Contenuto Pubblicitario
Beatrice Venezi alla Fenice, Mazzi ai musicisti: “Chi non lavora non fa cultura”

Beatrice Venezi alla Fenice, Mazzi ai musicisti: “Chi non lavora non fa cultura”

17 Ottobre 2025 Off Di Gerardo Nigro

Beatrice Venezi alla Fenice, il sottosegretario Mazzi difende la nomina: “Reazioni sproporzionate e pericolose”. Continua lo sciopero e il braccio di ferro tra artisti e istituzioni.

Il caso Fenice si accende: Mazzi interviene contro le proteste

Nuovo capitolo nella querelle sulla nomina di Beatrice Venezi alla Fenice come direttrice musicale. Il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, è intervenuto con una lettera aperta indirizzata ai musicisti del teatro, stigmatizzando le agitazioni sindacali e lo sciopero che ha portato alla cancellazione della prima di Wozzeck.

«La reazione contro Beatrice Venezi è sproporzionata e pericolosa. Le agitazioni e i toni accesi allontanano il dialogo», scrive Mazzi.

Il sottosegretario ha difeso la scelta del sovrintendente Nicola Colabianchi, ricordando che la nomina rientra pienamente nelle competenze artistiche della direzione del teatro:

«Il ministero opera dentro la legge. Le scelte artistiche spettano ai sovrintendenti e non è giusto interferire».

“Chi non lavora non fa cultura”: la stoccata del sottosegretario che cita il caso Matheuz

Nella lettera, Mazzi sottolinea che le fondazioni liriche italiane ricevono oltre 333 milioni di euro l’anno in contributi pubblici, oltre a 271 milioni di patrimonializzazione nel 2023.
Solo la Fenice di Venezia — scrive — è sostenuta con 22 milioni di euro all’anno.

«Sono soldi che gli italiani pagano perché si lavori e si produca musica. Chi non lavora non fa cultura».

Il sottosegretario ha poi respinto le accuse di favoritismo politico e ricordato che la Fenice ha spesso puntato su giovani direttori:

«Nel 2011 un ventiseienne, Diego Matheuz, fu nominato direttore musicale con un curriculum ancora breve. Nessuno gridò allo scandalo. Perché non dare la stessa opportunità a Beatrice Venezi?».

Proteste, sciopero e cancellazione della prima

La nomina di Beatrice Venezi ha suscitato forte opposizione da parte dei sindacati e delle maestranze. Le organizzazioni Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials e Rsu interne contestano la mancanza di trasparenza nella procedura e la presunta inadeguatezza del curriculum della direttrice.

E la contestazione è culminata nello sciopero che ha portato alla cancellazione della prima di “Wozzeck”.

In segno di protesta, i musicisti hanno organizzato un concerto pubblico in Piazza Sant’Angelo, trasformando la mobilitazione in un momento di incontro con la cittadinanza.

Le richieste dei lavoratori e la risposta delle istituzioni

I lavoratori chiedono la revoca dell’incarico a Venezi, denunciando “una scelta calata dall’alto” che — sostengono — ha già causato disdette da parte degli abbonati storici.
Le sigle sindacali parlano di «procedura non condivisa» e rifiutano qualsiasi proposta di dialogo «finché la nomina non sarà ritirata».

Anche il sovrintendente Colabianchi difende la direttrice e rivendica «una scelta artistica che guarda al futuro», mentre il sindaco Luigi Brugnaro invita a un “percorso di conoscenza reciproca” tra Venezi e le maestranze, finora respinto dai sindacati.

Un dibattito nazionale tra arte, politica e autonomia

Il caso Fenice va ormai oltre Venezia. L’intervento di Mazzi ha spostato la disputa sul terreno più ampio del rapporto tra politica, autonomia artistica e rappresentanza dei lavoratori.

Le maestranze negano ogni intento sessista o pregiudizio contro Venezi, ma sostengono di voler difendere la dignità del teatro e la partecipazione democratica alle scelte artistiche.

Per il governo, invece, il principio è chiaro: “le decisioni artistiche non possono essere condizionate da pressioni sindacali”.

La vicenda resta aperta. Tra il palcoscenico silenzioso del Wozzeck e la piazza che canta in segno di protesta, la Fenice si ritrova oggi al centro di un confronto che tocca l’identità stessa della cultura italiana.

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82