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Biennale dello Stretto 2024, a Messina e Reggio Calabria si chiude con il Mediterraneo

Biennale dello Stretto 2024, a Messina e Reggio Calabria si chiude con il Mediterraneo

11 Dicembre 2024 0 Di Redazione In24

Dal 13 al 15 dicembre a Messina e Reggio Calabria le sessioni conclusive della seconda edizione della Biennale dello Stretto: al centro il Mediterraneo.

Biennale dello Stretto 2024, a Messina e Reggio Calabria si chiude con il Mediterraneo

Mediterraneo al centro della Biennale dello Stretto 2024, che terrà le sessioni conclusive della seconda edizione dal 13 al 15 dicembre a Messina e Reggio Calabria. La Biennale dello Stretto, sviluppata da un progetto culturale ideato dall’architetto Alfonso Femia (Mediterranei Invisibili) è un evento promosso da 500×100 e OAPCC Reggio che ha luogo tra la Calabria e la Sicilia, e indaga in modo critico e propositivo il tema del territorio e del Mediterraneo attraverso talk, dibattiti e mostre.

Tra i vari argomenti, si parlerà di ‘Futuri Mediterranei’ con Massimo Pica Ciamarra, di ‘Territori, Geografie, Topografie, Alberi e Foglie’ con Giancarlo Mazzanti, entrambi architetti. Di ‘Tracce, memorie e paesaggi’ con Nadia Terranova, scrittrice e finalista Premio Strega 2019.

Biennale dello stretto, un evento in “sede scomoda”

La Biennale dello Stretto è insediata in una geografia scomoda, una non comfort zone, fuori dalla rassicurante sicurezza dei luoghi vocati storicamente a essere centri culturali.

Campo Calabro, che ha ospitato la maggior parte degli eventi da ottobre a novembre, si raggiunge, da Reggio Calabria, in una ventina di minuti in auto e in 40 con l’autobus. È a 150 metri di quota sul mare e si estende per otto chilometri quadrati. Ci abitano meno di 5mila persone.

Una dimensione e una collocazione geografica differente da quella dai grandi centri (Venezia, Firenze,
Milano, Parigi, Berlino) ma anche dai paesi minori deputati a essere luoghi della cultura come Avignone, Orleans, Taormina, Peccioli.

A Campo c’è la fortificazione umbertina più grande dello Stretto di Messina, sia per dimensioni, sia per qualità dell’architettura, costruito dal 1884 al 1888. Un luogo tanto straordinario per il costruito e l’ambiente naturale, quanto rappresentazione di tutta i discomfort immaginabili: per la logistica (molto a Sud), complicato da raggiungere, riqualificato solo in parte.

La Biennale dello Stretto si è insediata al Forte nel 2021, trasformandolo, per i quattro mesi della manifestazione, in un centro nevralgico della cultura architettonica e urbana.

A Reggio Calabria e Messina gli eventi dedicati al Mediterraneo

Dal 13 al 15 dicembre si terrà la sessione conclusiva della Biennale dello Stretto a Messina, in Università degli Studi e a Reggio Calabria, al Museo Archeologico Nazionale.

Aspetti inesplorati dell’acqua nel progetto coordinato da Fabrizia Berlingieri, professoressa al Politecnico di Milano, che racconta di un affascinante Itinerario per luoghi scomparsi; l’acqua come chiave, l’infrastruttura come evento, un’altra faccia della complessità progettuale contemporanea sarà affrontata da Clément Blanchet, architetto, autore, insieme a OMA, del Simone Veil Bridge a Bordeaux, opera architettonica densa di valore civico.

L’informazione sull’architettura – spesso anche la sua narrazione – è monopolio degli architetti; come conseguenza è seria e qualificata, ma a “circolo chiuso”.
il trasferimento di notizie, spiegazioni e approfondimenti è sostanziale per il funzionamento e l’integrazione dell’architettura nelle città e nel territorio.

Al centro dell’incontro come si scrive (e si parla) d’architettura con Maria Chiara Voci, Il Sole 24 Ore, Paolo Bovio, managing director Will (Chora Media) e Lucia Brandoli, The Vision, con Giorgio Tartaro, moderatore e parte in causa come giornalista esperto in design e architettura.

L’invisibilità del Mediterraneo in chiave geo-politica e culturale sarà l’oggetto del talk condiviso con Giovanni Messina, geografo ricercatore dell’Università degli Studi di Messina e Caterina Pastura, casa editrice Mesogea.

Cuore delle giornate conclusive, la sessione Abitare il Paesaggio curata da Annalisa Metta, architetta paesaggista, professoressa ordinaria Università Roma Tre e Luca Molinari, critico, curatore, professore ordinario Università della Campania “Luigi Vanvitelli”: con loro un panel straordinario nazionale e internazionale. Due presenze straordinarie, special guest, gli architetti Massimo Pica Ciamarra e Giancarlo Mazzanti.

Il Mediterraneo, lo Stretto, il paesaggio: la scrittrice Nadia Terranova chiuderà la seconda edizione con riflessioni  storiche e letterarie sulle tre rive.

Nel corso della sessione conclusiva si terrà la premiazione dei progetti selezionati dai direttori, intitolata a La Biennale dello Stretto.

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