023 0 Di Andrea Sperelli

Annunciate le 5 scoperte archeologiche finaliste per l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” del 2022, il premio più prestigioso nel mondo dell’archeologia. Promosso dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e da Archeo, il premio sarà consegnato a Paestum il 3 novembre in occasione della XXV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad, ecco le 5 scoperte archeologiche del 2022 candidate al premio

La piramide della regina Neith è stata scoperta nell’antica necropoli di Saqqara, vicino al Cairo, in Egitto. La piramide contiene 300 bare e 100 mummie, rappresentando un notevole sviluppo nell’arte e nella pratica della mummificazione nel Nuovo Regno dell’antico Egitto.

Nel sito archeologico di San Bartolo, in Guatemala, sono state individuate tracce del più antico calendario Maya. Un frammento di murale raffigurante il dio del mais e datato al periodo tardo preclassico, circa 300-200 a.C., contiene iscrizioni che risalgono a 150 anni prima dei calendari Maya noti finora.

In Iraq, una città dell’età del bronzo è riemersa dal bacino idrico di Mosul, grazie a una prolungata siccità. La città potrebbe essere l’antica Zachiku, un importante centro dell’impero Mitanni. Gli archeologi hanno scoperto grandi edifici ben conservati, tra cui una fortificazione e un complesso di officine, fornendo nuove informazioni sull’era dell’impero Mitanni e sull’inizio del dominio assiro nella regione.

Oltre a queste scoperte, in Toscana, nella provincia di Siena, sono riemersi 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana dal fango a San Casciano dei Bagni. Mentre a Midyat, nella provincia di Mardin in Turchia, è stata scoperta una grande città sotterranea risalente a 2.000 anni fa.

Il vincitore dell’International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad sarà selezionato tra queste cinque finaliste e annunciato durante la XXV BMTA a Paestum. Inoltre, verrà assegnato uno “Special Award” alla scoperta che otterrà il maggior consenso del pubblico sulla pagina Facebook della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

Queste scoperte archeologiche offrono nuovi dettagli sul passato e contribuiscono alla nostra comprensione delle antiche civiltà e delle loro interazioni con l’ambiente circostante. Eccole in dettaglio.

Saqqara, straordinarie scoperte sulle mummie dell’Antico Egitto

Da anni gli archeologi scavano a Saqqara, un altopiano sabbioso usato per costruire grandiosi monumenti funebri, oggi considerato uno dei principali siti archeologici di Giza. Il team aveva inizialmente concentrato i propri sforzi sulla vicina piramide di Teti, il primo re della sesta dinastia egizia.

“Teti era adorato come un dio nel periodo del Nuovo Regno e quindi le persone volevano essere sepolte vicino a lui”, ha spiegato Zahi Hawass. “Tuttavia, la maggior parte delle sepolture conosciute a Saqqara in precedenza provenivano dall’Antico Regno o dal Periodo Tardo”.

Sono stati trovati 22 pozzi interconnessi, che vanno da 9 a 18 metri, tra cui un enorme sarcofago in pietra calcarea e 300 bare del periodo del Nuovo Regno, noto anche come Impero Egiziano, che durò dal VI secolo a.C. all’XI secolo a.C.. Le bare hanno volti individuali, ognuno unico, distinguendo tra uomini e donne, e sono decorate con scene dell’antico testo funerario egiziano “Libro dei Morti”.

Ogni bara riporta anche il nome del defunto e spesso mostra i Quattro Figli di Horus, che proteggevano gli organi del defunto. All’interno delle bare gli archeologi hanno trovato i corpi di mummie ben conservate, almeno cento quelle identificate. Inoltre, all’interno delle bare e dei pozzi tombali, hanno anche trovato manufatti come giochi, piccole statuette conosciute come shabtis e statue del dio Ptah-Sokar, che rappresenta il ciclo di nascita, morte e resurrezione.

Questo straordinario ritrovamento dimostra che la tecnica della mummificazione ha raggiunto il suo apice nel Nuovo Regno, in quanto alcune tombe erano protette da una doppia copertura e, scoperchiando il sarcofago, è comparsa una mummia con la testa ricoperta da una sfavillante maschera in oro massiccio.

