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Le bollette aumentano. Ma il gas serve, eccome

15 Ottobre 2021 0 Di Nunzio Ingiusto

Gli aumenti della bolletta energetica si ribaltano sui consumatori finali e il 26 ottobre  riunione straordinaria dei Ministri europei.

Le bollette aumentano. Ma il gas serve, eccome

Il caro bollette non dà tregua. Non è un fenomeno solo italiano, anche se l’Italia sta pagando i costi maggiori. Da noi ci sono ritardi strutturali noti, ma c’è anche l’occasione del Piano di Resilienza che mette le rinnovabili al centro della diversificazione del sistema energetico.

Il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che l’aumento dei prezzi dell’energia sarà discusso il 26 ottobre in una riunione straordinaria dei ministri dell’Energia Ue.

In Italia il governo nelle settimane scorse ha preso due provvedimenti urgenti per alleggerire i disagi alle famiglie più esposte e con bassi redditi. Ma il futuro non promette nulla di buono.

Il sistema economico ha ancora tanto bisogno di gas, per esempio, che arriva da ben cinque gasdotti: Russia, Algeria, Nord Europa, Libia e Azerbaijan.

Cosa aspettarsi nel medio periodo? Che l’Europa si faccia carico sul serio del problema generale che oltre alle famiglie colpisce tutti i settori produttivi, dice il governo italiano.

Cingolani stesso proporrà di sterilizzare gli aumenti per tutte le categorie produttive. Ha anche detto che richiederà molte più risorse  green di quelle attualmente rese disponibili dall’Unione stessa. Chissà cosa risponderanno gli altri che non pensano di abbandonare le vecchie tradizionali fonti nei tempi previsti dalla Commissione.

Effetti e cause degli aumenti dovranno essere studiati a fondo anche se è difficile immaginare una stabilizzazione dei prezzi per i prossimi mesi. Le economie forti del mondo si stanno riprendendo grazie all’offerta di petrolio e gas. Offerta drogata quanto si vuole, ma ben orchestrata dai Paesi produttori, i quali in verità si preoccupano molto meno degli effetti sui consumi. 

Roma dal canto suo sta monitorando il fenomeno in relazione all’aumento della domanda di gas per usi civili nell’imminente periodo invernale. Il fatto che l’Italia possa contare su una produzione nazionale di circa il 10%, su tre rigassificatori e diversi siti di stoccaggio influisce solo parzialmente sulla prospettiva dei prossimi mesi.

In definitiva gli aumenti finali non sono scongiurati. Ne risentiremo per i costi al dettaglio dei prodotti per le importazioni  e -non ultimo- per i bilanci familiari.

Un governo concentrato sulla transizione ecologica non potrà sopportare a lungo un simile sconquasso.

La via d’uscita restano le fonti alternative su cui bisogna andare veloci, dicono Draghi e Cingolani. Verissimo. Soprattutto per chi ha il potere di inserire le marce giuste.

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