Botticelli, colpo di teatro per il dipinto in asta da Sotheby’s
20 Gennaio 2022La riflettografia infrarossa rivela una Madonna della Tenerezza sotto l’immagine del Cristo dei dolori di Botticelli.
Nell’anno 1963, per il valore di 10 mila sterline, l’inglese Lady Cunynghame vende un dipinto della collezione di famiglia appartenuto al soprano Adelaide Kemble Sartoris. Si tratta del Cristo, l’uomo dei dolori o L’ uomo dei dolori (The man of Sorrows) di Sandro Botticelli che il prossimo 27 gennaio sarà battuto presso la sede newyorkese di Sotheby’s. Base d’asta 40 milioni di dollari.
Una cifra che senza remore può essere definita da capogiro. Meno della metà, in ogni caso, di quanto è stato pagato per un’altra opera di Botticelli, Giovane che tiene in mano un tondello, venduta per poco più 92 milioni di dollari nel gennaio 2021. Un risultato secondo soltanto a quello ottenuto dal Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, almeno per quanto riguarda i quadri di epoca rinascimentale.
Tante le previsioni. Non si può dire quali sorprese riserverà quest’attesissima vendita che avrà luogo in occasione dell’annuale Masters Week di Sotheby’s. È chiaro che solo un pugno di collezionisti privati può ambire a un acquisto di tale portata. E al di là della questione monetaria, vi è dell’altro.
Resta incerta, per esempio, la volontà delle istituzioni pubbliche italiane di partecipare all’incanto e riportare il quadro nel nostro Paese.
Ma una sorpresa per gli amanti dell’arte c’è già. Proprio pochi giorni fa, infatti, Sotheby’s ha reso nota una suggestiva scoperta: una Madonna della Tenerezza precedentemente dipinta sulla tavola in pioppo dell’Uomo dei dolori. Maria guancia a guancia col Bambino, dunque, sotto l’immagine del Cristo.
Chi è Alessandro Filipepi, in arte Botticelli
Alessandro Filipepi, detto Sandro, nasce a Firenze quasi certamente nel 1445. Suo padre è un conciapelli. Diverse le possibili derivazioni dello pseudonimo con il quale diventerà famoso e che, ci dice Giorgio Vasari, potrebbe derivare dal cognome dell’orefice presso il quale il giovane Sandro ‘nientedimanco inquieto sempre’ e che non ‘si contentava di scuola alcuna’ fu mandato a bottega.
Una seconda ipotesi si rifà all’attività di uno dei tre fratelli maggiori dell’artista, Antonio, che esercita il mestiere di battiloro o battigello ovvero battiargento. Da qui, dunque, Botticelli. Entrambe le narrazioni hanno evidentemente una comune origine e lasciano pensare ad un incontro, se non necessariamente ad una vera e propria formazione, fra il giovane Botticelli e l’arte orafa.
Sicuramente Sandro Botticelli frequenta la bottega di Filippo Lippi e poi quella del Verrocchio per mettersi in proprio nel 1470. Solo cinque anni dopo, nel 1475, lavora per i Medici. Di questo periodo sono L’Adorazione dei Magi, conservato nelle Gallerie degli Uffizi e alcuni fra i dipinti che gli varranno, sopra tutti gli altri, la gloria dei posteri: La Primavera e La Nascita di Venere. Nel 1481 inoltre l’artista è chiamato a realizzare gli affreschi delle pareti della Cappella Sistina insieme ad artisti come Perugino, Ghirlandaio e Luca Signorelli.
La Firenze di Girolamo Savonarola
Ma il clima di Firenze cambia. Nel 1489 giunge in città il predicatore domenicano Girolamo Savonarola che, nel giro di pochi anni, riesce a scalzare il potere dei Medici per dare vita a quello noto come il primo governo teocratico integralista della storia moderna.
“Era il 7 febbraio del 1497 − scrive Philippe Daverio− e da oltre due anni il frate Girolamo Savonarola aveva preso in mano le redini della repubblica fiorentina […]. Quel giorno fatale era martedì grasso e i seguaci del frate andarono casa per casa a raccogliere tutto ciò che rappresentava il lusso nato negli anni esaltanti del Rinascimento: le vesti sontuose […] i libri immorali di Boccaccio”.
L’ episodio sarà ricordato come rogo o falò delle vanità. A finire al rogo, dopo due anni, sarà invece lo stesso Savonarola.
Il dipinto all’asta: Cristo, l’uomo dei dolori (The Man of Sorrows)
E un cambiamento avviene anche nella pittura di Botticelli che, secondo diverse narrazioni, avrebbe egli stesso dato pubblicamente fuoco ad alcune delle proprie opere a carattere mitologico. L’ artista abbandona i temi allegorici ma è anche la sua pittura a tema religioso a risultare trasformata. È universalmente riconosciuto che i dipinti di questo periodo sono caratterizzati da una intensa drammaticità. Ne sono esempio la Natività Mistica conservata nella National Gallery di Londra, il Compianto sul Cristo morto con i santi Girolamo, Paolo e Pietro così come L’uomo o Cristo dei dolori.
Un dipinto che si contraddistingue per la fusione fra i caratteri divini legati alle resurrezione e la profonda umanità. Le mani legate incrociate sul petto, gli angeli intorno al capo en grisaille − tecnica di pittura in scala di grigi utilizzata per dare plasticità alle figure rappresentate − che sorreggono i simboli della passione. E, sul viso, una tristezza immobile. Come a voler tradurre in immagine, col tratto che può essere solo del genio, i versi del profeta Isaia che danno il titolo all’opera:
“Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca”.
Questo, l’uomo dei dolori, simile a uno – sempre nel libro di Isaia – davanti al quale ci si nasconde la faccia. Questo Alessandro di Mariano Filipepi, detto Botticelli.