Ma la scoperta più significativa dal punto di vista storico è il ritrovamento di una piramide costruita in onore di una nuova sovrana, finora sconosciuta nel pantheon dei faraoni egizi. Si tratta della regina Neith, mai menzionata in alcun documento storico, che riscrive, ancora una volta, la Storia dell’antico Egitto in maniera più precisa.

Guatemala: le tracce del più antico calendario Maya

Sul frammento di un antico murale trovato nel sito archeologico di San Bartolo sono state individuate iscrizioni che risalgono a 150 anni prima dei più antichi ritrovamenti del calendario Maya finora noti.

San Bartolo è un sito pre-colombiano della civiltà Maya noto per le pitture sui muri, influenzate dalla tradizione olmeca e dai simboli di un tipo primitivo di scrittura maya, situato nel Dipartimento di Petén a nord est di Tikal, la più estesa delle antiche città in rovina della civiltà Maya, il cui Parco Nazionale è sito Unesco.

Il frammento #6368, ritrovato presso la struttura di Ixbalamque e datato al 300-200 a.C., usando la tecnica al radiocarbonio, raffigura l’immagine del dio Maya del mais, del periodo tardo preclassico. Due archeologi hanno pubblicato uno studio su undici frammenti di antiche pitture murali Maya scoperti tra le rovine dell’antica piramide di Las Pinturas. Quasi 300 anni prima di Cristo, in questa regione si era in una piena fase di sviluppo culturale e scientifico: qui un tempo c’erano un palazzo e grandi piramidi e la parte di murale che riporta l’iscrizione “cervo 7” probabilmente è stata realizzata durante un periodo in cui il palazzo, oltre che per i riti, veniva usato anche per l’osservazione astronomica.

Diversamente dal calendario solare Maya, che finiva nel 2012, questo calendario sacro aveva un anno di 260 giorni e uno scopo più profetico. Si tratta di un calendario legato al tempo ma non in senso lineare.

“È più relativo al passare del tempo e alle credenze collegate a ogni giorno specifico”, spiega Heather Hurst, archeologa del team che ha fatto la scoperta.

Questo calendario rituale consiste di numeri, dall’1 al 13, associati a una serie di vari simboli, tra i quali conosciamo ad esempio il buio, l’acqua, il cane e il cervo; e i numeri coincidono con le date. Ci sono 20 simboli e 13 date che, considerandone tutte le possibili combinazioni, danno luogo a un ciclo di 260 giorni. Le tribù Maya studiavano con grande dedizione la posizione di Venere, del Sole e di tutti i corpi celesti, essendo interessati allo scorrere del tempo e alla sua ciclicità. I moderni indigeni Maya oggi usano questo calendario per le sue qualità prescienti, ad esempio per prevedere la nascita dei bambini, oppure per determinare il momento giusto per la raccolta.

Iraq: dal fiume Tigri nel bacino idrico di Mosul riappare una città dell’età del bronzo

Per decine di anni sommersa, dopo una prolungata siccità, un gruppo di archeologi curdi e tedeschi dell’Università di Friburgo ha potuto effettuare scavi in una città di 3.400 anni fa. La città potrebbe essere l’antica Zachiku, un importante centro dell’impero Mitanni, al potere tra il 1550 e il 1350 a.C., situata vicino al sito archeologico di Kemune.

Lo scavo è cominciato a inizio 2022, prima che il sito archeologico scomparisse nuovamente nel lago. Gli archeologi sono riusciti a ricostruire gran parte della pianta della città e a portare alla luce alcuni grandi edifici finora sconosciuti: tra questi, una massiccia fortificazione, un magazzino a più piani e un complesso di officine.

È sorprendente che gli edifici in mattoni di fango erano ancora così ben conservati, nonostante sott’acqua per più di 40 anni. Il buono stato di conservazione è stato probabilmente causato da un forte terremoto avvenuto intorno al 1350 a.C., grazie al crollo della parte superiore dei muri che aveva sepolto e conservato gli edifici.

