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Baby squillo dei Parioli, assolto il poliziotto indagato

Baby squillo dei Parioli, assolto il poliziotto indagato

04 Ottobre 2017 0 Di Francesca Pierpaoli

Assolto per non aver commesso il fatto. Questo l’esito della sentenza del giudice Simonetta D’Alessandro per Roberto Nalbone, uno degli imputati nel caso delle baby squillo dei Parioli.

Si è chiuso dunque oggi uno degli ultimi capitoli della vicenda che nel 2013 ha visto coinvolti in un giro di squillo minorenni molti nomi della Roma Bene, incluso il marito di Alessandra Mussolini. L’accusa aveva chiesto per Nalbone tre anni di reclusione, puntando tutto sul discorso morale e la prova negativa: visto che egli si trovava sul portone, è evidente che fosse entrato.

Baby squillo dei Parioli, poliziotto assolto

Ma Nalbone, difeso dall’avvocato Vittorio Balzani, ha sempre negato il suo coinvolgimento, non è mai stato identificato e non vi è alcuna prova della sua effettiva presenza a casa delle minorenni. Anche la ricognizione personale, chiesta dal GUP aveva dato esito negativo: l’indagato non è stato riconosciuto da M. R. la escort minorenne all’epoca dei fatti. Al contrario, il poliziotto si è spesso distinto in servizio per il suo coraggio come quando nel gennaio 2014 ha salvato due persone nel violento incendio che aveva avvolto un palazzo in Via Pieve di Cadore: un atto eroico, che gli era costato anche una brutta caduta e relativa contusione alla caviglia.

L’avvocato Balzani nel suo studio.

Grande la soddifazione dell’avvocato Balzani, che dichiara a Italia Notizie24: “Finalmente siamo giunti alla conclusione di un processo che non poteva avere altro esito, se non una assoluzione per non aver commesso il fatto, a dimostrazione dell’innocenza del mio assistito. Una piccola soddifazione che non potrà comunque compensare la vergogna di essere stato indagato per oltre quattro anni per un reato infamante nella certezza di non averlo commesso”. “Con i principi morali – prosegue Balzani – si modificano gli ordinamenti giuridici nel corso dei secoli, al contrario i processi si devono basare sulle prove”.

Naldone, alla notizia dell’assoluzione, è scoppiato in un pianto liberatorio. “E’ la fine di un incubo – ha dichiarato – devo ringraziare il mio avvocato, che ha sempre creduto nella mia innocenza”.

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