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Beppe Grillo sui flop del M5s: “Forse siamo un po’ inesperti…”. Voleva dire “fessi”

Beppe Grillo sui flop del M5s: “Forse siamo un po’ inesperti…”. Voleva dire “fessi”

26 Febbraio 2019 0 Di Marino Marquardt

Dunque… Luigi Di Maio assicura che il M5s è in perfetta sintonia col sentiment degli elettori e che i Cinquestelle godono di ottima salute. Inoltre fa sapere che continuerà a guidare il Movimento per almeno altri quattro anni. Nessuna traccia di autocritica, il renzismo calante contagia anche il vice premier, Ministro del Lavoro nonché Capo politico del M5s.

Di Maio: “Tutto va ben signora la Marchesa, resto ancora quattro anni”. E Salvini lo blandisce…

Matteo Salvini, intanto, rassicura il Socio di Governo: il voto dell’Abruzzo e della Sardegna non avrà alcuna ripercussione sul Governo. E grazie – verrebbe da dire – dove lo trova un altro fesso così?

Beppe Grillo, infine, ammette tra i denti: “Forse siamo un po’ inesperti”. Un eufemismo, in realtà il Comico fondatore del Movimento voleva dire “Forse siamo un po’ fessi”.

Voci di giornata dall’interno del Governo & dintorni.

Si nega la realtà all’ombra delle Cinquestelle. O si finge di non vederla.

E il fatto che Di Maio indichi nelle nuove regole la panacea contro tutte le eventuali sconfitte future si taduce nel tentativo del medesimo di nascondere sotto il tappeto la vera causa della disaffezione degli elettori.

La vera causa delle recenti catastrofi elettorali è infatti politica.

La accondiscendenza di Luigi Di Maio verso la grettezza salviniana sta facendo pagare un prezzo salatissimo al Movimento. I silenzi del Capo Cinquestelle di fronte alle ripetute scorrettezze e alle ripetute provocazioni di Salvini  stanno producendo gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti. Il Capo Cinquestelle – ad esempio – non ha avuto niente da obiettare e si è reso complice con l’intero Governo in merito alla spinosa questione della Diciotti, la nave della Marina italiana trattenuta al largo col suo carico di disperati. Per non dire poi della scelta Salva-Salvini nella Commissione per le immunità. Una scelta per la quale il M5s ha perduto l’anima. Non sono che gli ultimi esempi degli errori compiuti dal Giovanotto di Pomigliano.

Detto papale papale, Di Maio non ha fatto valere col Socio di Governo il rapporto di forza a favore del M5s tuttora presente in Parlamento. Da Signore – titolo conferito al Movimento il 4 marzo dagli elettori – Di Maio lo ha adattato a fare il Vassallo di Salvini. Ed è finita come è finita: l’anima di Sinistra ha levato le tende e ha abbandonato l’accampamento pentastellato. Con tutto ciò che ne è conseguito.

Di Maio si è rivelato inadeguato ai ruoli di Capo politico e di Ministro. Ruoli che hanno messo a nudo tutta l’inesperienza del personaggio. Ora il M5s rischia di pagarne lo scotto. Il silenzio di Alessandro Di Battista la dice lunga sugli imbarazzi all’ombra delle cinque stelle. E fa bene Vittorio Feltri – di cui non condivido alcunché – a fustigare il Giovanotto di Pomigliano dal suo giornale…

26/02/2019  h.16.30

 

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