Inoltre, sono stati scoperti cinque vasi di ceramica con un archivio di oltre 100 tavolette cuneiformi, probabilmente create poco dopo l’evento sismico, alcune delle quali ancora in contenitori di argilla. Si tratta forse di lettere secondo l’archeologo Peter Pfälzner dell’Università di Tubinga, uno dei responsabili del progetto.

Le tavolette cuneiformi potrebbero fornire nuove informazioni sulla fine della città sommersa e sull’inizio del dominio assiro nella regione. Al termine dello scavo, gli scienziati hanno adottato alcune misure di protezione: hanno coperto gli edifici esposti con un telo di plastica e li hanno ricoperti di ghiaia, sperando di proteggere le pareti di argilla da ulteriori danni causati dall’acqua.

Italia: in Toscana nella provincia di Siena, a San Casciano dei Bagni dal fango riaffiorano 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana

Risalenti a un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C., sono state protette per 2.300 anni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre del santuario votivo insieme a monete, ex voto e iscrizioni latine ed etrusche.

Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., quando, in epoca cristiana, venne chiuso ma non distrutto. Le vasche furono sigillate con pesanti colonne di pietra e le divinità affidate con rispetto all’acqua, per cui rimossa quella copertura è di fatto “il più grande deposito di statue dell’Italia antica”.

Le statue, cinque delle quali alte quasi un metro, sono perfettamente integre e sono state realizzate con tutta probabilità da artigiani locali: effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo, mentre l’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha preservato meravigliose iscrizioni in etrusco e latino incise prima della loro realizzazione.

Disposte in parte sui rami di un enorme tronco d’albero fissato sul fondo della vasca, in molti casi ricoperte di iscrizioni, le statue come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio dell’Etruria interna (dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese) e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e perfino imperatori. Qui, a sorpresa, la lingua degli etruschi sembra sopravvivere molto più a lungo rispetto alle date canoniche della storia.

La scoperta rappresenta un modello di collaborazione tra Comune (nel 2019 iniziò a finanziare lo scavo del Bagno Grande, dopo aver acquistato il terreno privato e richiesta la concessione, affidando la direzione operativa a Emanuele Mariotti), Ministero della Cultura (Direzione Generale ABAP in collaborazione con la Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo), Direzione Scientifica dello scavo (Jacobo Tabolli Ricercatore all’Università per Stranieri di Siena), volontariato locale (Associazione Archeologica “Eutyche Avidiena”), con la collaborazione di specialisti di ogni disciplina: dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica di più atenei del mondo.

Turchia: a Midyat, nella provincia di Mardin, una grande città sotterranea risalente a 2.000 anni fa

Nel sud-est del Paese, nell’Anatolia sudorientale, è stato scoperto un complesso risalente tra il II e il III secolo d.C.: “Midyat è stato utilizzato ininterrottamente per 1.900 anni, originariamente progettato come un nascondiglio o una zona di fuga: infatti, il cristianesimo non era una religione ufficiale nel II sec.”  ha detto Gani Tarkan, Direttore del Museo Mardin e capo degli scavi.

Lungo il tunnel di ben cento metri in luoghi diversi sono state trovate 49 stanze, alcune adibite a chiese e sinagoghe. Ci sono magazzini, inoltre, vari pozzi d’acqua e alcune decorazioni abbellivano le mura in diverse aree. Gli scavi hanno raggiunto soltanto il 3% della città, dunque, potrebbe esserci ancora molto alto da scoprire, in quanto non esiste un’altra città sotterranea che occupi un’area così vasta. Le città sotterranee sono dei luoghi dal grande potere suggestivo: tunnel e gallerie, nati con lo scopo di attraversare più comodamente la città, si dipanano al di sotto della superficie, nascondendo storie antiche di indubbio fascino.

Come spiegato dal Sindaco, Veysi Sahin, gli scavi sono iniziati in una grotta trovata durante una serie di lavori di pulizia e conservazione delle strade e delle dimore storiche, iniziati due anni prima. Con l’approfondimento dello scavo, sono stati trovati santuari, pozzi d’acqua, depositi e diversi tunnel. La città sotterranea è conosciuta come Matiate, che significa appunto “Città delle Grotte”. Il nome era già menzionato in iscrizioni assire del IX secolo a.C..

Questo slideshow richiede JavaScript.

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82