Beni Culturali, la Terra del Mito sacrificata sugli altari di Pompei e di Paestum
26 Maggio 2017La decisione del Tar di bocciare le nomine del ministro Franceschini riaccende i riflettori sulle necessità di tutela del patrimonio storico e archeologico della Terra del Mito.
Cultura, la Terra del Mito sacrificata sugli altari di Pompei e Paestum
Il caso generato dalla decisione del Tar del Lazio di bocciare le nomine da parte del ministro Dario Franceschini dei direttori stranieri di cinque musei (tra cui due del calibro di Palazzo Ducale o del Museo Archeologico di Napoli) riaccende i riflettori sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio storico e archeologico del nostro Paese.
Questi – come è noto – i nodi fondamentali che hanno convinto i giudici: “Il bando della selezione non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall’articolo 38.
Se infatti il Legislatore avesse voluto estendere la platea di aspiranti alla posizione dirigenziale ricomprendendo cittadini non italiani lo avrebbe detto chiaramente”.
Nel testo, firmato dal presidente Leonardo Pasanisi e dal consigliere Francesco Arzillo, si parla della illegittimità delle modalità di svolgimento del concorso: “A rafforzare la sostenuta illegittimità della prova orale, la circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse” mentre in altri punti si parla di criteri magmatici nella valutazione dei candidati.
Un caso, questo sui Beni Artistici e Storici, che in Campania ne apre un altro: la mancata valorizzazione del patrimonio storico e ambientale della fascia costiera dell’area flegrea, autentico scrigno di tesori archeologici, tesori che vanno dal Lago D’Averno alle grotte di Cocceio, dall’Antro della Sibilla alla grotta della Sibilla, dalle Terme di Baia alla piscina Mirabilis e al porto romano di Bacoli, dall’acropoli di Cuma alla necrpoli greca, dall’anfiteatro Flavio di Pozzuoli al tempio di Serapide, alla fumante e ribollente Solfatara.
Un immenso museo a cielo aperto ignorato dai governanti di ieri e di oggi. Culla della civiltà latina (nell’VIII secolo a.C. i greci fondarono la prima colonia sul Tirreno a Ischia per poi trasferirsi sulla dirimpettaia Cuma e successivamente sulla collina di Pizzofalcone a Napoli dove fondarono Partenope, nucleo progenitore di Neapolis edificata su una altura dell’attuale Centro Antico) nel dopoguerra quest’area fu sacrificata a vantaggio degli scavi Pompei.
Oggi – auspice il governatore salernitano Vincenzo De Luca – la stessa terra è sacrificata a vantaggio di Paestum e dei suoi templi.
Nulla a che vedere col fascino che emana la Terra del Mito flegrea, ispiratrice della poesia e delle suggestioni virgiliane. La scarsa attenzione dei governanti verso questa area rappresenta uno schiaffo alla cultura. Qualcuno, per favore, riferisca ciò allo stralunato Franceschini…